Brexit, il mercato non crede a un altro referendum
Seppure in aumento, il premio per la copertura del rischio d'insolvenza resta basso, esprimendo una probabilità di default di appena il 3%
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“Se la sterlina ha subito l’impatto negativo dell’esito del referendum su Brexit, una vittoria per Corbyn nel voto di sfiducia e la prospettiva di una vittoria dei laburisti in un’elezione avrebbe fatto sembrare quanto passato in precedenza un gioco da ragazzi. La reazione alla “sopravvivenza” di Theresa May al voto di fiducia mostra che le più grandi paure del mercato sono state al momento evitate”. Charles Hepworth, investment director di GAM Investments, analizza le conseguenze sui mercati della fiducia incassata dal premier britannico in Parlamento.
E, quindi, adesso che cosa succederà? “May tornerà in Parlamento per presentare il proprio programma alternativo. Dovrebbe eliminare dal documento alcuni passaggi importanti per ottenere adesso la maggioranza. Un accordo rivisto e stemperato è forse lo scenario più probabile in questo momento e anche i mercati sembrano aspettarsi una Brexit molto più soft”.
“Uno scenario di questo tipo – prosegue l’esperto – necessiterebbe di una qualche forma di conciliazione con la regolamentazione del mercato comunitario dell’Ue, per evitare le problematiche legate al confine con l’Irlanda del Nord. Ma, cosa più importante, questo risultato sarebbe in linea con quanto espresso dagli elettori con il proprio voto nel referendum originale? Dal punto di vista politico potrebbe essere un vero caos”.
Altri scenari sono ritenuti dal mercato meno probabili. “Veramente poche le chance di un Parlamento pronto a ratificare una decisione suicida, ritenendo che non arrivare ad un accordo su Brexit possa essere l’unica soluzione per risolvere l’attuale fase di stallo”.
“L’unica altra soluzione possibile – conclude Hepworth – passa attraverso il ritorno alle urne in qualche forma di voto popolare, ossia un secondo referendum. Tale probabilità rimane difficile da misurare dato che molti membri del Parlamento si sono già espressi pubblicamente in senso contrario”.