Private market, bond e gestione attiva: i family office rivoluzionano l’asset allocation
Per l’Ubs Global Family Office Report 2023, tensioni geopolitiche, tassi e inflazione stanno causando nei portafogli “il più grande cambiamento mai registrato”
3 min
L’inflazione allenta la presa sull’Eurozona, ma non abbastanza da fermare la Bce. Stando alla stima preliminare di Eurostat, l’indice dei prezzi dell’Area euro dovrebbe infatti attestarsi al 6,9% nel mese di marzo: una dato in netto calo rispetto all’8,5% di febbraio e sui minimi da 13 mesi ma che, complice la tenacia della componente core, non assicura lo stop al rialzo dei tassi da parte dell’Eurotower. Anzi, per S&P Lagarde e colleghi hanno in canna un nuovo aumento a maggio.
I prezzi al netto di energia e cibo, spiega Eurostat, dovrebbero attestarsi in salita al 7,9%, dopo il 7,8% di febbraio e il 7,33% di gennaio: si tratta di una crescita ma a ritmo più lento. Per quanto riguarda, invece, i diversi componenti dell’indice generale, alimentari, alcol e tabacco hanno registrato l’impatto più elevato (15,4% dal 15% di febbraio), seguiti da beni industriali non energetici (6,6% da 6,8%), servizi (5% da 4,8%) ed energia (-0,9% dopo +13,7%).
Prezzi in frenata anche in Italia e Francia
A livello di singoli Paesi, dopo il calo record dell’inflazione spagnola e un dato migliore delle attese in Germania, anche Italia e Francia mostrano segni di raffreddamento sul fronte dei prezzi. L’indice di Parigi è sceso al 5,6% dal 6,3% del mese prima, anche se i beni alimentari sono rincarati su base annua del 15,8%. Il carovita nostrano si è invece attestato al 7,7% dal 9,1% di febbraio, toccando il livello più basso da maggio 2022 grazie al ribasso dell’energia. Praticamente in tutti i Paesi, però, la dinamica risulta la stessa: forte rallentamento dell’indice generale con l’inflazione di fondo che resta sostenuta.
📰 Leggi anche “Bce, per i gestori Lagarde tirerà dritto sui tassi“
Inevitabile che il mercato continui a sperare nella fine della stretta monetaria ma senza farsi troppe illusioni sui tempi. Nonostante “il forte calo” del valore complessivo, i dati flash “non danno alla Bce molto sollievo” nella lotta al rialzo dei prezzi, dal momento che “la crescita dell’inflazione di fondo non è certamente benvenuta”, osserva Diego Iscaro, head of European economics di S&P Global Market Intelligence.
Per l’esperto è improbabile che la Bce, alla luce dei nuovi numeri, possa considerare terminata la sua battaglia. “Lo stress nel settore finanziario comporta maggiore incertezza del solito sulla prossima mossa della Bce, ma continuiamo a credere che un ulteriore rialzo dei tassi a maggio sia nei piani”, afferma Iscaro. Secondo lui, i dati offrono comunque qualche ragione per essere ottimisti: “Riteniamo che l’inflazione core sia vicina al suo picco e che sia probabile un allentamento della pressione dai prezzi alimentari nel secondo trimestre. In ogni caso, ci aspettiamo che il dato resti relativamente vischioso per via di una combinazione di crescita dei salari nominali e di margini di utile delle imprese”, conclude.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.
.