Tassi, verso una divergenza USA-Europa
Il programma di Trump potrebbe riaccendere l’inflazione e a quel punto la Fed sarebbe costretta a fermarsi. La BCE, invece, continuerà a tagliare. Tra un anno il costo del denaro sarà molto più basso
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Private credit e titoli di alta qualità. È questa la strategia scelta per il 2024 dagli assicuratori globali, che rispondono a uno scenario altamente incerto sfruttando il contesto dei tassi “higher for longer” tramite un aumento della duration e del rischio d’investimento complessivo. A rivelarlo è la tredicesima edizione della Global Insurance Survey annuale di Goldman Sachs Asset Management. La ricerca, che ha raccolto le opinioni di 359 cio e cfo per un totale 13 mila miliardi di dollari di asset in gestione, registra le preoccupazioni per la qualità del credito e l’interesse verso rendimenti di alta qualità o gli asset privati di tipo investment grade.
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“Dopo un anno caratterizzato da rendimenti economici più solidi del previsto, gli assicuratori mostrano segni di cauto ottimismo sui mercati e sull’economia globale per il 2024”, sottolinea Michael Siegel, global head of the insurance asset management and liquidity solutions businesses di Gsam, secondo cui gli intervistati hanno ancora impressi i deboli risultati del 2022, con l’inflazione globale che è rimasta elevata.
Secondo gli assicuratori, nei prossimi mesi si sono in particolare cinque rischi macro per i portafogli. Il primo riguarda un rallentamento o addirittura una recessione Usa (52%). Seguono la volatilità dei mercati del credito e azionari (48%), le tensioni geopolitiche (46%) e l’inflazione (42%). Chiude la top five l’inasprimento monetario (27%). Appena il 7% del campione i ha invece identificato un rallentamento o una recessione in Cina come possibile percolo mentre il 6% ha menzionato le pressioni deflazionistiche o attacchi hacker su larga scala. Da segnalare che le preoccupazioni per la corsa dei prezzi sono scese al 42% dal 55% dello scorso anno, mentre quelle per un calo del Pil americano hanno visto un crollo dal 44% al 16%. Tuttavia, timori relativi a una contrazione di lungo periodo persistono: la quota di chi stima una recessione negli Stati Uniti entro 2-3 anni è passata dal 38% del 2023 al 50%.
Secondo Alexandra Wilson-Elizondo, co-cio di multi-asset solutions di Gsam, nel corso dell’anno le banche centrali allenteranno gradualmente la politica monetaria fornendo supporto per gli asset di rischio sia nel reddito fisso che nell’azionario. Ma l’esperta avverte che, visti i crescenti rischi macro e le elezioni Usa, sarà possibile assistere a livelli di volatilità più elevati e a un’ampia varietà di risultati per i rendimenti. “In questo contesto, e visti gli attuali livelli di ritorno, gli assicuratori non devono allargare lo spettro del rischio per avere buoni rendimenti corretti per il rischio”, raccomanda. E precisa che è preferibile far leva sui tassi più elevati per sfruttare la duration, diversificando sui prodotti a spread pubblico fino ai cartolarizzati. “Si tratta di creare una diversificazione settoriale e ottenere un’esposizione ai temi di investimento emergenti di natura macroeconomica attraverso gli investimenti nei mercati privati”, precisa.
L’83% degli assicuratori prevede che i rendimenti dei Treasury a dieci anni alla fine del 2024 siano pari o inferiori a quelli che si registravano quando è stato condotto il sondaggio (tra gennaio e febbraio scorsi), mentre il 17% prevede che supereranno il 4,25%. Cinque le principali asset class per le quali stimano il rendimento totale più elevato nei prossimi dodici mesi. In testa c’è il private credit (53%), seguito dall’azionario Usa (46%) e dal government and agency debt (34%). In quarta posizione il private debt di tipo investment grade (33%) e in quinta il debito corporate investment grade dei mercati sviluppati insieme al private equity (31% ciascuno). Al contrario, solo il 5% degli intervistati si aspetta di vedere i rendimenti più elevati nei titoli garantiti da ipoteca commerciale e il 6% nei prestiti ipotecari commerciali. Nonostante l’incertezza economica, il 27% del campione prevede comunque di incrementare il rischio nei portafogli complessivi.
Se nel 2023 si è assistito alla la rinascita dell’obbligazionario, quest’anno gli assicuratori hanno dichiarato di aver adottato un approccio risk-on per privilegiare reddito fisso di alta qualità e private credit. Come sottolinea Matt Armas, global head of Insurance di Gsam, questi asset possono offrire un miglioramento incrementale dei guadagni, vantaggi in termini di diversificazione, mitigazione del rischio di downside e rendimenti stabili. “Ciò ha portato gli assicuratori in una buona posizione per l’asset allocation, sebbene riconoscano di non potersi accontentare”, spiega.
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Per ottenere rendimenti più elevati, il 42% degli assicuratori intende poi aumentare il rischio di duration: si tratta del livello più alto mai raggiunto nella storia dell’indagine, in crescita rispetto al 38% del 2023. Solo il 5% prevede di ridurla. Inoltre, per il prossimo anno, il 35% ha intenzione di accrescere il rischio di credito nei propri portafogli nonostante il 59% tema che il ciclo del credito stia entrando in una fase avanzata. Neil Moge, global co-head dell’Insurance portfolio management di Gsam, fa notare come l’attesa generale è che i fondamentali del credito corporate investment grade rimangano interessanti per gli assicuratori in cerca di rendimenti più elevati. “Tuttavia, gli spread più stretti lasciano poco spazio agli errori: una selezione attiva dei titoli di qualità elevata sarà indispensabile per i portafogli che mirano ad individuare aree di valore relativo e di gestire adeguatamente il rischio di coda”, avverte.
Quanto alle performance, gli assicuratori si aspettano che l’azionario Usa e il private credit offrano i rendimenti totali più elevati nel 2024: il 15% degli intervistati li ha infatti indicati come prima scelta. Al terzo posto, insieme al government and agency debt, retrocede il private equity: è la prima volta che questa asset class non raggiunge le prime due posizioni. “Il fascino del private credit per gli assicuratori persisterà anche quando i tassi d’interesse cominceranno a scendere”, assicura Stephanie Rader. Secondo il co-head of Alternatives Capital Formation di Gsam, i cio del settore ne apprezzano infatti l’interessante profilo di rischio-rendimento e la capacità dei principali gestori di individuare opportunità differenziate che possano andare a integrare le loro esposizioni pubbliche a reddito fisso. “Ci aspettiamo di assistere a una continua crescita delle allocation nel private credit da parte degli assicuratori di tutto il mondo”, aggiunge.
La maglia nera del 2024 in fatto di rendimenti, secondo gli assicuratori andrà invece a criptovalute, azioni del settore immobiliare e prestiti ipotecari commerciali. Per quanto riguarda le stime sulle performance dell’S&P 500, entro fine anno il 10% prevede rendimenti nel range 10-20%; il 52% del 5-10% (rispetto al 38% del 2023); il 22% tra lo 0% e il 5%. Solo il 16% si aspetta che l’indice sia stabile o in calo (rispetto al 25% del 2023).
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Il 29% degli intervista afferma infine di utilizzare già l’intelligenza artificiale e il 51% sta prendendo in considerazione la possibilità di farlo. Al contrario, il 20% non sta valutando l’ipotesi di usare questa tecnologia. Tra gli scopi indicati, spicca la riduzione dei costi operativi (73%) o la sottoscrizione del rischio assicurativo (39%) e la valutazione degli investimenti (20%). Altri impieghi potenziali includono la gestione dei sinistri e funzioni di customer service più efficienti. Quanto al settore assicurativo, il 45% dei player globali prevede un aumento del volume delle operazioni nei prossimi anni, in crescita dal 37% dello scorso anno. Tra gli intervistati che considerano l’Esg o l’impact investing, l’86% privilegia i fattori ambientali, il 35% quelli sociali e il 33% quelli legati alla governance.
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