L’M&A tira il freno a livello globale, ma non in Italia
Nei primi 9 mesi del 2022 il mercato cala del 18% a volumi e del 36% a valore. Tiene il nostro Paese dove i numeri restano positivi. Aumenta l’interesse dei fondi
4 min
Il Covid è ormai solo un brutto ricordo e il futuro sarebbe più che roseo se non ci fosse la pesante incognita della guerra Russia-Ucraina. È la fotografia del mercato m&a scattata da Bdo, stando alla quale nel primo trimestre 2022, grazie alle 2.000 operazioni chiuse a livello globale per un controvalore di circa 200 miliardi di dollari, il settore è tornato ai livelli pre-pandemia.
Stando ai dati, insomma, dopo la notevole ripresa dell’attività di fusioni e acquisizioni registrata nei 15 mesi successivi all’inizio della pandemia, le transazioni sembrano ora essersi stabilizzate sui livelli pre-Covid. In particolare, il private equity ha continuato a garantire una forte spinta alle operazioni, rimanendo ben al di sopra dei valori di prima della pandemia e arrivando a rappresentare un terzo del totale sia del numero che del valore delle transazioni. Un trend che riflette la notevole liquidità non investita ancora presente nei fondi e la crescita del settore, vista continuare anche nei prossimi trimestri.
Passando ai diversi settori, i primi tre mesi dell’anno hanno evidenziato una vivace attività m&a nel Tmt (telecommunication, media & technology), che ha registrato un aumento di quasi il 20% nel numero di deal rispetto al trimestre precedente, arrivando vicino al record assoluto del comparto. Dallo studio Bmo emerge anche il buon livello di m&a nel pharma, medical e biotech e la progressiva ripresa del settore leisure dopo il forte impatto causato dalla pandemia. All’opposto, il settore industrial & chemicals ha registrato una contrazione dell’attività di oltre il 20%, rappresentando solo il 17,5% del totale delle transazioni.
A livello geografico, circa la metà delle regioni oggetto dell’analisi hanno evidenziato un aumento dell’m&a, mentre l’altra metà ha accusato una diminuzione. Ai due estremi, si trovano il Nord America, con un progresso del 18% e la Cina, con un calo del 45% su base trimestrale, in quest’ultimo caso dovuto anche al ritorno del Covid e dei conseguenti lockdown.
Quanto al futuro, le previsioni per il resto dell’anno rimangono positive, grazie all’ampia disponibilità di liquidità nel settore private equity e capital market e da un debito relativamente poco costoso. Non bisogna però sottovalutare le possibili conseguenze del conflitto in Ucraina, soprattutto per quanto riguarda la crescita dell’inflazione, spinta dall’aumento dei prezzi dell’energia, delle materie prime e dei generi alimentari.
Nel Sud Europa e in Italia, nel primo trimestre 2022, le operazioni di fusione e acquisizione sono cresciute del 14% nel mid-market ma il valore totale, pari a 15,4 miliardi di dollari, è stato dell’8% più basso rispetto agli ultimi tre mesi del 2021. L’attività di private equity è però ulteriormente cresciuta, arrivando a rappresentare una quota del 40% del totale delle transazioni.
L’analisi settoriale conferma il comparto Tmt come il più attivo con 50 deal (dai 38 del quarto trimestre 2021). In ripresa anche le operazioni nel comparto leisure, che passa a 15 deal dagli 8 degli ultimi tre mesi dello scorso anno. Una contrazione delle operazioni si è invece verificata nei comparti consumer e industrial & chemicals. Quest’ultimo rimane comunque nella top 3 dei settori più attivi, rappresentando, insieme a Tmt e energy, mining & utilities, il 62% del totale dei deal.
Il maggiore deal della regione ha riguardato l’acquisizione della Association of Certified Anti-Money Laundering Specialists da parte dei francesi di Wendel SA per 500 milioni di dollari, mentre il secondo posto è relativo alla start up fintech italiana Scalapay, che è diventato il primo “unicorno” italiano con una valutazione superiore al miliardo di dollari, dopo l’ultimo round di finanziamento Series B di 497 milioni di dollari. Il podio è completato dall’acquisizione, da parte del fondo italiano di investimenti alternativi Green Arrow Capital Sgr, di un portafoglio di impianti per la produzione di energia solare in Spagna, valutato 452 milioni di euro.
“Nonostante la situazione di incertezza per l’instabilità geo-politica internazionale e le conseguenze pressioni inflazionistiche, la disponibilità di liquidità e l’attività di private equity dovrebbero continuare a supportare lo sviluppo delle operazioni di m&a nei prossimi trimestri – afferma Stefano Variano, partner advisory di Bdo Italia -. I principali player proseguiranno la loro ricerca sul mercato di capability per loro strategiche, soprattutto nel campo del digitale e delle nuove tecnologie. Inoltre, si continuerà a porre attenzione alle tematiche Esg, che rimarranno uno degli elementi fondamentali in base ai quali valutare le aziende più attrattive”.
.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.