L’indice dei prezzi schizza al 9,1% ad agosto. Nagel invoca un “aumento vigoroso” del costo del denaro. Per i gestori un rialzo di 75 punti base è quasi inevitabile
Un altro record dell’inflazione e un altro punto a favore dei cosiddetti falchi, che nel board Bce spingono per un aumento consistente dei tassi già nella prossima riunione dell’8 settembre. Secondo le attesissime stime Eurostat, ad agosto l’indice dei prezzi dell’Area euro dovrebbe attestarsi al 9,1%, l’ennesimo massimo storico dall’introduzione della moneta unica, in aumento rispetto all’8,9% di luglio.
A pesare è ovviamente sempre l’energia, con Mosca che ha chiuso di nuovo i rubinetti di Nord Stream 1. Guardando alle principali componenti dell’inflazione, si prevede che l’energia avrà il tasso annuo più alto ad agosto (38,3%, rispetto al 39,6% di luglio), seguita da cibo, alcol e tabacco (10,6%, rispetto al 9,8% di luglio), beni industriali non energetici (5,0%, rispetto al 4,5% di luglio) e servizi (3,8%, rispetto al 3,7% di luglio).
Joachim Nagel
Immediata la reazione dei mercati. Il dato di agosto ha infatti contribuito a peggiorare l’umore degli investitori proprio in vista dei futuri aumenti dai tassi da parte dell’Eurotower. I listini, già alle prese con la chiusura delle forniture di gas da parte della Russia, con l’ennesimo calo del petrolio per i timori sulla domanda globale e con le nuove restrizioni anti-Covid in Cina, hanno subito aumentato le perdite.
E immediata si è alzata anche la voce dei falchi della Bce. “Abbiamo bisogno di un aumento vigoroso dei tassi a settembre”, ha detto il presidente della Bundesbank tedesca, Joachim Nagel, a Francoforte. “E nei prossimi mesi ci si deve aspettare nuovi passi sui tassi”, ha aggiunto.
La view dei gestori
Silvia Dall’Angelo, senior economist di Federated Hermes
Silvia Dall’Angelo, senior economist di Federated Hermes, fa notare come dalle stime Eurostat sia emersa anche l’indicazione di un ampliamento delle pressioni inflazionistiche, dato che l’inflazione core è aumentata al 4,3%, dal 4% di luglio. “Poiché i prezzi dei future del gas sono aumentati significativamente negli ultimi mesi, l’inflazione complessiva dell’area dell’euro rimarrà in una tendenza al rialzo nel breve termine e probabilmente raggiungerà un picco di circa il 10% nel quarto trimestre”, avverte.
Pe l’esperta di Federated Hermes, in prospettiva l’indice dei prezzi dovrebbe scendere rapidamente nel 2023, in particolare nella seconda metà dell’anno, poiché la stabilizzazione dei prezzi dell’energia (e i relativi effetti base), l’allentamento dei vincoli dell’offerta globale e, soprattutto, un forte rallentamento della domanda dovrebbero fornire pressioni al ribasso. “Vale la pena sottolineare che la zona euro entrerà probabilmente in recessione nella seconda metà di quest’anno, a causa dell’aggravarsi della crisi energetica”, fa notare.
Naturalmente per la Dall’Angelo il dato di agosto rafforza l’ipotesi di un rialzo dei tassi di 75 punti base alla riunione della Bce della prossima settimana, anche se l’entità della mossa dipenderà in ultima analisi dalle previsioni aggiornate dello staff. “È probabile che queste mostrino un ulteriore deterioramento del quadro di crescita-inflazione nel breve termine, creando un grave dilemma politico per la Bce. Per il momento, la Bce si concentrerà probabilmente su un’inflazione elevata e si opporrà al rischio che l’inflazione si radichi per effetto del secondo ciclo. Con l’intensificarsi dei rischi di recessione, la finestra di opportunità per un ulteriore inasprimento della politica monetaria si è tuttavia ristretta”, chiarisce.
“È probabile che la Bce anticipi alcuni rialzi dei tassi nelle prossime due riunioni e faccia una pausa verso la fine dell’anno, man mano che i danni all’economia derivanti dalla crisi energetica in corso diventano più evidenti – conclude quindil’esperta di Federated Hermes -. Le conseguenze delle elezioni italiane di fine settembre potrebbero causare un certo stress nelle obbligazioni periferiche europee, mettendo in discussione la credibilità dello strumento di protezione della trasmissione della Bce. Nel complesso, è probabile che la normalizzazione della politica monetaria della Bce proceda con cautela”.
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