Fed pronta ad alzare i tassi
Il numero uno della banca centrale Usa, Yellen, ha fatto capire che i rialzi quest’anno potrebbero essere più di due. Un evento sottostimato dal mercato e che potrebbe favorire un rally di breve del dollaro
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Nel 2016, l’industria mondiale dei fondi si è mossa a più velocità. I “giovani” mercati emergenti (Asia, Africa e America latina) hanno segnato i tassi di crescita maggiori. Gli Stati Uniti hanno attratto più flussi rispetto al 2015 (288 contro 260 miliardi di dollari), mentre l’Europa ha visto ridursi la raccolta netta (da 184 a 103 miliardi). Ancora più significativa (da 314 a 138) è stata la contrazione per i fondi cross-border, ossia quelli domiciliati nei cosiddetti paradisi fiscali, principalmente il Lussemburgo e l’Irlanda, che hanno il Vecchio continente e l’Asia come maggiori mercati di sbocco (dati Morningstar relativi ai fondi e agli Etf).
Figura 1 2016 Organic Growth Rate per regione
Fonte: Morningstar Direct Asset Flows.
Meno fiducia sui mercati
Nel complesso, la raccolta globale è stata pari a 728 miliardi, in calo rispetto ai mille miliardi del 2015, a significare una diminuzione della fiducia degli investitori sui mercati globali di fronte a un quadro macroeconomico che rimane debole in gran parte delle regioni, nonostante il positivo andamento delle Borse nel 2016. A differenza dei precedenti due anni, i flussi si sono diretti soprattutto verso i fondi obbligazionari e monetari a discapito degli azionari, che hanno sofferto riscatti netti a causa delle tensioni geopolitiche, dalle preoccupazioni per il futuro dell’euro e dei timori che il rally di Wall Street possa finire, dato che dura ormai da otto anni.
Portafoglio d’oro
Il clima di incertezza ha portato molti investitori a cercare rifugio nei prodotti specializzati sui metalli preziosi, in particolare l’oro. La categoria Commodity, infatti, ha registrato il più alto tasso di crescita nel 2016: l’organic growth rate, che misura i flussi in percentuale degli asset iniziali, è stato del 25,7%. E’ significativo anche l’incremento del reddito fisso (+6,9%), considerato che questa attività finanziaria è in una fase di maturità del suo ciclo di sviluppo, avendo un patrimonio globale di oltre 6.600 miliardi, secondo solo agli azionari. I dati generali, tuttavia, celano particolarità locali. Ad esempio, in Asia e in Canada la raccolta dei prodotti specializzati sulle Borse è stata positiva, a differenza delle altre regioni. Bilanciati ed alternativi sono, invece, tra i preferiti in Europa e i fondi immobiliari negli Stati Uniti.
Figura 2 2016 Organic Growth Rate per tipologie di investimento
Fonte: Morningstar Direct Asset Flows.
L’ascesa dei fondi indicizzati
Al di là delle differenze nell’asset allocation, un fenomeno che si sta propagando dall’America al resto del mondo è quello delle strategie indicizzate. Gli investitori a stelle e strisce hanno fatto fluire circa 500 miliardi negli index fund, a discapito dell’approccio attivo da cui sono usciti 204 miliardi. Nelle altre regioni, lo sviluppo del cosiddetto low cost investing è più lento, ma continua. Se i comparti azionari sono i più interessati dal fenomeno, anche il segmento obbligazionario è stato contagiato. Per contro, sono solo marginalmente coinvolti i bilanciati e gli alternativi, tra i quali la gestione attiva può fare la differenza e l’offerta di Etf e indicizzati è limitata. Protagonista e principale beneficiario di questo trend è Vanguard, leader globale nell’approccio passivo a basso costo, che in un anno ha raccolto oltre 300 miliardi di dollari, più dell’intera industria nel suo complesso.