Responsabilità e profitti: il capitalismo post-pandemia secondo re Fink
La lettera ai ceo del fondatore di BlackRock: applicate il capitalismo degli stakeholder, rivedete i rapporti con i lavoratori, puntate sulla decarbonizzazione
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Il conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina è destinato a cambiare il mondo. Tre le conseguenze principali per mercati ed economia: la fine della globalizzazione come la conosciamo, l’accelerazione delle valute digitali e un rallentamento della transizione energetica. Parola di Larry Fink, numero uno di BlackRock, che nella sua tradizionale lettera agli azionisti fa il punto sugli effetti della guerra.
A livello economico, la prima vittima del conflitto sarà la globalizzazione. L’aggressione della Russia in Ucraina e il suo successivo “disaccoppiamento dall’economia globale”, a detta di Fink spingeranno le aziende e i governi di tutto il mondo “a rivalutare le loro dipendenze e a rianalizzare le loro impronte di produzione e assemblaggio”. La guerra, insomma, rimodellerà l’economia mondiale e farà salire ulteriormente l’inflazione spingendo le aziende fare marcia indietro rispetto alle catene di approvvigionamento globali.
“L’invasione russa dell’Ucraina ha posto fine alla globalizzazione che abbiamo vissuto negli ultimi tre decenni”, assicura il manager. E sebbene il risultato immediato sia stato il totale isolamento della Russia dai mercati dei capitali, in futuro le aziende e i governi rivaluteranno la loro dipendenza da altre nazioni. “Ciò potrebbe portare le società a effettuare più operazioni onshore o nearshore, con un conseguente, rapido ritiro da alcuni Paesi” e “un riorientamento su larga scala delle catene di approvvigionamento sarà intrinsecamente inflazionistico”.
Di contro, l’attuale situazione ha dimostrato, secondo Fink, “il potere dei mercati dei capitali” e “come i mercati possono fornire capitale a coloro che lavorano in modo costruttivo all’interno del sistema e quanto velocemente possono negarlo a coloro che operano al di fuori di esso”.
A tal proposito, evidenzia, BlackRock si è mosso “rapidamente per sospendere l’acquisto di qualsiasi titolo russo nei nostri portafogli attivi o indicizzati. Nelle ultime settimane ho parlato con innumerevoli parti interessate, inclusi i nostri clienti e dipendenti, che stanno tutti cercando di capire cosa si potrebbe fare per impedire che il capitale venga distribuito in Russia”.
Per Mr 10.000 miliardi di asset, un aspetto meno discusso del conflitto è il suo potenziale impatto sull’accelerazione delle criptovalute. La guerra Russia-Ucraina spingerà infatti i Paesi a rivalutare la loro dipendenza dalle valute. “Anche prima – osserva -, diversi governi stavano cercando di giocare un ruolo più attivo nelle valute digitali e di definire i quadri normativi sotto i quali operano. La banca centrale statunitense, per esempio, ha recentemente lanciato uno studio per esaminare le potenziali implicazioni di un dollaro digitale statunitense”.
Un sistema di pagamento digitale globale, progettato con cura, per Fink può “migliorare il regolamento delle transazioni internazionali riducendo il rischio di riciclaggio di denaro e corruzione”. Non solo: le valute digitali possono anche aiutare a ridurre i costi dei pagamenti transfrontalieri, per esempio quando i lavoratori espatriati inviano i guadagni alle loro famiglie.
“Poiché vediamo un interesse crescente da parte dei nostri clienti, BlackRock sta studiando sia le valute digitali, sia gli stablecoin e le tecnologie sottostanti per capire come possono aiutarci a servire i nostri clienti”, assicura quindi il manager ,che solo qualche mese fa aveva sollevato dubbi e preoccupazioni sull’estrema volatilità delle criptovalute.
Conseguenza negativa, ma di breve durata, sarà poi la frenata nel raggiungimento degli obiettivi green delle nazioni. “La transizione energetica può funzionare solo se è equa e giusta. È importante notare che non avverrà da un giorno all’altro o in linea retta”, sostiene il presidente di BlackRock.
In risposta allo shock energetico causato dalla guerra in Ucraina, molti Paesi stanno ora cercando nuove fonti di energia. “Negli Stati Uniti – scrive – gran parte dell’attenzione è rivolta all’aumento dell’offerta di petrolio e gas, mentre in Europa e in Asia il consumo di carbone potrebbe aumentare nel corso del prossimo anno. Questo rallenterà inevitabilmente il progresso del mondo verso il net-zero nel breve termine”. Nonostante questo, però, la strada verso un mondo più green resta comunque segnata. “A più lungo termine, credo che i recenti eventi accelereranno effettivamente il passaggio verso fonti di energia più verdi in molte parti del mondo”, assicura.
Al momento però i prezzi dell’energia a questo livello stanno anche “imponendo un terribile fardello a quelle persone che meno se lo possono permettere. In questo modo non avremo una transizione energetica equa e giusta se rimangono a questi livelli”. Per questo Fink ribadisce quanto spiegato nella lettera di inizio anno ai ceo, ovvero che è importante “garantire la continuità di prezzi energetici accessibili durante la transizione, i combustibili fossili come il gas naturale saranno importanti come carburante di transizione. Gli investimenti di BlackRock per conto dei nostri clienti in gasdotti di gas naturale in Medio Oriente sono un ottimo esempio di come aiutare i paesi a passare dal marrone scuro al marrone chiaro, dato che queste nazioni del Golfo usano meno petrolio per la produzione di energia e lo sostituiscono con un carburante di base più pulito come il gas naturale”.
Per il manager le risposte dei governi a questa crisi energetica si sono concentrate troppo solo sull’offerta, senza affrontare la domanda. “Abbiamo bisogno che le politiche pubbliche adottino un approccio più olistico e a lungo termine al fabbisogno energetico mondiale – conclude -. Tra le altre sfide, con l’aumento della domanda di fonti di energia rinnovabili e dell’uso di tecnologie pulite, dobbiamo considerare cosa questo significhi per le materie prime da cui dipendono queste fonti di energia e tecnologia verdi”.
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