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Per i gestori Christine Lagarde non annuncerà nuove misure. Ma dopo l’estate sono possibili diverse novità, dai fallen angel a un ampliamento del Qe pandemico
Dopo tanto attivismo, domani Francoforte salterà un giro. Ne sono convinti tutti i gestori e gli analisti, che al massimo ipotizzano qualche piccolo aggiustamento, ma non certo nuove misure. D’altra parte l’ha in qualche modo annunciato la stessa presidente della Bce, Christine Lagarde: “Abbiamo fatto così tanto che abbiamo un po’ di tempo per valutare attentamente i dati che giungeranno”, ha detto chiaramente la scorsa settimana. Obiettivo dell’Eurotower, per ora, è quindi monitorare attentamente il riavvio dell’attività economica, che da giugno a oggi non ha mostrato cambiamenti significativi, e occuparsi della cosiddetta grana tedesca.
“L’economia continua a migliorare e le aspettative di inflazione sono rimaste sostanzialmente invariate. Vediamo ancora sufficiente flessibilità nel Pandemic Emergency Purchase Programme per combattere qualsiasi ingiustificato inasprimento delle condizioni finanziarie. Il piano di rifinanziamento a lungo termine di giugno, Tltro, è stato un buon esempio di successo e la liquidità aggiuntiva, circa 550 miliardi di euro, è stata ritenuta sufficiente a sostenere il settore privato nella fase di ripresa (o almeno a ridurre la crisi di liquidità). Nel complesso, non crediamo vi sia una forte necessità di ulteriori azioni da parte della Bce nella fase attuale, ma seguiremo con attenzione la sua politica”, commenta Peter Allen Goves, european interest rate strategist di MFS IM, il quale esclude che Lagarde assuma per ora una posizione meno colomba, anche se un maggiore incoraggiamento sugli sviluppi della situazione sarà nel complesso una “buona” notizia.
“Si discuterà probabilmente anche dei recenti progressi della sentenza della Corte costituzionale tedesca. Le recenti decisioni del Bundestag suggeriscono che la ‘proporzionalità’ non è un problema, visti i documenti presentati di recente dalla Bce. Lagarde dovrebbe confermare che l’approccio della Bce è stato giudicato legittimo e la discussione dovrebbe essere chiusa per ora”, aggiunge lo strategist, secondo cui alla luce delle informazioni attuali e in previsione dei prossimi eventi riguardanti il Recovery Fund, i rendimenti resteranno per lo più bassi in Europa. “Questa idea si basa sulle misure adottate dalla Bce, che ora si associano a una timida ripresa e a una risposta fiscale considerevole e in evoluzione. Tutti gli occhi restano puntati sull’entità del ritorno dell’attività economica, in particolare sugli effetti sul mercato del lavoro, e dobbiamo continuare a tenere seriamente in considerazione tutti i dati sul Coronavirus”, conclude.
Nessuna notizia in arrivo da Francofore neppure per Konstantin Veit, senior portfolio manager euro rates desk di Pimco. “La Bce ha inserito il pilota automatico: monitorerà lo scenario macroeconomico nei prossimi mesi e risponderà a qualsiasi significativo inasprimento delle condizioni finanziarie attraverso il suo programma Pepp. Non saranno, inoltre, pubblicate nuove proiezioni”, assicura. L’esperto sottolinea anche che le politiche della banca centrale continuano a sostenere gli asset di rischio europei, ma che gli spread hanno subito molte variazioni e il contesto rimane caratterizzato da un’elevata incertezza sulle prospettive macroeconomiche e dalla scarsa chiarezza sulla capacità dei rappresentanti dei governi di rispondere alla crisi.
Secondo Veit, la Bce accoglierebbe senz’altro con favore un pacchetto ambizioso che infonda fiducia nella risposta paneuropea, arresti i rischi di coda e sostenga la politica monetaria nell’offrire le necessarie condizioni finanziarie accomodanti per superare la pandemia. L’Eurotower ha infatti sottolineato che le politiche monetarie e fiscali devono essere complementari in questa fase e che gli stimoli di politica monetaria devono procedere insieme alle misure adottate dai governi dell’area euro e dalle istituzioni europee per combattere le ricadute economiche della pandemia e contenere i rischi di coda.
Secondo Fritzi Koehler-Geib, capo economista di KfW, il consiglio direttivo domani potrebbe annunciare qualche piccola modifica ai singoli parametri. “Ad esempio, potrebbe aumentare le esenzioni dai tassi negativi per le riserve in eccesso al fine di sostenere ulteriormente le banche mentre affrontano la crisi”, spiega l’esperto. Gli ultimi dati economici “indicano che l’economia dell’Eurozona ha iniziato a riprendersi a maggio”, prosegue Koehler-Geib, sottolineando come “ulteriori sviluppi rimangono fragili visto il significativo aumento globale delle nuove infezioni”. Con un elevato sottoutilizzo della capacità produttiva per il prossimo futuro, “la pressione sui prezzi rimarrà bassa per lungo tempo e, pertanto, è appropriato un elevato grado di allentamento monetario”, conclude il capo economista di KfW.
Potrebbero esserci degli aggiustamenti tecnici al meccanismo del tiering ratio, che ridurranno la pressione dei tassi negativi sulle banche, anche a detta di Paul Diggle, senior economist di Aberdeen Standard Investments. “Tuttavia, il vero focus sarà su Christine Lagarde, che utilizzerà la conferenza stampa per incoraggiare i leader politici europei a trovare un accordo sul Recovery Fund dell’Ue al vertice di emergenza che si terrà nel corso della settimana – evidenzia -. Ma con le risorse del Recovery Fund destinate ad essere erogate lentamente nell’arco di diversi anni, pensiamo che la Bce potrebbe essere costretta a fare un passo indietro nel corso dell’anno, con un’ulteriore espansione del Qe a settembre o dicembre”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Franck Dixmier, chief investment officer globale per il reddito fisso di Allianz Global Investors, secondo cui la Bce “amplierà il programma di Qe di emergenza pandemica da 1.350 mld euro in autunno per soddisfare le considerevoli esigenze di finanziamento dei governi”. Esigenze che “dovrebbero raggiungere i 1.100 mld euro nel 2021”, prosegue l’esperto, secondo cui il Pepp verrà nuovamente esteso in autunno fino al 2022. Dixmier prevede anche che i mercati obbligazionari “rimarranno sereni, con tassi a lungo termine ben ancorati a livelli molto bassi e la curva dei rendimenti che rimarrà sotto l’influenza della Bce per lungo tempo”.
Puntano su settembre anche gli analisti di Bnp Paribas, quando Lagarde potrebbe estendere il quantitative easing ai fallen angel. “Non prevediamo grandi annunci nella prossima riunione. Ci aspettiamo piuttosto che il Consiglio direttivo faccia il punto sull’efficacia delle misure implementate finora e si concentri sulle prospettive economiche in evoluzione”, puntualizzano gli esperti. “Sebbene riteniamo che l’orientamento al ribasso dei rischi sia ora un po’ meno pronunciato, l’economia si sta evolvendo sostanzialmente in linea con il nostro scenario base che implica ricadute significative per le aziende e declassamenti dei rating”, concludono.