Bce: “Ancora incertezza, ma ripresa solida nel 2021”
L’Eurotower conferma l'aumento del ritmo degli acquisti Pepp e avverte i governi: “Recovery efficace solo con le riforme”. In Italia spread sui minimi pluriennali grazie a Draghi
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Se i mercati dovessero spingere al rialzo i rendimenti dei bond a lungo termine, la Banca centrale europea ha un intero arsenale a sua disposizione. E per quanto riguarda gli stimoli destinati all’Area euro, passeranno almeno due anni prima che l’Eurotower decida di iniziare a ridurli. E’ una Christine Lagarde in versione ultra rassicurante, ma ferma con i mercati, quella che oggi a Bloomberg Tv ha dato chiare indicazioni agli investitori su come Francoforte intenda agire nel medio periodo.
Ci vorrà “un bel po’ di tempo” prima che la Bce riduca il suo stimolo monetario: il rialzo dei rendimenti visto in queste settimane non si accompagna a un rialzo dell’inflazione, ha detto la presidente della Bce. Alla domanda se l’Eurotower possa già a giugno tornare a ridurre il ritmo degli acquisti del programma pandemico Pepp, attualmente sopra i 20 miliardi di euro a settimana, Lagarde ha risposto chiarendo che la sua “definizione di medio termine e di un paio di anni. E questo è in linea con le attese per la ripresa, per il ritorno alla situazione economica pre-Covid, che stimiamo per metà del 2022”.
La Bce, ha poi chiarito, non teme i mercati: “Possono metterci alla prova quanto vogliono – ha precisato l’avvocatessa francese – abbiamo a che fare con circostanze eccezionali al momento e abbiamo strumenti eccezionali da poter usare al momento e un’intera batteria di questi strumenti. Li useremo se e quando sarà necessario nel rispetto del nostro mandato e del nostro impegno per l’economia”. Il riferimento è ovviamente (ma non solo) alla decisione presa dal consiglio direttivo nel corso dell’ultima riunione di aumentare in modo sensibile gli acquisti netti nell’ambito del Pepp nel secondo trimestre e ai dati delle ultime due settimane che hanno già mostrato un deciso aumento a una media di acquisti netti settimanali per circa 20 miliardi di euro a settimana.
Dopo le rassicurazioni al mercato Lagarde è tornata a innalzare i governi sul Recovery Fund. “L’Eurozona ha bisogno che lo stimolo fiscale continui ad essere potente ed efficace, ecco perché ci aspettiamo un veloce utilizzo del Next Generation Eu. Speriamo molto che sia dispiegato nella seconda metà del 2021”, ha evidenziato.
Nessun timore sulla questione tedesca. “Penso che ci siano davvero dei buoni progressi” sui processi di ratifica e sulla messa a punto dei Piani di ripresa e resilienza nazionali, ha infatti assicurato la numero uno dell’Eurotower. “Sappiamo che c’è un ricorso alla Corte suprema tedesca che speriamo venga affrontato velocemente, in modo da avere certezze. Non voglio anticipare le decisioni, ma spero che si trovi il modo di rispettare quello su cui ci si è accordati a luglio, e che è già stato votato da numerosi parlamenti”, ha precisato.
Infine, un riferimento del collasso dell’hedge fund Archegos Capital, che sta infliggendo costose perdite a numerose banche. “Una cosa è assumere rischi e subire perdite per questi rischi, un’altra è il rischio di controparte. Ecco perché sono molto soddisfatta che le autorità di vigilanza negli Usa stiano guardando con attenzione a questo caso”, ha affermato Lagarde, secondo cui il caso mostra come il settore finanziario non bancario debba essere “adeguatamente vigilato e regolamentato, specie se espone istituzioni come le banche a situazioni potenziali di alta d’instabilità Non credo che siamo in questa situazione in questo momento”.
Lagarde ha negato che il caso Archegos mostri che la finanza è da capo alla situazione di dieci anni fa: “L’avidità esiste sempre, non si cambia la natura umana”, ha detto. Per il settore non bancario, ha poi sottolineato il ruolo ora molto più importante del Financial Stability Board. Inoltre “il settore bancario è molto più vigilato e regolamentato e molto più forte che durante la crisi finanziaria. Sentiamo dirci dalle banche che si sentono sottoposto a troppe regole, a troppi requisiti di capitale, troppi ‘buffer’ e requisiti di compliance. Finché arriva il momento in cui si rendono conto che questo invece va a loro beneficio, a beneficio della sicurezza dei loro clienti, e del business che conducono”, ha concluso.
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