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Ospite al Salone del Risparmio, Jonas (Morgan Stanley) ha raccontato come cambierà il mondo dell’automotive grazie all’innovazione. E Ratti (Mit di Boston) ha esortato l’Italia a “sperimentare”, per non diventare terra di conquista
Il futuro ruota attorno all’innovazione tecnologica e alla capacità di saper sperimentare per innovarsi. Solo così si può essere artefici del domani. “Altrimenti saremo vittime, terra di conquista”. Una preoccupazione per il Paese Italia, ma anche un invito a reagire. “Mi fa paura pensare che l’Italia sia uno dei pochi Paesi in Europa in cui non ci sia Uber”, ha detto Carl Ratti, professore del Mit-Massachusetts Institute of Technology di Boston, durante la conferenza inaugurale della decima edizione del Salone del Risparmio.
Un momento di confronto in cui si è parlato di disruptive e tecnologia e di come il mondo dei Big Data possa impattare su molte aree di business. A partire dalle auto, un settore che, secondo Adam Jonas, managing director and leader of Morgan Stanley’s Global Auto & Shared Mobility research team, è destinato a cambiare radicalmente.
“Quello automobilistico è un sistema oggi inefficiente – ha argomentato Jonas – Basti pensare che le auto sono utilizzate appena 1 ora al giorno per percorrere 10mila miglia l’anno”. Dati alla mano, l’auto viene utilizzata solo l’1% quando si parla di miglio per posti a sedere. È un sistema che va efficientato. Ed è in quest’ottica che bisogna leggere l’interesse delle Big della tecnologia nel mondo delle automobili.
Come Apple, che punta a trasformare l’auto in una televisione immersa, ha sottolineato Jonas: “In futuro ci sarà sempre più spazio per le macchine elettriche. Stiamo assistendo a una crescita logaritmica, in particolare nei mercati emergenti. In India, per esempio, c’è una percentuale di proprietà dei veicoli appena del 3 per cento. L’equivalente della penetrazione Usa nel 1915”.
Nel plasmare il futuro giocheranno un ruolo importante i Big Data, “che rappresentano la colla dietro il mondo delle smart city, e non solo – ha sottolineato Ratti – Anche altri settori saranno impattati positivamente dai Big Data, come quello delle costruzioni. Per fare un esempio, a Singapore stiamo lavorando sulla progettazione e costruzione di uno dei più grandi grattacieli al mondo. E dovremmo realizzare molti spazi per parcheggi, che in futuro sappiamo diminuiranno. Per questo abbiamo creato un interpiano a uso parcheggio oggi ma che in futuro potrà essere modellato su nuove esigenze. Una sorta di hardware urbano modificabile”.
Insomma, il mondo dei dati sarà in grado di creare un sistema più efficiente, ma al tempo stesso potrà creare delle divergenze tra i diversi Paesi, soprattutto in quelli dove scarseggiano gli investimenti pubblici nell’innovazione. Come l’Italia, che è chiamata a uno sforzo importante nell’interesse dello sviluppo del Paese.