L’Eurotower aumenta i tassi di 75 pb e rende più stringenti le condizioni dei maxi-prestiti Tltro. Rimandate a dicembre le decisioni sul Qt. Lagarde: “Non trascuriamo il rischio recessione”. La view dei gestori
Tutto come da attese. La Bce ha annunciato un nuovo aumento dei tassi di 0,75 punti, il secondo della sua storia di tale entità dopo quello di settembre, ribadendo che ne seguiranno altri, e ha deciso di rendere più stringenti le condizioni dei maxi-prestiti Tltro.
Christine Lagarde, presidente della Bce
“Dobbiamo fare quello che dobbiamo fare. Una banca centrale ha il mandato della stabilità dei prezzi e deve perseguirlo usando tutti i mezzi”, ha detto la presidente Christine Lagarde , rispondendo a una domanda sulle critiche di vari leader europei, fra cui la neo premier Giorgia Meloni che aveva evocato una politica potenzialmente ‘azzardata’ citando alcuni osservatori. “Ovviamente – ha proseguito – non significa che trascuriamo il rischio di recessione. Ma ci preoccupa il fatto che i bassi redditi non sono solo vulnerabili al rischio di recessione, ma anche alla realtà dell’inflazione”.
Il tasso principale sale così al 2%, quello sui depositi all’1,5% e quello sui prestiti marginali al 2,25%. D’altra parte un’inflazione al 9,9% in Eurozona non poteva far sperare in niente di diverso al momento. E l’attenzione è ora su dicembre, quando molti investitori confidano in un stretta più moderata, da mezzo punto. Ma il Consiglio direttivo non lascia spazio a certezze, e ribadisce che prevede di aumentare ancora i tassi in futuro e che comunque le decisioni verranno prese riunione per riunione.
Quanto alle banche, il board ha stabilito di modificare “i termini e le condizioni applicati alla terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine”, le cosiddette Tltro, di cambiare i tassi di interesse applicabili alle Tltro3 a partire dal prossimo 23 novembre e di offrire alle banche ulteriori date per il rimborso anticipato volontario degli importi. L’Eurotower, si legge nel comunicato post meeting, ha anche deciso di fissare la remunerazione delle riserve obbligatorie detenute dagli enti creditizi presso l’Eurosistema al tasso della Bce sui depositi presso la banca centrale, “allo scopo di allineare maggiormente tale remunerazione alle condizioni del mercato monetario”.
Nessun cambiamento invece sul fronte Quantitative tightening. L’Eurotower continuerà a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del App per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui ha iniziato a innalzare i tassi “e, in ogni caso, finché sarà necessario per mantenere condizioni di abbondante liquidità e un orientamento adeguato di politica monetaria”. Per quanto riguarda il Pepp, il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza almeno sino alla fine del 2024.
La questione è rimandata a dicembre, ha chiarito Lagarde in conferenza stampa, quando il consiglio “affronterà la discussione e deciderà i principi-chiave” per la riduzione del portafoglio di bond del programma App, dando così il via all’inversione del quantitative easing riducendo il suo bilancio.
I commenti dei gestori
Altaf Kassam, Emea head of investment strategy and research di State Street Global Advisors
Insomma, Francoforte non ha sorpreso nessuno e la mossa sui tassi era stata quasi perfettamente prezzata dai mercati, come fa notare Altaf Kassam, Emea head of investment strategy and research di State Street Global Advisors. “Questa mossa dimostra che la Bce continua a rispondere alle critiche di essere rimasta indietro rispetto alla curva, soprattutto rispetto alla Fed – osserva -, e anche alle crescenti richieste di porre un floor sotto l’euro, nel tentativo di tenere sotto controllo l’inflazione extra importata che la sua debolezza d’azione ha portato. Detto ciò, questa seconda mossa di 75 pb porta il tasso di deposito a metà dell’intervallo dell’1-2% per il tasso neutrale citato dai funzionari della Bce, il che dovrebbe fornire un punto naturale per rallentare il ritmo degli aumenti, data l’alta probabilità di una recessione nell’Eurozona nel quarto trimestre”.
Per questo ora Kassam si aspetta un rallentamento del ritmo dei rialzi dei tassi, con un aumento“solo” di altri 50 punti percentuali a dicembre, raggiungendo un tasso di deposito del 2% entro la fine dell’anno. “Dato il consenso sul rialzo odierno, l’interesse principale si è concentrato sulla strategia di uscita della Bce – sottolinea -: il Qt è stato discusso in questa riunione politica, ma non sarà presa alcuna decisione prima di dicembre e sembra che le preoccupazioni per la frammentazione e la stabilità del mercato potrebbero vedere un’attuazione lenta, e solo dopo che i tassi di policy avranno raggiunto il loro punto finale”.
Per Anna Stupnytska, global economist di Fidelity International, con la decisione di oggi l’attenzione è rivolta alla traiettoria dei tassi e alle eventuali decisioni sul Qt a partire da questo momento. “La Bce continua a trovarsi difronte a un forte compromesso tra un’inflazione elevata, che rimane ai massimi storici, e un rapido deterioramento delle prospettive economiche, con una recessione incombente all’orizzonte”, evidenzia.
Secondo la Stupnytska, infatti, con l’aggravarsi della crisi energetica mondiale e con l’Europa che ne sopporta il peso, l’opportunità di anticipare in modo aggressivo l’inasprimento delle politiche si sta rapidamente riducendo. “La mossa odierna sarà probabilmente l’ultimo grande rialzo di questo ciclo, seguito da aumenti dei tassi più contenuti e da una pausa anticipata, o addirittura dall’abbandono dell’inasprimento, rispetto alle aspettative – afferma -. Date le molteplici variabili in gioco, l’incertezza sulle prospettive macro europee rimane molto elevata e dipenderà soprattutto dall’entità e dalla composizione delle risposte fiscali che, insieme agli sviluppi dell’euro e degli spread dei Paesi periferici, determineranno il percorso della Bce da qui in avanti”.
Michele Morra, portfolio manager di Moneyfarm
“Il meeting è stato caratterizzato da un livello di austerità più basso delle attese. Se da un lato vediamo un secondo ‘jumbo rate hike’ di 75 punti base e la ricalibrazione dei piani di Tltro, dall’altro una retorica più accomodante e la flessibilità sui reinvestimenti di App e Pepp ha rappresentato una sorpresa espansiva”, fa notare Michele Morra, portfolio manager di Moneyfarm, secondo cui Lagarde e colleghi continuano a prediligere la prevenzione della spirale inflattiva a discapito della crescita economica, lasciando però un certo grado di flessibilità per contenere il rischio di frammentazione.
“I mercati si aspettano un rialzo costante del tasso di interesse per tutto il 2023, ma il recente crollo dei prezzi del gas e gli effetti deleteri sull’economia potrebbero frenare il ciclo restrittivo, sorprendendo positivamente l’obbligazionario governativo, ma affossando ulteriormente la moneta unica”, aggiunge Morra.
“Vediamo ancora il tasso terminale della Bce ben al di sotto di quello della Fed”, fa notare infine Charles Seville, senior director di Fitch, per il quale “la dichiarazione che ha accompagnato la decisione della Bce di aumentare i tassi di riferimento dei previsti 75 punti base è suonata severa sull’inflazione, sebbene abbia anche sottolineato che avrebbe richiesto un approccio meeting by meeting”. Riguardo alla stretta alle condizioni dei maxi-prestiti Tltro alle banche, Seville osserva che “rendere più costosi i termini dei prestiti Tltro alle banche segnala la preferenza a iniziare a ridurre questa parte del bilancio più rapidamente, soprattutto quando aumenta il costo del pagamento degli interessi sulle riserve bancarie”.
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