Aumenta la ricchezza delle famiglie italiane
Nel 2021 su del 3%, 176.000 euro pro capite. Ma cala dell’1,1% in termini reali. Corre il valore delle attività finanziarie (+6,6%) grazie ai guadagni su azioni e fondi comuni
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Continua il trend al ribasso per i risparmi delle famiglie. Guerra e inflazione pesano infatti sulle tasche degli italiani, che vedono calare il loro potere d’acquisto, cominciano a dover intaccare i loro risparmi e riescono ad accantonare sempre meno. Lo certifica l’Istat, che tira le somme del secondo trimestre del 2022, il primo caratterizzato per intero dalle conseguenze del conflitto in Ucraina.
Tra aprile e giugno scorsi la pressione fiscale è stata salita al 42,4%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e il potere d’acquisto delle famiglie ha registrato una flessione lieve nonostante l’impatto negativo dell’aumento dei prezzi. Il tasso di risparmio delle famiglie è però diminuito di 2,3 punti percentuali, pur restando ancora su livelli più alti rispetto al periodo pre-pandemico.
In diminuzione anche la propensione al risparmio, che è stata pari al 9,3%, in calo di 2,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è invece aumentato dell’1,5% rispetto ai primi tre mesi dell’anno e i consumi sono cresciuti del 4,1%. Ma l’Istat sottolinea che, a fronte di un’aumento dell’1,5% del deflatore implicito dei consumi finali delle famiglie, il potere d’acquisto delle famiglie è lievemente diminuito rispetto al trimestre precedente (-0,1%).
Per quanto riguarda le imprese, nello stesso periodo, il tasso di investimento è stato pari al 25,0%, ed è cresciuto di 0,5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Si conferma dunque il trend crescente del tasso di investimento delle società non-finanziarie, a fronte di utili rimasti invariati. Rimane infatti stabile sui minimi della serie storica dal 1999 la quota di profitto.
La stessa tendenza caratterizza tutta l’Eurozona. Sempre nel secondo trimestre del 2022 il tasso di risparmio è sceso al 13,7% dal 15,2% registrato nel periodo gennaio-marzo. Eurostat spiega il calo con l’aumento dei consumi del 3,5%, a un tasso più rapido rispetto al reddito disponibile lordo (+1,7%). Pressoché stabili invece gli investimenti delle famiglie al 10,1% nell’area euro.
Guardando alle imprese, la quota di utili nel secondo trimestre del 2022 è leggermente diminuita, passando dal 40,0% al 39,8% nell’area dell’euro. Il tasso di investimento delle imprese nell’area dell’euro è rimasto stabile al 23,9%.
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