“I mercati stanno snobbando l’economia reale. Aprite il paracadute”
Ignorare i rischi non li farà sparire. Ecco perché secondo WisdomeTree bisogna tornare a guardare il Paese reale e adottare un approccio difensivo. Senza rinunciare ai profitti
3 minuti
Secondo il report mensile “Le Pmi innovative italiane” di Invenue, società di consulenza aziendale e di advisory specializzata nel mondo delle aziende innovative, le Pmi innovative al 31 gennaio 2022 sono 2.212. “In crescita di 23 unità rispetto al mese precedente e di 399 unità rispetto a gennaio 2021 (la crescita era stata di 407 unità nei dodici mesi precedenti, da gennaio 2020 a gennaio 2021)”. “Sulla base dei codici Ateco 2007” si legge ancora, “si riscontra la particolare diffusione delle attività di produzione di software, consulenza informatica e attività connesse (oltre il 31% delle aziende), ricerca scientifica e sviluppo sperimentale (oltre il 12%) e fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (5,52%, in leggera contrazione rispetto ad un anno fa)”.
Ma la crescita dell’innovazione non può prescindere da un altro trend fondamentale dell’economia; l’attenzione agli aspetti sociali e ambientali. Per Giorgio Bortolozzo, head of Equity di Arca Fondi SGR è proprio da questa unione che deriva un nuovo paradigma della crescita.
Negli ultimi anni abbiamo visto una crescente attenzione verso le tematiche di sostenibilità, soprattutto ambientale, ma anche sociale. La crescente sensibilità degli investitori ha visto un riscontro da parte delle società che cercano di essere più aperte e più trasparenti, oltre che più attente, sulle loro pratiche e politiche Esg. Società di maggiori dimensioni, e società più chiaramente esposte ai rischi di sostenibilità hanno, in media, risposto prima a questi stimoli. Compatibilmente con le dimensioni e l’oggettiva difficoltà di raccogliere ed elaborare una crescente mole di informazioni, anche le società più piccole si stanno adeguando al nuovo paradigma. Questo è di estrema importanza nell’ambito dell’economia reale, sia per il legame che queste società hanno con il territorio e con le comunità di cui fanno parte, sia per acquisire visibilità nei confronti di una platea di investitori di più ampio respiro.
In Arca Fondi adottiamo un approccio di selezione attivo che va a cercare le eccellenze del nostro paese. Le società che cerchiamo devono avere una leadership di settore, un brand riconosciuto, un business model vincente e degli assodati vantaggi competitivi. Caratteristiche in grado di sostenere la crescita nel tempo. Anche la sostenibilità sta diventando un fattore competitivo e di analisi sempre più rilevante. Non abbiamo dei settori che andiamo a privilegiare in modo strutturale, preferendo cercare, di volta in volta, le migliori opportunità che il mercato ci offre. In questo periodo abbiamo una marginale preferenza per quei settori che trarranno beneficio dal PNRR, come digitalizzazione e cyber-security, e dal crescente bisogno di uno sviluppo energetico sostenibile.
Negli anni più recenti abbiamo visto anche le società più piccole prestare più attenzione alla sostenibilità della propria attività e a comunicarlo adeguatamente. Ritengo che il risparmio gestito possa aiutare questo processo agendo principalmente su due leve. La prima è quella di scegliere dove investire, penalizzando, di fatto, quelle società che decidano di essere più opache o che, ignorando i temi della sostenibilità, siano più esposte, nel loro percorso di crescita, a rischi di natura ambientale, sociale e di governance. L’altra è quella del dialogo, aperto e trasparente, tra risparmio gestito e società, aiutando queste ultime ad adottare le best practices di settore, individuando i temi più rilevanti e il metodo di comunicazione più efficace.
Il 2022 era iniziato con buone prospettive di crescita, grazie a un’economia in ripresa e attese positive dall’implementazione del PNRR. Queste caratteristiche di fondo restano ancora valide oggi, ma l’aumento dell’inflazione, dei tassi di interesse e dell’incertezza legata al conflitto tra Russia e Ucraina rischiano di rallentare, se non minare, la ripresa. Fino ad oggi abbiamo visto un impatto contenuto di questi effetti, anche per le società più esposte all’aumento dei costi di energia e materie prime. Gli eventuali impatti sulla marginalità tuttavia dipenderanno direttamente dalla durata e dall’intensità della crisi geopolitica in atto.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.