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I clienti private conoscono meglio e sono più disposti a investire in strategie sostenibili. Ma, per tutti, questi prodotti sono poco pubblicizzati e offerti dai consulenti. La ricerca
In Italia sono i clienti con un patrimonio maggiore a conoscere meglio e ad essere più propensi a investire i loro soldi in prodotti Esg. È quanto emerge dalla ricerca targata Nordea Am e condotta da Finer Finance Explorer, che mette in evidenza anche come, a detta di tutti gli investitori, pubblicità e offerta da parte dei consulenti finanziari in questo settore sono ancora scarse.
Il sondaggio ha coinvolto ben 300 clienti di consulenti finanziari: 100 affluent, ovvero investitori con un patrimonio finanziario compreso tra i 50 mila e i 200 mila euro; 100 upper affluent, con un patrimonio compreso tra i 200 mila e i 500 mila euro, e 100 private, il cui patrimonio supera i 500 mila euro.
Ebbene, ne è emerso che il livello di conoscenza degli investimenti Esg degli italiani cresce in relazione all’entità del patrimonio finanziario. Chi detiene un patrimonio superiore ai 500 mila euro, infatti, conosce meglio l’argomento rispetto a chi ne ha uno inferiore. Si parla di una percentuale del 55% contro quella del 29% per chi ha un patrimonio compreso tra i 200 e i 500 mila euro. La percentuale scende al 12% se si prendono in considerazione gli investitori con un patrimonio ancora inferiore.
Il gruppo private è anche quello che ha una migliore e corretta percezione di cosa si intende per investimento socialmente responsabile, ossia un investimento che ha l’obiettivo di creare un ritorno per il cliente ma anche un beneficio per la società e l’ambiente. Non solo: è anche il gruppo maggiormente propenso ad investire in strategie Esg. Degli affluent, infatti, solo il 17% investirebbe con alta probabilità, contro il 41% degli upper affluent e quasi il 57% dei private.
Tra gli ostacoli che si frappongono tra gli investitori e le strategie Esg c’è principalmente il timore che si tratti di un trend passeggero (la pensa così il 75% degli affluent, il 43% degli upper affluent e il 23% dei private), una mancanza di informazione (qui le percentuali sono rispettivamente 59%, 17% e 55%), una scarsa conoscenza di società con proposte Esg in portafoglio (49%, 27% e 24%) e infine la convinzione che si tratti di strategie che portano ad un rendimento inferiore (34%, 24% e 15%).
Gli affluent che non hanno ancora investito responsabilmente potrebbero farlo se i prodotti Esg avessero migliori perfomance (36%) o minori costi (33%). Gli upper affluent vorrebbero invece un contenimento del rischio (35%) e un beneficio concreto e misurabile (22%), le due opzioni più scelte anche dai private, rispettivamente al 38% e al 33%.
Interessante, infine, il dato che riguarda il grado di promozione di queste strategie. La ricerca infatti mostra che la maggior parte degli investitori intervistati, appartenenti a tutte e tre le categorie, ritengono gli investimenti Esg ancora poco pubblicizzati.
Poca proattività anche nell’offerta: solo il 31% della clientela affluent ha ricevuto nell’ultimo anno proposte di investimento su prodotti sostenibili. Il dato sale al 52% per la upper affluent e al 69% per la private. Dall’altra parte, oltre il 60% dei consulenti finanziari ammette di non aver proposto prodotti Esg ai suoi clienti negli ultimi 12 mesi.
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