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La Cina riapre le frontiere e i mercati festeggiano. Dopo mesi di forte calo, l’azionario cinese è già in ripresa in vista della ripartenza economica. Ecco su cosa puntare secondo i gestori
La Cina riapre al mondo e i mercati sperano. Dopo tre anni di lockdown, come annunciato, Pechino ha deciso di sbloccare le frontiere e mettere fine alla quarantena preventiva per i viaggiatori in arrivo dall’estero provocando un’immediata ondata di ottimismo tra gli investitori. Con i listini che proseguono il rally cominciato a inizio anno e il petrolio in risalita.
Nonostante nella sua terza provincia più popolosa, l’Henan, lo scorso 6 gennaio quasi il 90% dei residenti sia risultato infetto, per un totale di circa 88,5 milioni di positivi, la Cina ha deciso di dire addio alla politica zero Covid. Svolta che, unita alle aperture del governo per un sostegno al mercato immobiliare, lascia ben sperare gli investitori che hanno sempre un occhio puntato sul Paese asiatico (e l’altro fisso sulle banche centrali).
L’anno del Coniglio che inizierà il prossimo 22 gennaio potrebbe quindi essere in realtà quello del Dragone, che nell’ultimo trimestre del 2022 ha già iniziato a risaltare la testa: l’Msci China lo scorso ottobre segnava un calo del 55% rispetto ai picchi di 18 mesi prima, ma in poche settimane ha recuperato circa il 30% del valore. “Il ritorno dell’interesse degli investitori – spiega Marco Mencini, senior portfolio manager equity di Plenisfer Investments Sgr – si deve alle decisioni del governo cinese volte da un lato all’attenuazione delle misure di contrasto al Covid e, dall’altro, all’adozione di misure di contenimento della crisi del settore immobiliare in cui diversi osservatori stimano verranno iniettati oltre 180 miliardi di dollari di credito”.
Per il gestore eventuali buone notizie su questi due fronti potrebbero porre le basi per la ripresa della crescita cinese che, secondo il consensus, potrebbe passare quest’anno al 5%, dal 3% circa del 2022. “La ripartenza dovrebbe essere trainata anche dai consumi che, alla luce delle riaperture post lockdown, potrebbero crescere nell’anno di circa il 10% e quindi a un ritmo decisamente maggiore rispetto a quello registrato nel 2022 (circa +3%)”, evidenzia. Se tale ripartenza dovesse concretizzarsi, la Cina potrebbe quindi diventare una forza anticiclica proprio mentre il resto del mondo cerca di evitare la recessione. Ed è in questo scenario che, a detta di Mencini, il 2023 potrebbe rivelarsi per i mercati l’anno del Dragone.
Ma il rally è già partito? “Le azioni cinesi, nonostante il recupero dell’ultimo trimestre del 2022, oggi esprimono mediamente multipli pari a 11 volte gli utili attesi, valori decisamente inferiori rispetto alla media degli ultimi 5 anni, pari a circa 14 volte gli utili – chiarisce il gestore -. Va ricordato che il ciclo di revisione al ribasso degli utili in Cina è iniziato prima rispetto al resto del mondo e che il margine operativo espresso da Msci China è passato da valori pari a circa il 14% tra il 2019 e il 2021 al 10,8% nel 2022. Anche i ricavi sono stati rivisti al ribasso nel 2022 a causa della bassa inflazione in Cina e del rallentamento economico”.
Per Mencini, inoltre, la maggior parte delle revisioni al ribasso di ricavi e marginalità aziendali sono già incluse nei prezzi di oggi e dunque un’eventuale ripartenza economica potrebbe portare a una crescita a doppia cifra degli utili, sostenuti dalla leva operativa. “In Plenisfer pensiamo che, alla luce della probabile ripartenza dell’economia e dell’attuale livello delle valutazioni, selezionando singole opportunità, la probabilità di ottenere dall’azionario cinese un rendimento positivo nei prossimi 12 mesi sia estremamente elevata”, afferma.
Guardando al medio lungo periodo, per il gestore è meglio evitare temi connessi alla ‘prosperità comune’ e alla ‘guerra commerciale tecnologica’, entrambi oggi rappresentati nell’Msci China. “Solo il 32% delle società rappresentate nell’indice sono slegate da tali temi e sarà tra queste che, a nostro avviso, dovranno essere selezionate singole opportunità legate a tematiche di lungo periodo quali, per esempio, la transizione energetica”, conclude.
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