Btp record: l’Italia è diventata un asset rifugio
Rendimenti ai minimi. Secondo i gestori, Bce, Recovery Fund, stabilità politica e ripresa hanno rafforzato il sentiment degli investitori. E lo spread potrebbe restringersi ancora
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Whatever it takes sì, ma non subito. Le attese degli addetti ai lavori per la prossima riunione della Bce, in calendario giovedì 29 ottobre, convergono su un prologo ad un svolgimento cui si assisterà il 10 dicembre, giusto in tempo per il regalo di Natale. Lagarde e colleghi, infatti, stanno aspettando di conoscere l’evoluzione dei rischi che incombono all’orizzonte prima di decidere quale arma sfoderare. E le incognite sono tante: dal Covid alla ripresa economica, dagli stimoli fiscali fino alle elezioni americane e alla Brexit.
“Non ci si aspetta un cambiamento sostanziale nella politica monetaria ma, a nostro avviso, l’aumento dei rischi potrebbe comportare un maggiore allentamento nelle riunioni successive. Prima di intervenire ancora, la Bce potrebbe voler attendere la prossima serie di proiezioni degli esperti, previste a dicembre, e fare un bilancio degli eventi in corso”, spiega Peter Allen Goves, fixed income research analyst di Mfs Im, secondo cui il principale rischio di ribasso riguarda il modo in cui le rinnovate preoccupazioni legate al Covid peseranno sulle prospettive economiche e il contesto di inflazione contenuta.
“Viviamo in un mondo in cui, nonostante i livelli record di sostegno monetario, l’ultima rilevazione Ipca è stata dello -0,3% su base annua a settembre, con il core allo 0,2% su base annua – evidenzia -. Nel frattempo le previsioni della Bce per l’inflazione a lungo termine sono al di sotto del target e le aspettative di inflazione basate sul mercato rimangono sottotono”.
Per l’esperto poi è probabile che vi sia un’ulteriore conferma di come Francoforte accolga con favore le iniziative fiscali dell’Ue: “La stessa Lagarde nell’ultimo incontro ha dichiarato che per quanto riguarda le politiche fiscali, una posizione ambiziosa e coordinata resta fondamentale. Il presidente ha parlato ancora una volta del doppio ruolo del Pepp e di come una delle sue funzioni chiave sia quella di stabilizzare i mercati e garantire una corretta trasmissione della politica della Bce”, sottolinea.
Per i mercati, secondo Goves ciò significa che i tassi di base europei rimarranno probabilmente bassi grazie alla solidità della forward guidance, ai solidi segnali e ad un orientamento complessivamente accomodante della politica monetaria. “La flessibilità del Pepp resta fondamentale ed è riuscita a contenere l’ingiustificata frammentazione del mercato e a prevenire un eventuale inasprimento delle condizioni finanziarie. Considerata la possibilità che l’accomodamento monetario della Bce continui, gli spread dei titoli di stato europei dovrebbero rimanere contenuti nel prossimo futuro”, assicura.
Anche secondo Antonio De Negri, founder e ceo di Cirdan Capital, le azioni concrete sono rimandate a dicembre. Saranno infatti due i temi sul tavolo dell’Eurotower di giovedì. In primo luogo, il board approfondirà il rallentamento della ripresa economica post-lockdown, con la forte crescita del Pil di settembre che è diminuita nel mese di ottobre. E poi analizzerà l’espansione del virus e la centralità dei suoi possibili sviluppi. Ma proprio la recente decrescita del Pil e l’indebolimento dell’inflazione, a detta dell’esperto, sono due fattori che riducono la probabilità di poter prendere una decisione sulla politica monetaria europea alla riunione di novembre. “Allo stesso modo, è ancora prematuro stimare l’evoluzione della pandemia, le tempistiche del budget 2020-2021, il cosiddetto Programma Pepp, l’impatto della Brexit sull’Europa”, precisa.
“La Bce è pronta ad alleggerire i vincoli di politica monetaria se la crescita economica dovesse ridursi sostanzialmente – afferma -. Invece, per quanto riguarda la riunione di dicembre, le nostre aspettative rimangono le stesse: il tema centrale rimarrà l’estensione di 400 miliardi fino alla fine del 2021 del Pepp. Inoltre verrà affrontato il tema dei reinvestimenti derivanti dal Pepp e annesse operazioni di rifinanziamento. Prevediamo infine che l’incontro di dicembre sia risolutivo per le decisioni sulla politica monetaria, e cioè che verranno messi in atto programmi finalizzati a salvaguardare la ripresa economica europea”.
Si concentra sui Btp, Mohammed Kazmi, portfolio manager macro strategist di Union Bancaire Privée, anche lui convinto che giovedì l’Eurotower si limiterà a preparare il terreno. “Sebbene gli spread siano adesso ristretti, il sostegno della Bce è destinato a continuare, in quanto il Pepp ha ancora molto margine di applicazione – argomenta -. Anche se è improbabile che la Bce faccia annunci importanti nel corso della riunione di questa settimana, molto probabilmente getterà le basi per un’ulteriore espansione del Pepp a dicembre, quando avremo le nuove previsioni economiche e considerata la continua incertezza sul ritmo della ripresa”.
L’esperto sottolinea come, nonostante l’attuale contesto risk off, spinto dalle preoccupazioni sul Covid e dalle conseguenti nuove restrizioni, gli spread del Btp italiano abbiano sovraperformato con il restringimento del differenziale. “Questo movimento segue il rating positivo di S&P di venerdì sera, dopo che l’agenzia ha deciso non solo di confermare il rating BBB, ma anche di migliorare l’outlook a stabile da negativo – sostiene -. La logica di S&P suggerisce che i titoli di Stato hanno l’opportunità di rilanciare la crescita economica e di invertire il deterioramento del bilancio, considerato che gli acquisti di asset della Bce stanno sostenendo costi di finanziamento bassi, e che il Recovery Fund dell’Ue, è destinato a fornire concessioni e prestiti consistenti”.
Per Kazmi, da un punto di vista dei fondamentali, questa è la seconda nota positiva per l’Italia negli ultimi mesi, in quanto abbassa i timori di un declassamento dei titoli di Stato a uno status high yield e viene dopo le elezioni regionali che avevano anche ridotto le possibilità di elezioni anticipate, supportando la stabilità politica del Paese. “Questi sviluppi, così come il sostegno della Bcce attraverso l’acquisto di asset, hanno permesso agli spread dei Btp di slegarsi a volte dai movimenti di mercato più ampi, con la volatilità tenuta sotto controllo dall’interventismo della banca centrale. La Bce ha praticamente fatto di questi spread un obiettivo di politica monetaria, incrementando gli acquisti di asset nei momenti di maggiore volatilità e di ampliamento del differenziale”, conclude.
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