Il maxi rialzo dei tassi Usa per domare l’inflazione spaventa i mercati. Lo spettro recessione si fa più reale. La view dei gestori
Mentre in Europa lo scudo anti-spread della Bce non convince appieno gli investitori, sull’altra sponda dell’Atlantico l’aggressiva stretta monetaria della Fed, in parte già scontata dai mercati come testimonia la chiusura positiva di Wall Street, fa aumentare i timori per la crescita economica.
Powell si è mostrato più falco del previsto, rispettando le previsioni di coloro che, dopo gli ultimi dati sull’inflazione oltre le attese e ai massimi dal 1981, si attendevano un rialzo di 75 punti base. Il riferimento sui Fed Funds è salito quindi a una forchetta dell’1,50-1,75%. Era dal 1994 che la banca centrale americana non procedeva con un rialzo di tale entità.
Inoltre una revisione del dot plot lascia intendere che l’aggressivo inasprimento della politica monetaria potrebbe continuare nelle prossime riunioni. Nel corso della conferenza stampa, il governatore ha assicurato che “non c’è da aspettarsi che rialzi dello 0,75% dei tassi di interesse diventino una cosa comune”, sottolineando però come per luglio le ipotesi sul tavolo siano “un aumento da mezzo punto e da 75 punti base”. Un annuncio che ha preso un po’ in contropiede il mercato che aveva scontato pienamente quest’importo anche per il prossimo mese, tanto che i rendimenti sono scesi ulteriormente e il mercato azionario ha recuperato.
I gestori temono per la crescita economica
Allison Boxer, Us economist di Pimco
“Le revisioni delle previsioni di crescita e del tasso di disoccupazione contenute nel Summary of Economic Projections – fa notare Allison Boxer, Us economist di Pimco – lasciano intendere che la Fed sta iniziando a riconoscere che un percorso più rapido di inasprimento della politica monetaria andrà a scapito di una crescita più lenta e di un aumento della disoccupazione. La Fed prevede ora una crescita del Pil statunitense pari all’1,7% nel 2022 e nel 2023, in netto calo rispetto al 2,8% e al 2,2% rispettivamente. Anche la disoccupazione dovrebbe salire rispetto ai livelli attuali”.
La Boxer sottolinea anche come il dot plot mostri un board unanime nel ritenere che il tasso sui fondi debba superare le stime di neutralità entro la fine dell’anno. “Ma solo pochi membri si aspettano che i tassi raggiungano un picco significativamente superiore a quello già prezzato dai mercati”, evidenzia.
Salman Ahmed, global head of macro and strategic asset allocation Fidelity International
Preoccupazioni per la crescita economica arrivano anche da Fidelity International. “Continuiamo a pensare che il continuo e aggressivo inasprimento delle condizioni finanziarie porterà probabilmente a un grave e brusco rallentamento della crescita nei prossimi mesi”, mette in guardia il global head of macro & strategic asset allocation, Salman Ahmed . Per l’esperto si sta già assistendo a segnali di debolezza nei consumi e, dato l’indebitamento molto elevato del sistema, c’è un limite all’ulteriore aumento dei tassi reali. “Stiamo già assistendo a problemi di bilancio finanziati dal debito che svolgono un ruolo importante nell’influenzare la politica della Bce, che ora è probabile che farà dei rialzi insieme a qualche versione di Qe in futuro, al fine di mantenere intatta la stabilità finanziaria nell’area dell’euro”, fa notare.
“Rimaniamo cauti con i sottopesi in azioni e credito – conclude quindi Ahmed -. All’interno del reddito fisso, siamo anche sottopesati negli Stati Uniti rispetto ad altri paesi sviluppati. Mentre attraversiamo questa fase ‘da falco’, pensiamo che questa configurazione di view sia sensata. Riteniamo che i mercati del credito rimarranno vulnerabili, data la possibilità di grave rallentamento e recessione che l’attuale inasprimento indotto dalla Fed possa far precipitare. Tuttavia, pensiamo anche che ci stiamo avvicinando al punto in cui il danno alla crescita, che è in arrivo, comincerà a dominare l’inflazione come preoccupazione principale sia per i responsabili politici, sia per i mercati”.
Sebastien Galy, sr. macro strategist di Nordea Am
Per Sebastien Galy, sr. macro strategist di Nordea Am, Powell potrebbe aver colto in pieno il momento di eccessivo ribasso del mercato azionario statunitense, ma la domanda è se la sua guidance possa funzionare anche nel prossimo mix di crescita e inflazione. “È ancora tutto da vedere se la Fed riuscirà a stabilizzare le aspettative di crescita e inflazione e ci vorranno settimane per capirlo. Questo dimostra che in un contesto così complesso, la diversificazione tra gli stili, presente in alcune soluzioni flessibili, può aiutare a traghettare verso la prossima fase di investimento, quando ci sarà maggiore chiarezza”, afferma.
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