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Il punto su quanto accaduto e sulle attese, a cura di Francesco Casarella, responsabile Italia di Investing.com
Mercati che iniziano una leggera correzione dai massimi dopo un dato sull’inflazione deludente, e l’escalation delle tensioni in Medio Oriente. Avevamo parlato di una correzione salutare, ed il periodo sembra essere in linea con le statistiche storiche (anche settembre/ottobre è un altro possibile momento di correzione nell’ultimo anno presidenziale). Nonostante le trimestrali infatti, che dovrebbero risultare migliori delle previsioni, i mercati sembrano aver trovato finalmente una scusa per rifiatare un po’.
Ecco di seguito il riassunto delle performance settimanali dei principali indici azionari:
- Euro Stoxx 50: -1.21%
- FTSE 100: +1.07%
- DAX: -1.49%
- Nikkei: +1.47%
- Dow Jones: -2.37%
- FTSE MIB: -0.73%
- S&P 500: -1.55%
- Nasdaq Composite: -0.45%
Eventi chiave
La settimana appena trascorsa, ha visto il dato sull’inflazione americana in crescita, sia nella variazione annuale che mensile. Questo ha innervosito i mercati, oltre alla trimestrale di JP Morgan, dove il suo amministratore Delegato Jamie Dimon ha lanciato qualche segnale di preoccupazione pe i trimestri a venire.
Per la settimana entrante invece, focus sul PIL cinese, che dati alla mano dovrebbe registrare un ulteriore calo, segno che la seconda economia del mondo ancora non riesce a riprendersi dal post pandemia. Uscirà inoltre il dato sull’inflazione Europea, che rispetto agli Stati Uniti dovrebbe risultare in trend di calo, e sul discorso del Presidente della Fed Powell, per capire se arriverà qualche aggiornamento in più in merito alla prossima riunione del FOMC.

Per quanto riguarda invece la decisione sui tassi d’interesse della Federal Reserve, ancora probabile un nuovo stop consecutivo nella prossima riunione del 1 maggio. La rilevazione evidenziata dal nostro Tool proprietario, è pari oggi al 94.1%, in calo rispetto al 95.2% della settimana precedente.

Grafici
Da un punto di vista grafico invece, l’indice S&P 500 sembra aver iniziato come da attese una leggera correzione, che tuttavia adesso va confermata. Visto anche il periodo e la ciclicità del quarto anno presidenziale, sarebbe opportuna, come detto nelle settimane precedenti, nell’ordine del 5-10%, almeno per stemperare quell’ottimismo che potrebbe diventare eccessivo, magari ritestando il precedente massimo storico intorno ai 4.800 punti. A livello grafico notiamo già da tempo la conferma di una divergenza ribassista con l’RSI.

Anche l’Europa sembra aver leggermente rifiatato, ed il trend è molto simile agli Usa, perciò valgono le stesse considerazioni, ricerca di conferme sulla correzione iniziata la scorsa settimana.
Anche qui un ritorno dal 5 al 10% potrebbe essere opportuno per rifiatare, ed andare poi in seguito a riaggiornare i nuovi massimi magari nel periodo estivo. In questo momento infatti, molti investitori ancora alla finestra, che hanno mancato il rimbalzo fino ad oggi, sono ancora in attesa di una buona occasione d’ingresso. Vediamo anche qui una chiusura sotto la WMA 25 su timeframe giornaliero.

Per ulteriori approfondimenti: Investing.com
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