Reti, a maggio riparte la raccolta
Flussi per 3,9 miliardi. Giù gli investimenti in prodotti finanziari e assicurativi, volano conti correnti e depositi. Boom di nuovi clienti. Fideuram in testa, Mediolanum regina del gestito
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La guerra Russia-Ucraina colpisce ma non ferma i consulenti finanziari, che chiudono il primo trimestre dell’anno con un patrimonio gestito in calo ma senza tracolli. A fine marzo la valorizzazione dei prodotti finanziari e dei servizi di investimento distribuiti dagli intermediari associati ad Assoreti, tramite l’attività dei propri consulenti abilitati all’offerta fuori sede, era pari a 768,2 miliardi di euro, in calo del 2,3% rispetto a fine 2021. Una flessione, secondo l’associazione, riconducibile appunto “all’instabilità dei mercati finanziari originata dal conflitto”.
Il patrimonio complessivo dei prodotti del risparmio gestito scende a 533,1 miliardi di euro, con una contrazione congiunturale del 3,8%. In flessione anche la componente finanziaria del risparmio amministrato (-2,3%), ora pari a 107,1 miliardi di euro, mentre aumenta la componente di liquidità (+4,2%), in quanto componente neutrale rispetto all’andamento dei mercati finanziari, e raggiunge i 128 miliardi.
“Le attuali tensioni geopolitiche e il riflesso che osserviamo sull’intero sistema economico-finanziario hanno inevitabilmente avuto un impatto anche sul patrimonio dei clienti delle Reti, ma in misura contenuta grazie alla diversificazione dei portafogli e alle strategie di medio lungo termine raccomandate dai consulenti finanziari”, osserva Paolo Molesini, presidente di Assoreti.
“La resilienza alle turbolenze impreviste e contingenti – aggiunge Molesini -, a cui inevitabilmente e ciclicamente sono soggetti i mercati finanziari, è garantita da un modello che il sistema ha fortificato nel tempo, investendo sempre più nella formazione, specializzazione e nel consolidamento di un rapporto di fiducia con i propri clienti. Un fattore, quest’ultimo, centrale. Non solo per superare questo periodo critico ma anche per guardare alla costruzione di un futuro sostenibile e allineato alle nuove sfide del mercato”.
Nel dettaglio del risparmio gestito, il patrimonio degli Oicr, sottoscritti direttamente, è pari a 240,8 miliardi di euro, risultando la componente che maggiormente ha risentito delle tensioni dei mercati finanziari. La flessione congiunturale è infatti del 5,2% e l’incidenza complessiva sul portafoglio totale scende al 31,3%.
La valorizzazione complessiva delle gestioni collettive aperte domiciliate all’estero si attesta a 212,5 miliardi di euro (-5,3%), quella dei fondi aperti di diritto italiano a 23,3 miliardi di euro (-6,5%), mentre i fondi chiusi realizzano una crescita del 6,2% raggiungendo una valorizzazione complessiva pari a 4,9 miliardi. Il patrimonio dei prodotti assicurativi e previdenziali scende a 209,7 miliardi di euro (-2,1%), con un’incidenza del 27,3% sul portafoglio complessivo. La contrazione coinvolge le unit linked (-3,9%), mentre la valorizzazione dei prodotti multiramo registra una lieve crescita (+0,6%). Il patrimonio delle gestioni individuali cala a 82,7 miliardi (-3,5%) con un peso in portafoglio pari al 10,8%.
A fine mese, il contributo complessivo delle reti al patrimonio investito in Oicr aperti, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, si attesta a 436,5 miliardi di euro, con un’incidenza del 35,3% sul patrimonio totale investito in fondi (patrimonio gestito pari a 1.236,3 miliardi, dato provvisorio).
Nell’ambito del risparmio amministrato il peso della componente titoli in portafoglio si mantiene stabile al 13,9%. Cala la valorizzazione dei titoli azionari (-3%) e di debito pubblico (-1,5%) e corporate (-8,1%). In evidenza la crescita dei certificate (+6%) e degli exchange traded product (+4,1%). In aumento l’incidenza della liquidità che sale al 16,7%.
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