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Che l’inflazione possa rimanere radicata nelle economie sviluppate per diverso tempo è un fatto sul quale concordano diversi economisti ed esperti ormai. Della stessa idea Claudio Vescovo, head of Energy Transition Funds di Nuveen Infrastructure, che propone strategie di credito green come antidoto
La transizione energetica è un’occasione. Sotto diversi punti di vista: quello principale è sicuramente quello ambientale, cioè l’occasione di poter migliorare le sorti climatiche del nostro pianeta; ma è anche un’occasione di investimento e lo è tenendo conto di “due fattori fondamentali che sono alla base della transizione energetica: il cambiamento climatico e la sicurezza energetica”. Ne è convinto Claudio Vescovo, head of Energy Transition Funds di Nuveen Infrastructure.
Le rinnovabili sono una necessità
“La guerra ha dimostrato che le energie rinnovabili sono una necessità per tutte le economie europee” ha spiegato l’esperto. L’Europa infatti, riporta Vescovo, “genera circa il 40% dell’elettricità da fonti energetiche green”. L’obiettivo, come sappiamo, è di arrivare all’80-90% entro il 2050.
“Nonostante la notevole quantità di finanziamenti per l’energia” precisa Vescovo, “resta un divario sostanziale tra il fabbisogno finanziario totale previsto e gli investimenti attesi in base alle tendenze attuali”. Il divario secondo l’esperto è destinato ad allargarsi nei prossimi dieci anni, “offrendo un’opportunità agli investitori”.
Secondo il G20, “il fabbisogno totale di investimenti infrastrutturali in Europa sarà di circa 5.000 miliardi di euro fino al 2030” dice Vescovo. Ciò significa che per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e per soddisfare le diverse esigenze infrastrutturali regionali nei settori dei trasporti e dell’energia, gli investimenti “dovrebbero aumentare rispettivamente del 24% e del 7%”.
Contro l’inflazione
Che l’inflazione possa rimanere radicata nelle economie sviluppate per diverso tempo è un fatto, sul quale concordano diversi economisti ed esperti ormai. Della stessa linea Vescovo, che propone però le strategie di credito green come antidoto. Queste infatti “possono fornire una copertura contro inflazione, poiché i progetti infrastrutturali e i flussi di cassa sono legati ai prezzi dell’energia elettrica per gli utenti finali”.
Il ciclo di rialzo dei tassi è sicuramente una preoccupazione per gli investitori, che tuttavia, suggerisce l’esperto, “possono guardare al credito per l’energia verde che è a tasso variabile, consentendo” in questo modo, “agli investitori di beneficiare degli aumenti del tasso di base”.
Trasparenza e resistenza
“I tassi di insolvenza sul debito per le infrastrutture sono più bassi rispetto ai prestiti alle imprese, su una base corretta per il rischio”. “Per i prestiti alle imprese” continua Vescovo, “la possibilità di insolvenza tende ad aumentare nel tempo a causa della crescente incertezza”. Contrariamente a quanto accade per i prestiti alle infrastrutture, il cui rischio diminuisce generalmente nel tempo.
“La fase di costruzione può contenere un grado di rischio più elevato” spiega l’esperto, ma “una volta che l’asset è stato completato i ricavi sono in genere prevedibili”.
Vescovo fa riferimento alla ricerca di Moody’s, “Default and recovery rates for project finance bank loans, 1983 – 2019”, pubblicata nel 2021, secondo la quale la finanza per i progetti infrastrutturali è una classe di finanziamento resiliente di finanziamento, sia nei Paesi OCSE che in quelli non OCSE, non solo per la resilienza ai momenti inflazionistici ma anche per la trasparenza dei dati forniti.
“Dalla valutazione della conformità per i processi di autorizzazione e di rilascio dei permessi, alla revisione del proprietario del progetto”, dice Vescovo, la considerazione dei fattori Esg risulta infatti fondamentale per il processo di finanziamento dell’energia. L’analisi ambientale aiuta a valutare l’impatto delle misure pianificate e “a superare i rischi associati, mentre le questioni di governance vengono esaminate e segnalate”. Ciò significa che i finanziatori principali sono inoltre periodicamente informati sul progetto e sul suo impatto ambientale.
La prima transazione SRT verde in Europa
La società ha completato una transazione, in collaborazione con il gruppo bancario Intesa Sanpaolo, di significant risk transfer (SRT) legato al mondo green. L’operazione è stata costruita attorno ad un portafoglio paneuropeo composto da energie rinnovabili per un valore di 1,7 miliardi di euro, coprendo, fa sapere Nuveen, “l’esposizione a prestiti di project finance per oltre 7 GW di capacità installata in impianti solari, eolici e di bioenergia”.
“L’importante soluzione creditizia” racconta la società, “ha permesso alla banca di ridurre l’onere patrimoniale del suo portafoglio di prestiti per le energie rinnovabili e di ottimizzare il suo bilancio, aumentando le nuove capacità di prestito”. Di fatto, specifica la società: “La prima transazione SRT green in Europa e che rappresenta un modo innovativo di finanziare le infrastrutture per l’energia pulita”.
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