L’Austria guida la classifica 2017 delle migliori categorie di fondi
29 dicembre 2017
di Andrea Dragoni
4 min
Articolo pubblicato su FR MAGAZINE | Dic 2017 – Gen 2018 |
I prodotti focalizzati su “Vienna” stanno facendo registrare da inizio anno una performance del 30,61 per cento. Sul secondo gradino del podio l’azionario Cina, con un +27,97 per cento
Ci sono Cina e tanta Europa tra le categorie di fondi che da inizio anno stanno facendo registrare le migliori performance. Secondo una classifica stilata da Morningstar al 31 ottobre 2017, nella top five di migliori rendimenti dell’anno spicca il +30,61% dell’Austria Equity, seguiti a breve distanza dal China Equity e dal Greater China Equity, rispettivamente con un +27,97% e un +27,33 per cento. Leggermente più distanziati la categoria Germany Small/Mid-Cap Equity, con un rialzo del 24,88%, e il Portugal Equity, con un +24,73 per cento. Il 2017, quindi, si avvia verso una chiusura completamente a favore degli asset più rischiosi, nello specifico il mercato azionario.
Tra Europa…
Alessandro Allegri, amministratore delegato Ambrosetti Am Sim
Austria, Germania e Portogallo. Sono questi i Paesi che nel Vecchio Continente stanno regalando le maggiori soddisfazioni ai risparmiatori. In particolare, il mercato migliore in assoluto è quello austriaco, con l’indice di riferimento Atx che da inizio anno sta salendo del 27% (performance al 24 novembre). A fare da traino c’è soprattutto il gruppo bancario Raiffeisen, con una crescita superiore al 70%, seguito da un titolo del comparto Oil&Gas, Omv Ag, e da due titoli del settore immobiliare, S Immo e Ca Immobilien, tutti con crescite annue superiori al 40 per cento. “L’indice nel suo complesso presenta una capitalizzazione ridotta, circa un decimo rispetto a quella dell’azionario italiano, con una forte concentrazione sulle tematiche settoriali legate al comparto finanziario, alle materie di base e al settore industriale – spiega Alessandro Allegri, amministratore delegato Ambrosetti Am Sim – In tal senso il numero di aziende con una valenza internazionale risulta ridotto e il sistema di business, anche per una naturalezza storica, è molto vicino e collegato a quello del mercato tedesco. Buona parte dei risultati positivi di quest’anno sono infatti spiegabili e correlabili con un effetto trascinamento legato a un’ottima sovraperformance dell’indice Dax di Francoforte”. E sul futuro del mercato austriaco, l’esperto di Ambrosetti Am Sim rimase ottimista, “sebbene gli spazi rialzisti risultino meno marcati rispetto ai progressi finora evidenziati e l’incertezza maggiore permanga legata a una struttura dell’indice molto concentrata su pochi temi che da soli rappresentano oltre il 50% della composizione”.
Anche il mercato azionario portoghese quest’anno sta offrendo risultati degni di nota (+13% da inizio anno), trainato da una crescita economica in ripresa, seppure ancora destrutturata, ma facilitata da politiche fiscali potenzialmente interessanti. “L’indice risulta composto da pochissime tematiche di natura internazionale, da una capitalizzazione decisamente ridotta, una delle più piccole a livello di area euro, e da una concentrazione settoriale molto marcata in cui energy, finanziari, utilities e consumer goods determinano da soli oltre l’80% dell’indice”, fa notare ancora Allegri. A livello di singoli titoli, nel 2017 spicca la performance di Mota Engil (+105%) e Pharol (+66%), emblema di una significativa selettività dei risultati, confermata anche dalla performance del peggior titolo, Ctt – Correios (-50% da inizio anno). Sotto il punto di vista delle aspettative, la Borsa portoghese presenta qualche criticità in più circa la sostenibilità della dinamica rialzista, “con delle attese di rotazione settoriale importanti per le quali i titoli best performance di quest’anno faranno fatica a riconfermarsi come tali nei prossimi 6/12 mesi”, aggiunge Allegri.
Maurizio Vitolo, amministratore delegato di Consultinvest
Guardando invece alla Germania, rispetto all’Eurostoxx, l’indice Dax ha reso circa il 2% in più da inizio anno. La composizione settoriale dei due indici è piuttosto differente, in quanto l’indice Dax ha circa il 7% in più di materiali e di consumi discrezionali e il 4% in più di tecnologia e salute, mentre ha un sottopeso dell’8% nei consumi non discrezionali e del 6% nei finanziari e negli energetici. “Pur con una allocazione settoriale così differente, un’analisi di performance attribution di Bloomberg evidenzia che solo il 20% della sovraperformance è dovuta alla allocazione settoriale, mentre oltre il 50% è dovuta alla selezione dei titoli – fa notare Maurizio Vitolo, amministratore delegato di Consultinvest – In altre parole sono state le aziende tedesche in generale ad avere un andamento di Borsa migliore delle omologhe aziende dell’area euro e non la composizione settoriale. Nel 2018 l’andamento dell’azionario tedesco sarà legato a quello del mercato azionario area euro e non vediamo motivi di differenze molto marcate. In termini relativi nel 2018 l’azionario resterà preferibile all’obbligazionario, in particolare governativo, le cui valutazioni risentono del piano di acquisti della Bce e di conseguenza sono relativamente care rispetto al ciclo economico”. I fattori da tenere in considerazione nel nuovo anno? La politica monetaria di Fed e Bce, ma non solo. C’è da considerare anche la durata del ciclo di rialzo dell’azionario, che prosegue in maniera quasi lineare dalle elezioni americane dello scorso anno. “È quindi probabile attendersi una maggiore volatilità nei prossimi mesi – continua Vitolo – In particolare gli investitori con significative plusvalenze saranno tentati di realizzarle alle prime avvisaglie di una correzione, amplificando così i movimenti degli indici. Crediamo quindi che per il 2018 sull’azionario sarà importante avere un atteggiamento flessibile e opportunistico per approfittare dei movimenti di mercato”.
… e Cina
Oltre l’Europa, da inizio anno a brillare è anche la Cina, accompagnata dall’Asia in generale (l’indice Msci All Countries Asia ex Japan sta salendo del 33 per cento). “Tra gli eventi più rilevanti dell’anno c’è senza dubbio il risultato a ottobre del 19° Congresso del Partito comunista cinese, culminato con l’inaugurazione del Politburo (è la massima autorità del Partito comunista, ndr) a 25 membri e del suo Comitato permanente, composto da sette membri – commenta Fabrice Jacob, Ceo di JK Capital Management, società del Gruppo La Française – Ma la sorpresa più grande è che il Politburo ha nominato dei nuovi membri per il suo Comitato permanente troppo vecchi per diventare presidente in cinque anni, rompendo così la tradizione. Di buono, invece, si registra la nomina al Politburo di Liu He, consigliere economico di Xi Jinping responsabile delle riforme della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma. Segno che molto probabilmente le riforme dovrebbero accelerare”. La stabilità politica sottolineata da Xi durante il suo discorso di tre ore al Congresso del Partito dovrebbe anche avvantaggiare i mercati, che tipicamente non amano l’incertezza. “In particolare, Xi ha posto un forte accento su questioni ambientali, energia pulita e auto elettriche – conclude Jacob – L’obiettivo è portare la Cina a diventare una vetrina per il resto del mondo”.
I fondi Growth hanno sovraperformato quelli Value nell’ultimo decennio. Ma con la prospettiva di una crescita globale stabile e di un aumento dei tassi di interesse nel 2018 il mercato potrebbe tornare a premiarli.
Il 2017 è stato “un anno più facile e benevolo del previsto” per gli investitori globali, spiega il gestore multi asset di Investec Asset Management. Il 2018 sarà invece un anno di transizione che marcherà la fine del ciclo, “ma è ancora presto per aumentare (troppo) le difese”.
In un contesto di crescita macroeconomica globale che continua a essere generalmente positivo, tre specialisti di mercati emergenti scrutano l’orizzonte dell’asset class per i prossimi dodici mesi.
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