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Preoccupa lo stop di Nord Stream: euro ai minimi da 20 anni, schizza il gas. Ai minimi i Pmi dell’Eurozona. Ancora a picco la fiducia degli investitori professionali italiani
“Sta iniziando una grande tempesta globale”. Le parole utilizzate dal portavoce del presidente russo, Valdimir Putin, per minacciare l’Occidente in reazione alle nuove sanzioni arrivano dritte dritte sui mercati, che inaugurano la settimana in forte affanno.
Euro ai minimi da 20 anni, vola il gas
La decisione di Mosca di non riaprire il Nord Stream manda infatti in rosso tutti i listini europei, orfani di Wall Street chiusa per festività, con Milano e Francoforte in testa ai ribassi a causa della forte dipendenza dalle forniture russe dei due Paesi. Intanto, come era prevedibile, il prezzo del gas è schizzato a fino 290 euro al megawattora sul mercato di Amsterdam, salvo poi ripiegare, mentre l’euro ha toccato il minimo storico nel cambio con il dollaro Usa, scendendo sotto al livello di 0,99.
Intanto l’Opec+, nonostante la contrarietà di Mosca, ha deciso di tagliare la produzione di petrolio il mese prossimo con l’obiettivo di stabilizzare il mercato. Il taglio però sarà minimo: solo 100.000 barili al giorno, la produzione tornerà così sui livelli di agosto.
Indici Pmi dell’Eurozona ai minimi
Mentre gli occhi sono puntati sul vertice dei ministri Ue dell’energia di venerdì, la cui bozza del documento prevede il confronto sul price cap e sulle linee di credito d’emergenza per gli operatori del mercato energetico, brutte notizie arrivano poi dai Pmi dell’Eurozona.
L’indice composito della produzione ad agosto è sceso a 48,9, dal 49,9 di luglio, ai minimi da 18 mesi e al di sotto della lettura flash di 49,2. I dati indicano un settore privato “in maggiore contrazione, con l’andamento del terziario unitosi a quello del manifatturiero nel registrare un calo della produzione mensile” e valori di declino “particolarmente elevati” in Germania. Entrano in fase di contrazione anche i servizi, con il pmi sceso da agosto da 51,2 a 49,8, al livello più basso dal marzo 2021.
Gli investitori professionali vedono nero
Anche tra gli investitori professionali non si fa certo strada l’ottimismo. Quelli italiani certificati Cfa rimangono negativi sulle prospettive dell’economia domestica nei prossimi sei mesi, con il Sentiment Index che si mantiene sui minimi della serie storica a -71 punti contro i -74,1 punti del mese scorso.
Al sondaggio, svolto da Cfa Society Italy in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor tra il 22 ed il 31 agosto 2022, hanno partecipato 31 intervistati. Ebbene, il 71% circa ritiene negativa la situazione attuale dell’economia Italiana ed il 29% la vede in una condizione stabile. In termini di aspettative sui prossimi sei mesi, il 6,5% prevede un miglioramento delle condizioni macroeconomiche (-1% rispetto al mese scorso), il 16,1% stima condizioni invariate (+5% rispetto al sondaggio pubblicato ad inizio agosto) ed il 77,4% prevede un peggioramento (-4,1% rispetto al mese scorso). La differenza tra coloro che risultano ottimisti sulle prospettive dell’economia italiana, rispetto ai pessimisti è appunto pari a -71.
Restano negative anche le view sul prossimo semestre per l’Eurozona e per gli Stati Uniti, sebbene su livelli lievemente superiori rispetto a quelli di inizio agosto. La maggioranza degli intervistati ritiene che l’inflazione si manterrrà stabile sugli attuali livelli in Italia ed in Eurozona mentre il 63% si attende un’inflazione in discesa negli Usa. Sulla scia della dichiarazione delle banche centrali, permangono le previsioni per un incremento dei tassi di interesse, sia sulle scadenze a breve che a lunga della curva dei rendimenti: in particolare per l’Italia, le percentuali di coloro che prevedono aumenti dei tassi è superiore rispetto alle altre aree geografiche.
Infine, sui mercati azionari italiano ed europeo, gli intervistati tornano ad essere negativi sulle performance dei prossimi mesi, mentre gli stessi sono equidistribuiti sui possibili scenari per la borsa Usa. Sulle valute, i professionisti finanziari prevedono un ulteriore rialzo del dollaro ed un apprezzamento dello yen dagli attuali livelli.
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