Dividendi globali, nuovo record a 431 miliardi. Ma calano le attese per il 2024
USA al top grazie a Meta e Alphabet. Bene Cina e India, frena l’Europa. Tra i settori dominano banche e media. Il Global Dividend Index di Janus Henderson
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Una banca digitale di nuova generazione in cui intelligenza artificiale e offerta personalizzata si sposano alla perfezione. Negli Usa si chiama speedboat bank, letteralmente ‘banca motoscafo’, ed è la meta degli istituti di credito italiani che vogliono entrare a pieno titolo nel futuro. È quanto emerge da una ricerca di Excellence Consulting, stando alla quale le banche tricolori stanno transitando dalla digital transformation alla digital coopetition, un processo che ha come volano primario l’intelligenza artificiale. E a guidare il cambiamento ci sono Intesa SanPaolo e UniCredit.
Per la ricerca sono stati intervistati 700 clienti bancarizzati di età diverse. Ebbene: appena il 20% degli over 30 e nessuno degli under 30 si ritiene soddisfatto dei servizi digitali della propria banca digitale. Per l’implementazione di servizi finanziari innovativi, la quasi totalità del campione (il 92%) crede che l’AI potrebbe essere determinante, il 51% considera importante la costruzione di ecosistemi di servizi in partnership con altre fintech, mentre per il 25% sarà decisiva la tokenizzazione (trasformazione in blockchain, ndr) degli asset finanziari.
Una tendenza perfettamente in linea con quanto sta avvenendo negli Stati Uniti e alla base delle scelte delle due principali banche italiane, Intesa SanPaolo e UniCredit.
D’altra parte, dopo un decennio di investimenti in digital transformation, gli istituti tradizionali si dichiarano spesso delusi dei risultati, che nella maggior parte dei casi si traducono in applicazioni digitali che simulano vecchi processi analogici. A pesare, poi, nel nostro Paese, è anche il fatto che numerose banche condividono i loro sistemi di core banking gestiti da aziende consortili.
Ora però qualcosa sta cambiando e la nuova strada imboccata dal top management, più che costruire una strategia digitale in partnership con i fornitori dei sistemi centrali, è lanciare nuove banche digitali appoggiandosi su piattaforme di mercato innovative e su di esse costruire il futuro. Esattamente come indicato nei recenti piani industriali di Intesa e UniCredit.
Si punta, dunque, su applicazioni di core banking di nuova generazione, con l’obiettivo di convertire successivamente gli attuali sistemi legacy. Proprio come le speedboat bank a stelle e strisce. Tale offerta, sviluppata inizialmente per servire una nicchia di clienti, successivamente può essere estesa a fette sempre più larghe di clientela, finché la nuova banca digitale diventerà l’organizzazione prevalente all’interno dell’organizzazione degli incumbent.
Nel dettaglio, dalla ricerca di Excellence Consulting, “Dalla digital transformation alla digital coopetition”, emerge che sebbene il 56,6% degli intervistati affermi che le banche digitali, ad oggi, hanno raggiunto un buon livello di digitalizzazione, solamente il 20% degli over 30 e nessuno degli under 30 si ritiene pienamente soddisfatto dai servizi digitali ricevuti. C’è quindi un margine di crescita e di intervento, in particolare circa la fascia di popolazione più giovane. Da numerose analisi internazionali emerge poi l’importanza dell’intelligenza artificiale per tratteggiare le caratteristiche della banca digitale del terzo millennio.
E la survey conferma tale tendenza: il 92% degli intervistati reputa l’AI determinante per l’implementazione di servizi finanziari innovativi. Non solo, per il 51% degli intervistati sarà molto importante anche che tali banche sappiano costruire modelli di offerta basati su ecosistemi di servizi che prevedano anche la partnership con altre fintech, mentre per il 25% sarà la tokenizzazione degli asset finanziari un ulteriore elemento chiave di innovazione su cui le banche digitali dovranno investire.
Stando ai dati, quindi, secondo Maurizio Primanni, ceo Excellence Consulting, possiamo considerarci all’alba di una nuova fase di digitalizzazione dell’industria bancaria. “Dobbiamo renderci conto che abbiamo oramai superato la fase della digital transformation e stiamo entrando a pieno titolo in una nuova fase di mercato che possiamo definire di digital coopetition, in cui operatori tradizionali e innovativi si confronteranno, ma spesso anche collaboreranno, per lo sviluppo di nuovi servizi finanziari digitali”, afferma.
“L’utilizzazione sistematica delle tecniche di data science & analytics e dell’intelligenza artificiale permetterà alle banche digitali di nuova generazione di superare il limite di un approccio commerciale troppo passivo, per potere proporsi alla loro clientela target in modo sempre più proattivo, con chatbot ed avatar che proporranno ai clienti soluzioni personalizzate sui loro bisogni – aggiunge Primanni -. In tale contesto sarà molto importante raggiungere in tempi veloci condizioni di profittabilità e autosufficienza economica, scegliendo le linee di offerta a più elevato potenziale di business, tra esse, le esperienze internazionali in corso, suggeriscono di porre particolarmente attenzione ad alcuni temi: il modello buy now pay later, integrato in offerte di embedded finance; i modelli ibridi di digital investing; il digital mortgage; l’offerta di servizi di deposito e consulenza per investimenti in cripto-assets”.
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