FocusRisparmio | Nov – Dic 2024
Trend socio-demografici, geopolitica e sostenibilità cambiano le prospettive di investimento. Educazione, pianificazione e previdenza per affrontare le sfide inedite del domani
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Sono diverse le trame che si annodano sullo scenario economico globale. Costruire un portafoglio diventa un processo di accuratezza. Ne parlano Marco Mencini, fund manager di Plenisfer Investments (parte dell’ecosistema di Generali IP) e Guido Maistri, lead manager retail business Italia di Generali Investments, in un’esclusiva streaming per gli spettatori di FR|Vision, partendo da una domanda con diverse risposte, a volte anche contrastanti: quale futuro ci aspetta tra rischi e opportunità di investimento?
“Molti temi che sono al momento centrali preesistevano già l’anno scorso” premette Maistri, facendo riferimento alle problematiche che stanno attraversando il contesto attuale: inflazione, crisi geopolitica, riassestamento della globalizzazione, falle nel processo di valore.
“Già lo scorso anno ci si chiedeva quanto sarebbe rimasta e che caratteristiche avrebbero avuto” continua Maistri, ma le caratteristiche con cui l’inflazione è rimasta sui mercati sono del tutto inedite. “Siamo in un’ambiente di gestione differente rispetto agli ultimi 40 anni”.
Si palesa nelle analisi degli osservatori “l’idea di un nuovo paradigma di investimento”. “Se guardiamo in avanti”, specifica Maistri, “molti di questi temi veramente cambiano la prospettiva del futuro”.
Mencini spiega che “il mondo si trova alle prese con complessità riassumibili in tre fattori”. Il manager fa riferimento agli sforzi di Stati e imprese nell’accelerazione della transizione energetica, le molteplici conseguenze del conflitto Russia-Ucraina, “che ha sovrapposto il tema dell’efficienza energetica a quello della sicurezza energetica”, infine la dinamica di totale o parziale inversione del trend della globalizzazione. A queste tre macro aree va aggiunta l’ombra dell’inflazione.
In questa situazione, specifica Mencini, “le imprese sono chiamate a ripensare le catene di valore, la loro distribuzione e la loro localizzazione”. Tale riorganizzazione porta ad un ulteriore problema: il costo del lavoro.
“L’aggravio dei costi e diversi input price, fanno sì che a livello di impresa ci sia una pressione evidente sui margini” restringendo, d’altro canto, la possibilità di spesa di famiglie e consumatori. “Questo crea un circolo vizioso in termini di dinamiche inflattive”.
“Tanto negli Usa, quanto in Germania” racconta Mencini, “si osserva un andamento dell’inflazione estremamente significativo in termini di crescita”. “In buona sostanza siamo alle prese, forse per la prima volta, con dinamiche inflattive non legate a un ciclo della domanda robusto”, come già visto sui mercati, ma di fronte a un’offerta che diventa più complessa e costosa. “C’è la necessità di programmare investimenti e affrontare il tema del costo del lavoro e manodopera qualificata, vista l’ampia scala di aziende che hanno esternalizzato i processi” conclude.
Viste le premesse, dove dovrebbe guardare l’investitore, in questo scenario così complesso, per riscontrare opportunità di investimento?
In relazione alle macro aree, cui sopra, Maistri ha una visione prospettica precisa: “una volta che la guerra finirà, sicuramente la globalizzazione dovrà trovare nuovi equilibri”. Così per il mondo green: “tutti gli sforzi per la transizione verde drenano enormi quantità di commodities sul mercato. Anche questo cambierà lo scenario”.
“Da qui le nostre idee di strategia” spiega. Ovvero, buy beta, a caccia di alpha e follow trend. In relazione alla prima strategia, bisogna tener presente che “all’interno di un portafoglio diversificato, è sempre più importante andare ad inserire delle strategie che abbiano dei gestori che possano andare a catturare alpha in diverse situazioni di mercato”.
Per il secondo pilastro strategico, “ci sono dei trend solidi e robusti per i prossimi anni”. La transizione green, in primis, ma “anche il tema dell’invecchiamento della popolazione” afferma Maistri. Per il manager, la differenza con il passato è “il drawdown dell’azionario”. “Difficile trovare posti per nascondersi se ho portafogli beta” osserva Maistri. “Le politiche monetarie sono armi relativamente spuntate di fronte alla complessità e alla durata di questa tipologia di problemi” aggiunge Mencini, che specifica: “tali problematiche richiedono investimenti estremamente importanti, che hanno dei costi che il sistema non era abituato a vedere e assorbire”.
“Questo nuovo paradigma economico offre a nostro parere interessanti opportunità”. A livello di impresa, attenzione al settore manifatturiero, che potrebbe offrire secondo Mencini investimenti interessanti. Il settore, per Mencini, “deve trovare la capacità di ingegnerizzare gli investimenti e i processi di produzione”. E soprattutto, specifica, “di sfruttare la tecnologia dell’automazione dei processi” nell’ottica di un generale efficientamento delle imprese. Se l’ultimo decennio ha visto protagonista l’espansione di Internet, nei prossimi anni, spiega Mencini, “c’è margine di pensare che gli sforzi si concentreranno sul miglioramento dell’ecosistema aziendale”.
“Il livello di automazione dei processi è ancora in uno stato embrionale in alcuni settori”, racconta. Per il futuro “bisognerà anche guardare verso Oriente”. Se l’Europa e gli Stati Uniti affrontano l’inflazione con politiche monetarie restrittive, la Cina continua a crescere con politiche più accomodanti, non celando l’intenzione delle autorità di voler continuare a far crescere il Paese. “È evidente che se le problematiche a cui abbiamo fatto riferimento sono essenziali, significa anche che queste potrebbero offrire opportunità di investimento interessanti”.
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