Fed, Powell contro maxi-recessione Usa: “Agiremo in modo forte e aggressivo”
Tassi d'interesse invariati. Allianz: “Pil -40% nel II trimestre”. Il presidente Fed a Trump e Congresso: “Non è tempo di preoccuparsi del debito”
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Nessun taglio dei tassi, o quasi, e nessun aumento del ritmo di acquisti nell’ambito del Pepp. Christine Lagarde delude i mercati, cui non basta l’annuncio di un taglio di 50 punti base dei tassi d’interesse sul Tltro3 per il periodo fra giugno 2020 e giugno 2021 né l’avvio di una nuova serie di operazioni di rifinanziamento per l’emergenza pandemica, chiamate ‘Peltro’, Pandemic Emergency Longer-Term Refinancing Operations.
La Bce ha infatti lasciato invariati i tassi d’interesse della zona euro, con quello principale che resta fermo a zero, quello sui depositi a -0,50% e quello sui prestiti marginali allo 0,25%, e ha annunciato di essere “del tutto preparata ad aumentare le dimensioni” del programma di acquisto di debito per l’emergenza pandemica “nella misura necessaria per tutto il tempo necessario”, anche oltre la scadenza del 2020.
Intanto, l’allarme resta alto. L’Eurozona fronteggia “una contrazione economica di dimensioni e velocità senza precedenti in tempi di pace”, con un Pil che quest’anno potrebbe cadere fra il 5% e il 12% a seconda delle misure di contenimento e della risposta delle autorità per mitigare lo shock economico, ha evidenziato la presidente Lagarde nella consueta conferenza stampa al termine del consiglio direttivo.
Francoforte, ha aggiunto, si attende una ripresa economica dell’Eurozona nel 2021 e “accoglie positivamente le misure da 540 miliardi di euro concordate dall’Eurogruppo”, vale a dire il fondo Sure, il potenziamento della Bei e l’accordo sul Mes, sollecitando un ulteriore “forte, e tempestivo sforzo per sostenere la ripresa”. La Bce, ha rilevato ancora, “guarda positivamente all’accordo per creare un recovery fund che fronteggi questa crisi senza precedenti”.
Ma, dal canto suo, per ora salta un giro e punta a sostenere le condizioni di liquidità nel sistema finanziario dell’area dell’euro e a preservare il normale funzionamento dei mercati finanziari con le Peltro.
Negativa la reazione dei mercati, che dopo le decisioni del direttivo hanno visto aumentare le vendite: Milano che perdeva meno di un punto percentuale è passata a cedere l’1,5%, sulla stessa linea Londra. In calo dell’1,2% Madrid, di un punto percentuale Francoforte e Parigi. Stesso discorso per lo spread tra Btp e Bund, che dopo la decisione è subito salito arrivando a sfiorare quota 240, con il rendimento del decennale italiano all’1,85%.
“La Bce ha rafforzato la sua gamma di acronimi” commenta Hetal Mehta, senior european economist di Legal & General Investment Management. “Le nuove Peltro, insieme a tassi di interesse più bassi sui Tltro, rendono molto più interessante per le banche prendere a prestito denaro sia a breve che a lungo termine. Tuttavia, lasciando invariato il tasso di deposito e, in particolare, il ritmo degli acquisti attraverso il Pepp, tutte le speranze di una vera spinta nel breve termine sono state deluse. In effetti, i bond italiani, grandi beneficiari degli acquisti del Qe, hanno visto un sell off all’annuncio”.
Più positivo il giudizio di David Zahn, head of european fixed income di Franklin Templeton, secondo cui la mossa della Bce favorirà l’obbligazionario europeo. “Tali operazioni di finanziamento dovrebbero sostenere la parte corta dei mercati obbligazionari europei e nuovi prestiti all’economia” sostiene. “La Bce è pronta ad aumentare le dimensioni del Pepp, se necessario, il che suggerisce che continueranno a fare tutto il necessario per mantenere operativi i mercati finanziari e sostenere la riapertura dell’economia europea”.
“Nel complesso – evidenzia – queste misure dovrebbero essere molto favorevoli ai mercati obbligazionari europei, che riteniamo offrano ancora opportunità interessanti. I titoli di stato dell’Europa periferica, il credito investment grade e le obbligazioni finanziarie subordinate dovrebbero trarre il massimo vantaggio dalla continuità della politica accomodante della Bce. “
Quanto all’ipotesi di acquisto di titoli ‘junk’, madame Lagarde ha spiegato che non se n’è neppure discusso. Così come non si è parlato di un possibile accesso delle società non bancarie al nuovo programma Peltro. “Comunque sia quest’opzione non è esclusa”, ha precisato, sostenendo che la Bce “monitora costantemente” la situazione e valuta sempre se le misure prese finora siano adeguate come portata e siano ben calibrate.
Anche l’Omt, il bazooka anti-spread che può essere attivato facendo ricorso al meccanismo europeo di stabilità da parte di un Paese, rimane per ora nella cassetta degli attrezzi della Bce: è il Pepp lo strumento progettato per fronteggiare la crisi attuale, ha ribadito l’ex numero uno del Fmi.
Infine, rispondendo alla domanda se l’Eurotower stia facendo abbastanza per l’Italia, Lagarde si è mostrata decisa: “Non tollereremo alcun rischio di frammentazione dell’Eurozona”. E riferendosi direttamente agli acquisti di debito sui mercati, e alle indiscrezioni secondo cui la Bce abbia comprato importanti somme di titoli italiani, ha aggiunto: “Usiamo flessibilità nel modo in cui usiamo il Pepp, come lei ha appena notato”.