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L’organo che riunisce i ministri delle Finanze dell’Unione sostiene il progetto come perno della sovranità economica Ue. Entro la prima metà dell’anno la Commissione presenterà una proposta digitale sulla Central bank digital currency
Il progetto dell’euro digitale riuscirà a garantire una maggiore autonomia strategica dell’Unione europea, ma per portare avanti il progetto servirà molta ambizione. È questo uno dei punti della posizione espressa in questi giorni dall’Eurogruppo, l’organo informale che riunisce i ministri delle Finanze dei Paesi dell’Eurozona per discutere di questioni legate alla valuta comune. Secondo i ministri delle finanze Ue, il lancio di una valuta digitale impone un approccio politico e giuridico rigoroso, un processo inclusivo
Una versione in euro di una Cbdc (central bank digital currency, cioè valuta digitale emessa da una banca centrale) è nel mirino della Bce dal 2019, cioè da quando Facebook aveva proposto una criptovaluta chiamata Libra, che avrebbe dovuto agganciare il suo valore a un paniere di valute esistenti. Questo progetto è naufragato sotto le pressioni delle autorità di regolamentazione, intimorite dalla possibilità che potesse incoraggiare il riciclaggio di denaro e compromettere la stabilità finanziaria. Ma l’idea di un euro digitale è andata avanti, concepita anche come “un emblema del processo di integrazione europea in corso”, secondo un rapporto della Bce del 2020.
Ma l’indagine sulla possibile emissione di un euro digitale era partita già da prima, e precisamente dall’ottobre 20211. Da allora, l’organo oggi presieduto dall’irlandese Paschal Donohoe ha tenuto regolari scambi di opinioni sulle principali dimensioni politiche di una vasta unica digitale. Per avere successo – spiega l’Eurogruppo – “l’euro digitale deve essere un progetto comune europeo e inclusivo, sostenuto dai cittadini europei e costruito su una solida base democratica. Accogliamo quindi con favore l’impegno della Banca centrale europea e della Commissione europea nell’informare regolarmente l’Eurogruppo e gli Stati membri dell’UE e nel garantire una preparazione tecnica approfondita delle nostre discussioni.
L’Eurogruppo ritiene che “l’introduzione di un euro digitale, così come le sue principali caratteristiche e scelte progettuali, richieda decisioni politiche che dovrebbero essere discusse e adottate a livello politico. La creazione di un euro digitale richiederebbe una base giuridica adeguata, che coinvolga il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea sulla base di una proposta legislativa della Commissione europea”.
L’organo Ue ha ribadito il proprio sostegno agli forzi di tutte le istituzioni europee e nazionali coinvolte nei lavori preparatori per la potenziale emissione di un euro digitale e ha incoraggiato “un elevato livello di innovazione e ambizione nell’esplorazione delle possibili opzioni di progettazione e distribuzione”. A seconda della sua concezione, l’euro digitale potrebbe svolgere un ruolo chiave in un’economia sempre più digitalizzata, rafforzando l’autonomia strategica aperta dell’Unione europea, riflettendo il ruolo geopolitico centrale svolto dai sistemi di pagamento, promuovendo l’innovazione del settore finanziario e apportando benefici ai cittadini, alle imprese e agli Stati membri, pur preservando il ruolo della moneta della banca centrale come ancoraggio del nostro sistema monetario.
In linea con la dichiarazione adottata nel febbraio 20223 , nell’ultimo anno l’Eurogruppo ha discusso diverse questioni chiave riguardanti l’euro digitale e ha fornito pareri sugli obiettivi generali e sulle dimensioni politiche dell’euro digitale, sollevando una serie di questioni. In primo luogo, per i ministri delle Finanze Ue l’euro digitale dovrebbe integrare e non sostituire il contante. Dovrebbe essere sicuro e resistente, garantire un elevato livello di privacy, facile e comodo da usare e ampiamente accessibile al pubblico, anche in termini di costi per gli utenti finali. I ministri hanno inoltre invitato a considerare le implicazioni ambientali della progettazione dell’euro digitale.
Per avere successo, l’euro digitale dovrebbe garantire e mantenere la fiducia degli utenti, per i quali la privacy è una dimensione chiave e un diritto fondamentale. Allo stesso tempo, l’Eurogruppo ha ritenuto che la progettazione dell’euro digitale debba essere conforme ad altri obiettivi politici, come la prevenzione del riciclaggio di denaro, del finanziamento illecito, dell’evasione fiscale e la garanzia del rispetto delle sanzioni. A tal fine, l’Eurogruppo suggerisce un approccio risk-based per perseguire tali finalità. Inoltre sarebbe auspicabile l’esplorazione di una funzionalità offline che servirebbe una gamma più ampia di casi d’uso e contribuirebbe anche all’inclusione finanziaria, facilitando l’uso da parte dei cittadini in diversi scenari.
Un euro digitale – aggiunge l’Eurogruppo – dovrebbe mirare a salvaguardare la stabilità finanziaria dell’area dell’euro. I rischi potenziali per la stabilità finanziaria dovrebbero essere limitati, ad esempio imponendo limiti e vincoli di detenzione nella progettazione dell’euro digitale, pur mantenendone l’attrattiva come mezzo di pagamento. I parametri di tali caratteristiche dovrebbero essere ulteriormente analizzati e discussi sulla base di un’approfondita analisi quantitativa e la loro attuazione dovrebbe tenere conto del contesto economico e finanziario prevalente. La progettazione e l’introduzione di un euro digitale non dovrebbero compromettere la capacità e l’indipendenza del Sistema europeo di banche centrali nel garantire la trasmissione monetaria al fine di adempiere al suo mandato di stabilità dei prezzi.
Una valuta paneuropea con uso anche internazionale
Anche la Bce è consapevole del fatto che la costruzione del progetto richiederà molte attenzioni. Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo e responsabile del progetto, ha dichiarato che l’euro digitale è destinato a essere un metodo di pagamento, ma non una riserva di valorei. Il ruolo principale della Bce sarebbe il regolamento delle transazioni: non avrebbe visibilità sui conti individuali. I clienti si rivolgerebbero invece alla propria banca o a un altro fornitore di servizi finanziari tradizionali.
Ma i ministri delle Finanze sono andati oltre. Nella loro posizione hanno concordato con la Bce sulla necessità di preservare la privacy dei cittadini e di mantenere le transazioni su dimensioni ridotte, ma hanno anche spinto affinché la banca centrale permetta all’euro digitale di essere utilizzato a livello internazionale. Tutto questo in contrasto con la preferenza dei banchieri centrali di limitare inizialmente l’euro digitale all’Ue. L’Eurogruppo, invece, oltre a sottolineare l’importanza di garantire una portata paneuropea dell’euro digitale, ha dichiarato la disponibilità a discutere con le autorità Ue implicate nel processo costi e benefici, architettura e anche ♣
La Cbdc Ue potrebbe essere un elemento costitutivo della futura architettura per soluzioni di pagamento all’avanguardia. A tal fine, secondo i ministri delle finanze dell’Unione l’euro digitale potrebbe consentire di avviare un pagamento automaticamente quando sono soddisfatte condizioni predefinite permettendo quindi agli utenti di programmare i pagamenti. Come moneta, tuttavia, l’euro digitale dovrebbe essere sempre convertibile in territorio Ue alla pari con altre forme di euro, come le banconote e i depositi delle banche commerciali.
L’Eurogruppo consiglia inoltre, per garantire la coerenza con il contante e rendere la moneta digitale della banca centrale ampiamente accessibile a tutti gli utenti finali, il conferimento all’euro digitale dello status di moneta a corso legale.
Infine, l’euro digitale dovrebbe concentrarsi in via prioritaria sulle esigenze e sulle specificità dell’area euro. L’interoperabilità con le valute digitali delle altre banche centrali dovrebbe esserne una caratteristica importante, anche per le transazioni tra valute, tenendo conto del sviluppo di Cbdc di altre giurisdizioni, per permettere transazioni transfrontaliere più rapide, economiche e sicure. E ovviamente i rischi associati all’uso di un euro digitale al di fuori dell’area dell’euro dovranno essere mitigati e monitorati.
Dopo questo parere, il progetto prosegue anche se sulla sua realizzazione ci sono ancora alcune incognite. La Commissione europea punta a presentare nella prima metà dell’anno una proposta legislativa che istituisca l’euro digitale e ne disciplini le caratteristiche principali. Mentre il Consiglio direttivo della Bce esaminerà l’esito della fase di indagine nell’autunno del 2023 e deciderà su questa base se passare alla fase di realizzazione.
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