Italia maglia nera dell’Eurozona
La situazione politica nel Paese rende altamente improbabile il varo di riforme economiche assolutamente necessarie. Vi sono forti probabilità che nei prossimi trimestri la situazione possa peggiorare
1 min
La Germania, anche se dovesse scivolare in una recessione ‘tecnica’, qualora i dati sul Pil del quarto trimestre del 2018 segnassero una crescita negativa come è avvenuto per il terzo, non preoccupa gli analisti di DWS (Gruppo Deutsche Bank).
Nella locomotiva d’Europa, “nel terzo trimestre, ha sofferto in particolare il settore automobilistico; dall’inizio del quarto trimestre, gli ordini sono aumentati nuovamente, il che evidenzia una ripresa della produzione all’inizio del 2019. A dicembre, il prodotto nel settore costruzioni è crollato del 4%, il che potrebbe trascinare il quarto trimestre in rosso. Anche se abbiamo molte cose di cui preoccuparci, non crediamo che il comparto delle costruzioni in Germania sia una di queste”.
“Tuttavia – mettono in guardia gli economisti – per quanto riguarda il 2019, non c’è da stare troppo tranquilli. I rendimenti in calo sui titoli di Stato tedeschi stanno facendo riflettere. Ciò vale sia per i rendimenti nominali dei titoli di stato tedeschi sia per i rendimenti sui titoli di Stato a più lunga scadenza indicizzati all’inflazione, come mostra il nostro grafico della settimana. Anche la differenza tra i rendimenti reali e quelli nominali, il cosiddetto tasso di inflazione di pareggio, indicatore delle aspettative di inflazione, è diminuita e nelle scadenze a dieci anni ha toccato un minimo negli ultimi due anni. Tutti questi sono quasi segni di dinamismo economico. Dal gennaio di quest’anno, la Bce ha poi bloccato nuovi acquisti di titoli nell’ambito del suo purchasing program. Questo in realtà avrebbe dovuto spingere i rendimenti verso l’alto”.
“In ogni caso – concludono gli esperti – si stanno accavallando segnali di debolezza nell’Eurozona, dal calo dell’indice Ifo, a quello delle vendite al dettaglio in Germania nel dicembre 2018, alla debolezza del Purchasing Managers Index in Francia e in Italia. Poi, ci sono i vari rischi politici, dal caos della Brexit ai conflitti commerciali”.