Sostenibilità, i nove trend del 2023
Per S&P è probabile che emergano tensioni tra la gestione dei rischi a breve e gli obiettivi sostenibili a lungo termine. Ecco cosa guiderà i processi decisionali nei prossimi mesi
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Idrogeno, catena delle forniture delle commodity, servizi energetici, metalli e attività minerarie come ad esempio terre e minerali rari come il litio. Sono questi i quattro settori che potrebbero presto entrare nella sempre più grande famiglia dei green bond. All’ampliamento dei criteri di ammissibilità per i finanziamenti raccolti tramite obbligazioni verdi, come scrive MF-Milano Finanza, sta lavorando Cbi-Climate Bond Initiative, l’organismo della Banca mondiale per la promozione degli investimenti sostenibili, che nel suo studio ha coinvolto un campione internazionale di ceo con l’obiettivo di allargare le regole entro il 2023.
Nel rapporto Cbi si legge infatti che “i settori di transizione standard delle obbligazioni per il clima si estenderanno applicando nuovi criteri il cui completamento è previsto entro la fine del 2023” e che l’industria pesante potrà far parte delle new entry. “Una parte importante della transizione è la fase iniziale dell’eliminazione degli attivi non recuperabili, come il carbone. Da questi impegni si parte per finanziare una transizione credibile”, viene spiegato.
Dopo l’annus horribilis 2022, che è riuscito a fermare la crescita costante di nuove emissioni verdi a ‘soli’ 509 miliardi di dollari, ora il 2023 ha tutte le carte i regola per essere un anno di espansione secondo Sean Kidney, ceco di Climate Bonds. “Stiamo sviluppando i percorsi a lungo termine per l’acciaio, i prodotti chimici, il trasporto marittimo e altri settori industriali, e stabilendo nuove linee guida per gli investimenti nell’agricoltura sostenibile. Gli obiettivi di emissioni per il 2030 non possono essere raggiunti senza investimenti e finanziamenti significativamente più elevati nelle tecnologie pulite, nell’industria e nell’agricoltura”, sottolinea.
Un’espansione che nelle intenzioni di Cbi può tradursi, entro il 2025, in emissioni in circolazione pari a 5.000 miliardi di dollari, contro i circa 2.200 miliardi attuali. Una grossa mano dovrebbe arrivare dalle obbligazioni sovrane, con l’India che ha già inaugurato il 2023 e il Brasile che si sta preparando al debutto, e dalla spinta delle obbligazioni Esg ed Esg-linked. Le previsioni per i prossimi dodici mesi sono di ripresa: Barclays stima che quest’anno si tornerà ai livelli del 2001 con 460 miliardi di euro.
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