“Le rendicontazioni? Una volta spedite rimarrà tutto come prima”
6 giugno 2019
di Andrea Dragoni
2 min
Con queste parole Massimo Arrighi, partner di A.T. Kearney (e in passato a.d. di Fideuram), ha scatenato l’applauso della folta platea presente alla conferenza inaugurale di Efpa Italia Meeting 2019 a Torino
“Il robo advisor? È morto prima ancora di nascere”. Sono bastate queste parole pronunciate da Massimo Arrighi, partner di A.T. Kearney, per scatenare l’applauso della folta platea presente alla conferenza inaugurale (“La competenza per essere competitivi: come orientarsi”) di Efpa Italia Meeting, che per l’edizione 2019 ha scelto la cornice del Centro Congressi Lingotto a Torino.
A introdurre i lavori è stato Marco Deroma, presidente di Efpa Italia, che ha subito posto l’accento sul traguardo dei 6.013 certificati e sull’obiettivo che vuole raggiungere entro la fine del suo mandato nel 2022: 8.000 certificati. “Abbiamo introdotto anche una novità, che sarà operativa il prossimo anno – ha puntualizzato Deroma – Un nuovo percorso che con un esame differenziale consentirà di passare da Eip a Efa”.
Dopo la sua introduzione, il presidente di Efpa Italia ha poi lasciato la parola ad Arrighi che, analizzando lo scenario attuale e futuro, ha cercato di dare una risposta all’interrogativo alla base della due giorni di Efpa Italia: “Come essere competitivi?”.
Secondo il manager di A.T. Kearney – che in precedenza ha ricoperto la carica di amministratore delegato di Fideuram (tra il 2005 e il 2007, prima di Matteo Colafrancesco, ndr) – il consulente del futuro sarà quello che riuscirà a fare surf tra i marosi del cambiamento della professione, senza lasciarsi travolgere dall’onda: “Ci sono delle qualità che in prospettiva possono aiutare a stare in cima alle onde. La prima è la capacità di parlare al cliente, vedendo in modo olisitico tutti i suoi bisogni. Una cosa già nota, ma un conto è dirlo e un’altro conto è farlo. Il consulente deve studiare, aggiornarsi ed essere attrezzato per affrontare il cliente. Oggi, rispetto a 20 anni fa, si hanno tantissimi strumenti a disposizione. Solo sul mercato italiano se ne contano circa 10mila di strumenti vendibili”.
Il mondo finanziario, insomma, è oggi più articolato, complesso e sofisticato che mai. Nella sua presentazione Arrighi ha spiegato come la consulenza finanziaria del futuro debba dunque essere capace di servire il cliente a 360°. “Bisogna passare dal singolo al team, dalle competenze generalizzate a quelle diversificate, con un grado di specializzazione incarnato di volta in volta dai singoli professionisti”.
Certo, non si può essere onniscienti ed essere esperti di tutte le asset class. È un’impresa al limite dell’impossibile. La soluzione? “Seguire l’esempio americano – ha risposto Arrighi – dove i consulenti hanno superato l’individualismo e hanno imparato a lavorare in team. Un team che viene poi valorizzato attraverso il meccanismo dello ‘split payment’. Merrill Lynch lavora così da più di 20 anni. E funziona. Il valore se c’è va riconosciuto. E il modo più semplice per farlo è riconoscere a tutto il team un ammontare economico”.
Arrighi è poi intervenuto anche sul tema MiFID II e più in particolare sulla nuova reportistica che espliciterà al cliente in maniera più trasparente i costi sostenuti (le prime rendicontazioni dovrebbero arrivare ad agosto). Secondo l’esperto, a oggi non è cambiato nulla e probabilmente nulla cambierà: “Non ci sarà nessuna disruption, né quest’anno né il prossimo”, ha concluso.
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