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Fenomeno favorito da un set di regole più completo e dall’abbassamento delle soglie d’investimento. Ma c’è anche l’evoluzione degli investitori più sofisticati e delle strutture dei fund manager, ora più aperti verso logiche commerciali di partnership
Dopo un anno brillante dal punto di vista delle performance tornano in auge i fondi hedge: gli investitori privati, soprattutto gli ultra-high net worth individual (Uhnwi) e quelli professionali prevedono di incrementare la domanda verso questo tipo di strategie nei prossimi 12-24 mesi.
Sono i risultati di un’indagine di Cerulli Associates dal titolo “Europe: a brighter outlook for hedge funds” che rivela come nel prossimo biennio la domanda di prodotti hedge nel Vecchio Continente sarà guidata prevalentemente delle private banks, dai family office, ma anche da una crescita nel canale istituzionale.

Un mercato più maturo
Ma non c’è solo la performance fra le ragioni del ritorno di interesse verso questi prodotti. “In Europa è stato introdotto un set di regole sulla disclosure più completo e armonizzato che rende i prodotti più trasparenti; inoltre, l’abbassamento delle soglie all’investimento agevola l’industrializzazione del prodotto”, commenta a FocusRisparmio Marcello Sallusti, fondatore di Engadine Partners, “a ciò si aggiungono due fattori: da un lato vedo una maggior sensibilità e maturità di alcune categorie di investitori, dall’altro una miglior predisposizione dei gestori stessi la cui struttura organizzativa si è evoluta con il potenziamento dei team di business development e investors relations”, spiega il fund manager che ha assunto l’incarico di CIO di Kairos Investment Management Ltd a Londra in seguito all’ accordo di partnership perfezionato prima dell’estate con il gruppo Kairos, finalizzato a rafforzare la reciproca expertise nel settore degli investimenti alternativi e far leva su una più ampia rete di distribuzione.
Ed è proprio questo il modello che viene indicato come vincente dagli analisti di Cerulli Associates nel loro rapporto: “Il 30% degli operatori che abbiamo interpellato prevede di aumentare il set di strategie hedge proposte alla clientela, ma solo il 14% della precedente percentuale lo farà aggiungendo nuovi hedge fund manager alla propria piattaforma. Molti player preferiranno concentrarsi sulle partnership già in essere potenziando l’offerta con quei manager già in catalogo”.
Fra le più attive in questa direzione Cerulli individua le private bank svizzere: il 35% di esse dice che aumenterà le raccomandazioni strategiche su strategie hedge. “L’accordo che abbiamo stretto con Kairos si ispira a questa logica – sottolinea Sallusti – poiché ci permette di sviluppare sinergie sia in Italia che in Europa grazie alla controllante svizzera del gruppo, Julius Baer”.
“Dopo Brexit l’accesso in Europa per i fondi hedge con base a Londra è più difficile ed ha reso necessario lo sviluppo di accordi strategici che agevolino la distribuzione”, osserva il Cio di Kairos Investment Management Ltd.
Hedge fund: cresce la domanda di family office e private bank

Oggi i family office sono già il canale privilegiato per la distribuzione dei fondi hedge in Europa, ma il peso di queste strategie sul totale di portafoglio è ancora limitato.
Cerulli stima un’allocazione media in strategie hedge pari a circa il 5% del portafoglio totale. Chi ha risposto al sondaggio della società di consulenza prevede un “incremento significativo” di questa porzione. Stesso trend fra i clienti delle private bank europee, per i quali oggi l’allocazione in strategie hedge varia fra il 5% e il 10% a seconda che si tratti di investitori Uhnwi o Hnwi; Cerulli vede un aumento di queste percentuali nel range 10-20% entro i prossimi 24 mesi.
Tuttavia, spiegano gli esperti, la crescita di questi prodotti nei portafogli dei clienti potrebbe incontrare un limite nel crescente interesse che c’è anche verso altri tipi di prodotti, fra tutti quelli collegati all’investimento in mercati privati.
“Per intercettare questa domanda crescente, i manager di strategie hedge devono specializzarsi in nicchie di mercato creando una value proposition convincente e commercializzarla attraverso veicoli trasparenti e liquidi”, conclude il report.
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