L’oro potrebbe superare quota 1.800 dollari. Ecco perché
Secondo Shah (WisdomTree), il prezzo del metallo giallo potrebbe sfiorare i massimi storici. E aumenta la speculazione
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Se la leggendaria Marilyn Monroe cantava che i diamanti sono i migliori amici delle ragazze, ultimamente sembrerebbe piuttosto che i metalli preziosi siano diventati i migliori amici degli investitori. Complice un agosto volatile, i mercati hanno registrato rialzi non soltanto sull’oro, ma anche su argento (che ha addirittura messo in ombra la performance estiva del metallo giallo), platino e palladio.
“L’interazione tra Trump, la Cina e la Federal Reserve si traduce in un ciclo di reazioni negative che probabilmente manterrà a livelli elevati i beni rifugio come l’oro e l’argento nel corso del 2019”, commenta Aneeka Gupta, associate director della ricerca di WisdomTree. L’esperta argomenta che l’oro è inversamente correlato al dollaro Usa, pertanto se ci si aspetta una perdurante debolezza di quest’ultimo, come nella fase attuale, è lecito aspettarsi anche un buon andamento del metallo giallo, a sua volta fortemente correlato con l’argento, che dovrebbe essere sostenuto anche dall’uso storico come valuta e come mezzo per preservare il valore.
Anche Yves Ceelen, head of institutional portfolio management di Dpam, è ottimista: “dopo anni di profitti non particolarmente brillanti, le stelle si sono finalmente allineate per far sì che l’oro performi di nuovo positivamente”. Innanzitutto perché è un investimento attraente alla luce dei rendimenti negativi sulle obbligazioni. Inoltre perché la maggior parte dei Paesi sta spingendo per una valuta più debole, “un elemento che tipicamente risulta essere di supporto per le classi di attivi reali”, sottolinea Ceelem.
Infine, c’è anche il problema dell’aumento dei disavanzi fiscali un po’ ovunque, che incide negativamente sulla fiducia degli investitori nell’economia e scatena la domanda di beni rifugio. Come, appunto, l’oro. “Nonostante sia sui massimi degli ultimi sei anni, riteniamo che per l’oro ci siano ancora margini di aumento nel medio termine – conferma Michael Blümke, portfolio manager di Ethenea – Sempre che non si verifichi un aumento dei rendimenti reali, un significativo rafforzamento del dollaro o un’inversione dei flussi dell’Etf. In ogni caso, l’oro conserva la sua funzione di diversificazione”.
Punta invece molto sull’argento Merian Global Investors. Come spiega Ned Naylor-Leyland, gestore del fondo Merian Gold & Silver, “l’argento può essere considerato sia una commodity sia una valuta, ed è utilizzato in diversi modi e in diversi settori; inoltre, ha un profilo di rendimento più alto dell’oro, perché aumenta di valore in maniera più rapida”. Anche se ai primi di settembre oro e argento hanno corretto, complice la risalita dei rendimenti dei Treasury, la maggior parte dei gestori e degli analisti ha un outlook positivo per il lungo termine. Non solo: molti pensano che la crescente domanda di beni rifugio dovrebbe premiare anche altri metalli. Per esempio il platino, che oltre a essere un metallo prezioso costituisce anche un materiale importante per una miriade di applicazioni industriali; secondo il World Platinum Investment Council (Wpic) dovrebbe registrare quest’anno un aumento della domanda del 9 per cento.
Anche il palladio viene utilizzato in ambito industriale, per esempio nelle marmitte catalitiche dei motori diesel. Per Ubs, nonostante i possibili contraccolpi del rallentamento della crescita globale, il palladio resta supportato da solidi fondamentali e dovrebbe crescere nel breve termine.