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La Space Economy è bollente. Sono sempre più numerosi gli strumenti con cui puntare sullo spazio anche senza gli investimenti miliardari di Bezos, Musk e Branson
Le saghe di Guerre Stellari, Star Trek, Guida Intergalattica per Autostoppisti hanno fatto immaginare a intere generazioni universi lontani. Oggi la Space Economy è a portata di portafoglio anche degli investitori retail. Secondo la Satellite Industry Association complessivamente la Space Economy conta già su un giro d’affari di 366 miliardi di dollari di cui il 74% riconducibile all’industria satellitare. Ma il settore cresce a ritmi vorticosi, aprendo di giorno in giorno nuovi orizzonti agli investitori. Richard Branson, Elon Musk e Jeff Bezos stanno accelerando gli investimenti per la conquista dello spazio, quello profondo e anche quello più vicino al Pianeta. E non in senso figurato. I tre imprenditori visionari si propongono infatti, con le società Virgin Galactic di Branson, SpaceX e la controllata Starlink (attiva nella creazione di una costellazione di satelliti in orbita terrestre capaci di garantire l’acceso a internet) di Musk; Blue Origin (per l’esplorazione dello spazio) e Project Kuiper (per supervisionare la fornitura di internet di Amazon) di Bezos, di avviare accordi commerciali proficui. E per gli investitori potrebbero aprirsi, oltre a prospettive di futuri voli orbitali a scopi turistici, anche opportunità di investimento.
Il tema dello spazio è bollente. Lo sostiene con FocusRisparmio Andrew Chanin, co-fondatore e ad di ProcureAM, secondo cui “lo spazio non è più solo un’opportunità per governi e miliardari dalle tasche profonde. Il settore è ora accessibile a un’ampia gamma di imprenditori e imprese che cercano di monetizzare sul suo potenziale di crescita”. ProcureAM offre il Procure Space ETF (Nasdaq: UFO) che si definisce, in una nota societaria, il primo fondo scambiato in Borsa al mondo dall’aprile del 2019 che dà un’esposizione esclusiva all’industria spaziale globale investendo in 31 società internazionali quotate con una capitalizzazione di mercato complessiva di 41miliardi di dollari. Le dieci società rappresentate nell’Etf per peso sono Orbcomm; Iridium Communications, Maxar Technologies; Trimble; Sky Perfect JSat Holdings; Garmin; Sirius Xm Holdins; Weathernews; Eutelsat Communications e Ses. Dal suo avvio l’Etf ha registrato un guadagno del 3,5%, con una accelerazione nell’ultimo periodo (+22% nei tre mesi e +27% nei sei mesi).
Chanin indica tre trend fondamentali che sosterranno il settore nel medio termine: le elevate barriere all’ingresso determinate dai costi stellari e dell’altrettanta siderale competenza tecnica; la sempre più stretta dipendenza nella vita quotidiana delle persone dalle infrastrutture satellitari (per quanto il più delle volte inconsapevole) per temi emergenti come 5G, blockchain, e cloud e, infine, la difesa spaziale come “area di spesa irrinunciabile per le superpotenze mondiali”.
“I progressi nell’elettronica hanno permesso alle aziende di produrre satelliti più compatti e potenti in modo più efficiente dal punto di vista dei costi. Inoltre, l’avvento dei razzi riutilizzabili ha ridotto significativamente i costi di lancio” sostiene l’esperto di ProcureAM secondo cui: “La missione Crew-1 di SpaceX del maggio 2020, ad esempio, ha abbassato i costi di lancio per passeggero da circa 80 milioni di dollari a 55 milioni, una diminuzione di quasi il 32% per cento. Questa riduzione delle spese per le attrezzature consentirà alle imprese di allocare più risorse ad iniziative rivolte allo spazio”. Quanto alle prospettive future, lo sviluppo del tema spaziale potrebbe unire gli interessi pubblici a presidiare un tema così strategico con quello delle imprese private proprio perché “i governi si affidano principalmente alle aziende private per sviluppare infrastrutture e tecnologie di difesa”. Chanin in merito ricorda come nel 2019 sia stato creato nuovo ramo delle Forze Armate degli Stati Uniti: la United States Space Force. Pechino e Mosca non restano indietro. “La Cina ha obiettivi ambiziosi di dare vita a una colonia lunare entro il 2028 e potenzialmente una base militare lunare entro il 2030”. Anche la Russia sta allocando risorse significative per la militarizzazione e la difesa spaziale. “Man mano che sempre più nazioni aumentano le loro competenze spaziali militari, è anche probabile che altri rivendicheranno i loro diritti in una seconda “corsa allo spazio”” ricorda l’esperto di ProcureAM.
In particolare, l’Etf di Chanin tiene d’occhio cinque comparti da cui ritiene che in futuro potranno emergere operatori dell’industria dello spazio: il turismo spaziale incluso trasporto e ospitalità; sistemi di difesa nello spazio: esplorazione ed estrazione nello spazio; colonizzazione spaziale e infrastrutture necessari: tecnologie che possano dare vita alla Space Economy.
Tra gli Etf disponibili dedicati alla conquista della spaio ci sono anche Ark Space Exploration di Cathie Wood, guru hi tech e Spdr S&P Kensho Final Frontiers Etf. Mentre per chi preferisse dare un occhio a Wall Street, in attesa che Musk e Bezos quotino le proprie creature, ci si può muovere tra Virgin Galactic, pioniere dei viaggi ipersonici quotatosi nell’ottobre del 2019; Stable Road Acquisition (spac che, lo scorso ottobre, ha annunciato che si sarebbe fusa a inizio 2021 con Momentus, società di logistica spaziale che punta a muovere carichi e satelliti in orbita); Maxar Tecnologies, fornitore di servizi satellitari; colossi della difesa come Lockheed Martin che ha appena acquisito il lanciarazzi Arojet Rockedyn e Northrop Grumman . E non mancano anche società da guardare in Piazza Affari come Avio, Leonardo e Stm che recentemente ha firmato un accordo con la Starlink di Musk.