Per gli esperti USA, tassi più alti più a lungo, geopolitica e mercati in evoluzione sono i principali temi d’investimento a livello globale: ecco come orientarsi
Megatrend, private market, small cap, reddito fisso di qualitàe mercati emergenti. Il tutto all’interno di portafogli equilibrati protetti da strategie di hendging. È questa la ricetta di Goldman Sachs Asset Management per affrontare il secondo semestre del 2024. Un periodo che, secondo gli analisti USA, sarà caratterizzato soprattutto da tre grandi temi d’investimento a livello globale: quello macroeconomico, con un percorso più lungo verso la normalizzazione, quello geopolitico, che impone resilienza, e quello che richiede di affrontare numerosi venti di coda e contrari.
Lindsay Rosner, global head of Multi-Asset Fixed Income di Goldman Sachs
Sull’obbligazionario il mantra della società è bond selection. E a scandirlo ci pensa Lindsay Rosner, global head of Multi-Asset Fixed Income. “Prevediamo un inasprimento della curva forward dei rendimenti dei Treasury statunitensi”, spiega, “consapevoli che la prossima mossa della Fed sarà un taglio dei tassi”. Per questo raccomanda agli investitori di adottare una strategia dinamica per gestire la duration e investire nel reddito fisso di elevata qualità all’interno di portafogli ben diversificati. “Privilegiamo gli emittenti dei settori che riescono a dimostrare una certa capacità di tenuta nel corso del ciclo economico”, afferma la Rosner, che cita soprattutto le obbligazioni IG delle grandi banche e il credito high yield di industriali ed energetici. Due segmenti cui si aggiungono le CLO con rating AAA.
Equity: non solo big. E anche l’Europa ha qualcosa da dire
Ashish Shah, chief investment officer of Public Investing della casa, è convinto che la seconda metà del 2024 potrebbe offrire agli investitori occasioni interessanti anche nell’equity. Purché si guardi al di là dei ‘Magnifici 7’, puntando sulle valutazioni delle small cap USA. “Queste società possono offrire accesso al maggiore potenziale di crescita dei futuri leader a media e grande capitalizzazione”, sottolinea l’esperto. Senza contare che, secondo lui, la certezza di un taglio dei tassi dovrebbe offrire ulteriori venti di coda. Shah vede però rosa anche per le azioni europee, che beneficeranno di tre fattori in particolare: prezzi a sconto, dinamica degli utili aziendali e miglioramento del quadro macro. Infine, precisa il manager, “i cambiamenti strutturali e la fine della deflazione stanno determinando una forte performance di mercato anche per il Giappone”.
Michael Bruun, global co-head of Private Equity di Goldman Sachs
In portafoglio non possono poi mancare i mercati privati. Secondo Michael Bruun, global co-head of Private Equity, le leve operative per la creazione di valore sono destinate a diventare i principali fattori di successo del private equity. A maggior ragione se allineate ai trend di crescita secolari o alla cautela nell’utilizzo del capitale. E con la fine della stretta monetaria, emergeranno molteplici strategie di exit. “Quando si acquisiscono nuovi asset”, fa notare, “i general partner devono considerare per chi un asset potrebbe essere interessante in futuro e quale prezzo proporre al prossimo buyer”.
James Reynolds, global head of Direct Lending
James Reynolds, global head of Direct Lending, vede anche il private credit continuare a registrare una crescita secolare di lungo periodo. Ma sottolinea come gli asset allocators siano sottoesposti al settore rispetto ai target. “Il sentiment continua a essere positivo, in quanto gli investitori sono alla ricerca di diversificazione e l’innovazione sta determinando l’espansione del segmento”, spiega, aggiungendo che i rendimenti corretti per il rischio rimarranno interessanti. A suo parere, è meglio posizionato chi dispone di scala o di sourcing esteso e riesce ad erogare prestiti attraverso lo ‘stack’ di capitale. “Gli investitori dovrebbero ricercare società con una leadership di mercato in settori stabili e difensivi indipendentemente dal ciclo di mercato”, aggiunge.
Secondo gli esperti di Goldman Sachs Asset Management, l’elevato rischio geopolitico e il potenziale di escalation dei conflitti rendono cruciale nei prossimi mesi l’adozione di un atteggiamento proattivo. In un anno di grandi elezioni, la politica rimane infatti sotto i fari e gli investitori dovrebbero evitare di cercare di anticipare i mercati o di prendere decisioni basate su esiti politici binari. “Con la ripresa dell’attività del mercato privato, l’identificazione di fenomeni di dislocazione macroeconomici o di discrepanze nel valore relativo dei titoli può aiutare a cogliere le opportunità di upside e a limitare il rischio di ribasso”, avverte Brandmeyer.
Anupam Damani, co-head of Emerging Market Debt Investing di Goldman Sachs
Non può poi mancare un’esposizione ai mercati emergenti. Per Anupam Damani, co-head of Emerging Market Debt Investing, questa può infatti fornire diversificazione rispetto alle allocation azionarie dei Paesi avanzati e generare alpha. “Gli emerging bond sono vari e poco apprezzati”, analizza Damani, “con rendimenti interessanti ed esposizione a megatrend secolari”. Non solo: dal suo punto di vista, le società dell’area tendono a mostrare una minore sensibilità agli eventi politici rispetto alle obbligazioni sovrane. Anche se “resta essenziale un approccio selettivo”. Inoltre, secondo il global head of Fundamental Equity Steve Barry, un vasto universo di spunti di investimento azionari legato alla geopolitica è offerto da tre temi legati alla sicurezza: intelligenza artificiale, transizione energetica e difesa.
Infine, Goldman Sachs Asset Management è convinta che siano cinque le forze strutturali chiave a trainare i megatrend degli investimenti: decarbonizzazione, digitalizzazione, deglobalizzazione, demografia e destabilizzazione geopolitica. In questi ambiti, le strategie attive e la diversificazione possono contribuire a generare opportunità di alpha mentre gli operatori che restano in silos e si concentrano su un solo tema potrebbero perdere opportunità e sottovalutare i rischi.
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