L’Italia degli Etf tocca i 62 miliardi di patrimonio
15 novembre 2018
di Gabriele Petrucciani
2,30 min
Articolo pubblicato su FR MAGAZINE | Ott – Nov 2018 |
L’incremento medio su base annua è del 33%. Intanto crescono i prodotti quotati e anche il numero degli emittenti (a quota 20). Nel 2019 a dare un’ulteriore scossa al settore sarà il colosso Usa Vanguard
L’Italia degli Etf è in fibrillazione. A dare la scossa è stata Vanguard, l’asset manager americano che sta per sbarcare in Italia con la sua politica “costo zero” (non nuova, per la verità) dei replicanti. Bisognerà aspettare ancora un po’ per assistere al suo debutto a Piazza Affari nel 2019. Intanto, però, gli emittenti già operativi sul mercato italiano stanno rafforzando il loro presidio. Quotando in Borsa Italiani Etf su nuove asset class.
La fotografia
Stando ai dati di Palazzo Mezzanotte, gli Aum continuano a crescere anno dopo anno, a una media del 33% l’anno. A fine agosto si contavano masse in gestione per oltre 62 miliardi di euro, con una raccolta netta che da inizio anno si attesta a circa 3,5 miliardi. A fare la parte del leone sono soprattutto i replicanti di tipo obbligazionario, che mostrano una raccolta di quasi 4 miliardi, a fronte di un asset under management di poco superiore ai 27 miliardi (il 44% del patrimonio complessivo). In difficoltà, invece, gli Etf emergenti che, complice il delicato contesto di mercato del 2018, stanno accusando deflussi per 412 milioni. E intanto continua a crescere il numero di prodotti quotati in Borsa Italiana. A fine agosto si contavano 854 Etf. Un numero destinato a crescere ancora. “Quest’anno a Piazza Affari sono arrivati 147 nuovi replicanti. E ne arriveranno tanti altri – conferma Silvia Bosoni, responsabile Etf quotati di Borsa Italiana – La sostenibilità è tra i principali temi che gli emittenti stanno esplorando per riuscire ad attivare l’effetto rarità. Poi ci sono gli Etf Pir, anche se sono ancora poco (vedi box in pagina). Ma la maggior parte dei replicanti quotati sono di stampo obbligazionario. Prodotti che stanno riscuotendo un enorme successo tra il popolo dei risparmiatori. Da inizio anno, gli Etf Fixed Income hanno raccolto 4 miliardi di euro per un patrimonio che rappresenta il 44,5% delle masse complessive in pancia ai replicanti (23,7% in Europa).
James Athey, senior investment manager di Aberdeen Standard Investments
Le ultime debuttanti Oltre alle emissioni obbligazionarie, gli emittenti stanno evidenziando una particolare sensibilità sui fattori Esg. Ne sa qualcosa Lyxor, che lo scorso 11 settembre ha quotata in Piazza Affari quattro Etf “Esg Trend Leaders” che replicano indici sostenibili sviluppati da Msci prendendo esposizione su quattro aree geografiche: Europa, Usa, Emergenti e Mondo. “Abbiamo scelto Msci per la sua esperienza di più di 40 anni nella raccolta ed elaborazione di dati in ambito Esg – spiega François Millet, head of Etf & Index Product Development di Lyxor – Gli indici Msci Trend Leaders attuano una selezione attiva dei titoli, fattore che dovrebbe incentivare le società prese in considerazione a migliorare i propri rating Esg per attrarre investimenti”. Lo scorso 10 settembre, invece, Amundi ha quotato l’Amundi Index Us Corp Sri Ucits Etf, un replicante pensato per offrire un’esposizione diversificata all’universo obbligazionario corporate denominato in dollari statunitensi, applicando al contempo criteri Esg nel processo di selezione. “Il potenziale degli investimenti socialmente responsabili è destinato a crescere – commenta Fannie Wurtz, managing director di Amundi Etf, Indexing & Smart Beta – Per questo intendiamo accompagnare gli investitori e offrire loro degli strumenti d’allocazione sia obbligazionari che azionari, adatti a rispondere a queste nuove esigenze”
Gli emittenti Guardando invece agli emittenti, oggi a Piazza Affari se ne contano 19 (20 se si include anche Etf Securities, che però ha solo Etc ed Etn). Praticamente tutti “stranieri”. Ma il numero è destinato a crescere. In pipeline ci sono diversi strumenti pronti ad approdare in Borsa Italiani. E alcuni di questi sono di “proprietà” di nuovi emittenti. Come l’americana Vanguard, che ha annunciato l’arrivo in Italia per i primi mesi del 2019. L’arrivo di nuovi competitor farà cresce la concorrenza sul mercato e verosimilmente anche il processo di concentrazione. Anche perché da alcuni anni è partita la guerra dello “Zero”, con l’obiettivo di azzerare del tutto (o quasi) le commissioni di gestione degli Etf (i prodotti più economici quotati a Piazza Affari hanno management fee dello 0,04%). Ma per abbassare le “fee” bisogna avere una struttura grande, così da sfruttare le economie di scale. Le piccole, dunque, in futuro avranno vita dura e potranno decidere di “sposare” una nuova casa madre.
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