La pandemia raddoppia i grandi patrimoni
Oxfam: negli ultimi due anni le fortune degli uomini più ricchi sono salite da 700 a 1.500 miliardi di dollari. In ascesa il numero dei miliardari, anche in Italia. Ma è allarme povertà
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Il Covid sembra aver giovato alle casse degli italiani. Se nei due anni di emergenza sanitaria i ricchi non hanno pianto, ma hanno anzi raddoppiato i loro mega patrimoni, anche le famiglie del nostro Paese hanno visto crescere il loro gruzzolo. A fine 2020 la loro ricchezza netta ha infatti sfondato quota 10.000 miliardi di euro, mettendo a segno una crescita dell’1%, pari a circa 100 miliardi, rispetto al 2019.
Il dato emerge dal rapporto Istat-Bankitalia, da cui risulta quindi evidente che l’impennata è appunto dovuta all’impossibilità di spendere causa lockdown, che, per chi ha mantenuto il lavoro, si è trasformata in maggiore risparmio.
Soldi accantonati che continuano ad essere destinati soprattutto al mattone: le abitazioni si confermano infatti la principale forma di investimento delle famiglie e rappresentano quasi la metà della ricchezza lorda, per un valore di 5.163 miliardi. Ma si registra anche una crescita delle attività finanziarie, che hanno raggiunto i 4.800 miliardi, in crescita sul 2019 soprattutto per l’aumento di depositi e riserve assicurative. Il totale delle passività delle famiglie è invece rimasto pressoché stabile a 967 miliardi
Nel dettaglio, a fine 2020 la ricchezza netta delle famiglie italiane, misurata come somma delle attività reali (abitazioni, terreni, ecc.) e delle attività finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.) al netto delle passività finanziarie (prestiti a breve termine, a medio e lungo termine, ecc.), è risultata pari a 10.010 miliardi di euro. Le attività reali (6.177 miliardi di euro) rappresentano il 56% della ricchezza lorda (totale delle attività) e le attività finanziarie (4.800 miliardi) il restante 44%, a fronte di 967 miliardi di passività finanziarie.
Dopo la contrazione registrata nel 2018, la ricchezza netta valutata ai valori correnti è tornata a salire nel 2019. La crescita è proseguita nell’anno della pandemia (+1%, per un aumento di circa 100 miliardi di euro), nonostante la crisi, durante la quale si è osservato un forte aumento del tasso di risparmio delle famiglie. L’incremento di 137 miliardi (+2,9%) delle attività finanziarie ha ampiamente compensato la riduzione di 32 miliardi (-0,5%) delle attività reali e il leggero aumento delle passività finanziarie (3,4 miliardi, pari al +0,3%).
Da sottolineare che il valore delle attività non finanziarie è in calo dal 2012, principalmente a causa della riduzione di quello degli immobili, mentre le attività finanziarie sono cresciute soprattutto per effetto delle riserve assicurative, delle quote di fondi comuni e dei depositi. Il totale delle passività finanziarie è rimasto pressoché stabile rispetto al 2019. Quanto alla ricchezza finanziaria, questa nel 2020 è cresciuta principalmente per effetto dell’aumento dei depositi, in cui è largamente confluito il maggior risparmio.
Sempre alla fine del primo anno pandemico, la ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a 8,7 volte il reddito disponibile, misurato al lordo degli ammortamenti. Un rapporto basso rispetto alla media Ue, visto che è inferiore solo a quello osservato in Spagna, simile a quello della Francia e più elevato rispetto a quello osservato in Canada, in Germania, nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Infine, nello stesso periodo la ricchezza netta delle società non finanziarie è risultata pari a 1.053 miliardi di euro, in crescita rispetto al 2019 (+3,4%).
Intanto Eurostat segnala che con la ripresa dei consumi, il risparmio delle famiglie europee sta iniziando a calare. Nel terzo trimestre dello scorso anno i consumi delle famiglie, sia nei 19 Paesi dell’Eurozona che nell’insieme dell’Ue è cresciuto del 4,1% rispetto al trimestre precedente, quando l’aumento era stato mediamente del 3,6% per i Paesi dell’area euro e del 3,4% nell’insieme dei ventisette.
Il reddito reale delle famiglie, sempre nel terzo trimestre del 2021, è invece cresciuto dello 0,1% nell’Eurozona e dello 0,9% nell’Ue. Come conseguenza della forbice tra andamento dei consumi e dei redditi, spiega Eurostat, i tassi di risparmio nell’area euro e nell’insieme dell’Ue hanno registrato in media, nel periodo luglio-settembre 2021, una flessione pari rispettivamente di quattro e 3,3 punti percentuali. È leggermente aumentato, invece, il tasso di investimento delle famiglie, di 0,2 punti percentuali nell’area dell’euro, mentre è rimasto stabile nell’Ue.
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