La Bce assicura che farà qualsiasi cosa per la stabilità dei prezzi. Crolla l’economic sentiment Ue, l’inflazione tedesca vola al 7,3%. I gestori: nessun cambio di programma dalle banche centrali
Christine Lagarde
“L’Europa sta entrando in una fase difficile. Nel breve periodo ci troveremo di fronte a un’inflazione più elevata e a una crescita più lenta. C’è una notevole incertezza su quanto grandi saranno questi effetti e per quanto tempo dureranno”. Le parole pronunciate dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, nel corso di un evento organizzato dalla banca centrale di Cipro, hanno ridato fiato sui mercati alla paura stagflazione.
Complice anche l’allarme del governo tedesco che ha attivato l’allerta preventiva del piano di emergenza sul gas e ai dati dell’inflazione di marzo che in Germania ha segnato il record dalla Riunificazione, toccando il 7,3%, la situazione per il Vecchio Continente appare sempre più fosca.
“Più a lungo durerà la guerra, maggiori saranno i costi”, ha avvertito Lagarde, che ha anche tentato di fornire rassicurazioni sottolineando come la storia recente dell’Europa mostri che “a ogni crisi, abbiamo imparato la lezione giusta e ne siamo usciti più forti. Ciò era vero dopo la crisi del debito sovrano e la pandemia, e tutti i segnali suggeriscono che l’invasione russa sarà un punto di svolta anche per l’Europa”.
In attesa fiduciosa della svolta, però, i mercati dovranno fare i conti con prezzi alle stelle. “L’impatto economico della guerra viene espresso al meglio da quello che gli economisti chiamano ‘shock dell’offerta’, che è uno shock che allo stesso tempo fa aumentare l’inflazione e riduce la crescita”, ha spiegato la numero uno dell’Eurotower, secondo cui sono tre i fattori che spingono i prezzi: il costo dell’energia, che sarà più alto più a lungo, la probabilità che salgano le pressioni sull’inflazione dei beni alimentari e il probabile persistere delle strozzature nelle catene di approvvigionamento globali in alcuni settori. Tutto questo inevitabilmente peserà sulla crescita dell’Eurozona e sul potere di acquisto delle famiglie, mentre il perdurare del conflitto sta già avendo i suoi effetti nefasti sul clima di fiducia delle famiglie, che se più pessimiste riducono i consumi, e sugli investimenti delle imprese.
Oggi i dati della Commissione europea dell’indice dell’economic sentiment della zona euro mostrano un calo maggiore del previsto a 108,5 punti a marzo, proprio a causa del crollo dell’ottimismo dei consumatori, con le valutazioni delle famiglie sulla propria situazione finanziaria futura che nell’Ue scendono ai minimi storici.
Naturalmente, è tornata a ripetere Lagarde, la Bce farà il necessario per garantire la stabilità dei prezzi e attenuare le conseguenze economiche del conflitto e la sua risposta si baserà sui principi di opzionalità, gradualità e flessibilità.
“In primo luogo – ha detto – opzionalità significa che siamo pronti a reagire a una serie di scenari e il corso che seguiremo dipenderà dai dati in arrivo. In particolare, se i dati in arrivo supporteranno l’aspettativa che le prospettive di inflazione a medio termine non si indeboliranno anche dopo la fine dei nostri acquisti netti di attività, concluderemo gli acquisti netti nell’ambito del programma di acquisto di attività nel terzo trimestre. Ma se le prospettive di inflazione a medio termine dovessero cambiare e se le condizioni di finanziamento diventano incoerenti con ulteriori progressi verso il nostro obiettivo del 2%, siamo pronti a rivedere il nostro programma per gli acquisti netti di attività in termini di dimensioni e/o durata”.
“In secondo luogo – ha proseguito Lagarde – gradualità significa che ci muoveremo con attenzione e adegueremo la nostra politica man mano che riceviamo feedback sulle nostre azioni. Eventuali adeguamenti dei tassi di interesse avverranno qualche tempo dopo la fine dei nostri acquisti netti nell’ambito dell’App e saranno graduali. E in terzo luogo, flessibilità vuol dire che utilizzeremo il nostro kit di strumenti per garantire che la nostra politica sia trasmessa in modo uniforme in tutte le parti dell’area dell’euro”.
La view dei gestori
“Per il momento, i principali indicatori anticipatori suggeriscono che le Banche Centrali possono continuare a innalzare i tassi senza temere una recessione”, affermano gli esperti del team global fixed income, currency and commodities group di J.P. Morgan Asset Management, nel consueto Bond Bullettin.
“L’orientamento interventista delle Banche Centrali, tuttavia, farà probabilmente aumentare la volatilità in tutte le piazze finanziarie. Mentre i mercati intraprendono il viaggio che riorienterà la politica monetaria, gli investitori dovrebbero prediligere una duration breve ed essere selettivi nei mercati del credito scommettendo là dove è stato creato valore”, precisano gli analisti.
Anche gli esperti del team Cee & global emerging markets di Raiffeisen Capital Management, Fed e Bce non vedono ancora alcun motivo di abbandonare i piani di rialzo dei tassi d’interesse. “Entrambe mantengono la propria posizione nonostante la guerra in Ucraina e le sanzioni e la Fed, in particolare, non ritiene ci siano grandi rischi congiunturali in seguito agli aumenti dei tassi d’interesse programmati – evidenziano -. Finora i mercati finanziari condividono in gran parte il punto di vista della Fed e i mercati obbligazionari Usa stanno scontando rialzi dei tassi molto aggressivi nel 2022 e 2023”.
“I dubbi che questi piani sui tassi d’interesse verranno (o potranno) essere effettivamente attuati in questo modo, sembrano però essere giustificati. Anche sotto questo aspetto, così come in vista del rendimento ottenibile, attualmente appaiono abbastanza interessanti selezionate obbligazioni dei mercati emergenti (in valuta forte e locale)”, concludono da Raiffeisen Capital Management.
Europa e Usa viaggeranno a velocità diverse nel futuro. Monica Defend (Amundi) e Matteo Germano (Amundi) analizzano il contesto globale geopolitico e finanziario per capire come muoversi e cosa succederà da una parte e l'altra dell'Atlantico
Per Moody’s il rischio default di Mosca resta molto alto. Bloomberg segnala un tonfo record dell’indice globale dei bond, calato dell’11% dal record del 2021. Ma per gli investitori le occasioni non mancano
Iscriviti per ricevere gratis il magazine FocusRisparmio