Btp record: l’Italia è diventata un asset rifugio
Rendimenti ai minimi. Secondo i gestori, Bce, Recovery Fund, stabilità politica e ripresa hanno rafforzato il sentiment degli investitori. E lo spread potrebbe restringersi ancora
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Una notizia buona, l’altra cattiva. Entrambe attese. Mentre infatti l’industria italiana vede per il quarto mese consecutivo la crescita congiunturale di fatturato e ordinativi, segno di una ripartenza ormai in corso, dall’altro lato il nostro debito pubblico mette a segno un nuovo record, proprio mentre la temuta seconda andata sta iniziando e non ha ancora fatto sentire i suoi effetti.
Stando ai dati di Bankitalia il debito delle amministrazioni pubbliche in agosto ha toccato quota 2.578,9 miliardi, in aumento di 18,3 miliardi rispetto a luglio. Un incremento che secondo via Nazionale riflette, oltre al fabbisogno del mese, pari a 1,6 miliardi, anche l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (16,8 miliardi, a 100,7); gli scarti e i premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione del tasso di cambio hanno nel complesso ridotto il debito di 0,1 miliardi. Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 19,1 miliardi, quello delle locali è invece diminuito di 0,8 miliardi, quello degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.
Salgono invece le entrate tributarie. Quelle contabilizzate nel bilancio dello Stato, infatti, sono state pari a 44,7 miliardi, in aumento del 7,9 per cento (3,3 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2019. Il gettito, spiega Bankitalia, ha beneficiato dei versamenti in autotassazione dei contribuenti soggetti agli Indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa), che nel 2019 avevano avuto luogo nei mesi successivi. Nei primi otto mesi del 2020 le entrate tributarie sono state pari a 258,4 miliardi, in diminuzione del 6,8 per cento (-18,8 miliardi) rispetto al corrispondente periodo del 2019.
Tornando alle buone notizie, ad agosto l’Istat stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, sia aumentato del 5,9% rispetto al mese precedente, proseguendo la dinamica positiva che si registra dallo scorso maggio. Nella media del trimestre giugno-agosto l’indice complessivo è cresciuto del 35,9% rispetto ai tre mesi precedenti.
Anche gli ordinativi hanno registrato ad agosto un incremento congiunturale, più ampio di quello del fatturato, pari al +15,1%. Nella media degli ultimi tre mesi hanno segnato un balzo del 47,3% rispetto ai tre mesi precedenti. “Prosegue ad agosto, per il quarto mese consecutivo, la crescita congiunturale del fatturato dell’industria, sia sul mercato interno sia su quello estero”, commentano gli esperti dell’Istituto di statistica.
Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, ad agosto gli indici destagionalizzati del fatturato segnano aumenti congiunturali del 9,8% per i beni di consumo, del 7,7% per i beni intermedi e dello 0,9% per i beni strumentali; l’energia è l’unico raggruppamento a registrare una diminuzione (-1,8%). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 come ad agosto 2019), il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali del 3,8%, con cali del 2,2% sul mercato interno e del 7,0% su quello estero.
Quanto al comparto manifatturiero, il settore dei mobili e delle altre industrie manifatturiere registra la crescita tendenziale più marcata (+16,9%), seguito dal comparto delle apparecchiature elettriche e non (+7,1%), mentre l’industria farmaceutica e le raffinerie mostrano i cali maggiori (-7,6% e -29,2% rispettivamente).
In termini tendenziali l’indice grezzo degli ordinativi aumenta del 6,1%, con incrementi su entrambi i mercati (+6,8% quello interno e +5,3% quello estero). La maggiore crescita tendenziale si registra nel settore dei computer e dell’elettronica (+24,2%) e per i mezzi di trasporto (+22,9%), mentre i risultati peggiori si rilevano nell’industria chimica (-4,5%) e in quella farmaceutica (-8,9%).
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