Infrastrutture, il mercato italiano accelera
In testa energia, trasporti e infrastrutture sociali. Il 56% degli investitori incrementerà la propria esposizione e il 73% vede un aumento della competizione nelle operazioni di M&A. L’EY Barometer
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Dopo 18 mesi di crescita ininterrotta e un 2021 record, il 2022 potrebbe essere un anno grigio per il mercato M&A a livello globale. Nei primi nove mesi dell’anno l’attività di fusioni e acquisizioni ha infatti registrato una forte contrazione. In totale sono state annunciate circa 40.000 operazioni, per un controvalore di oltre 2.500 miliardi di dollari: -18% a volumi e -36% a valore rispetto allo stesso periodo del 2021. A certificarlo è un’indagine pubblicata da Pwc, dalla quale emerge però il buono stato di salute del mercato italiano, i cui risultati sono invece ancora positivi.
A livello globale, il settore trainante in termini sia di volumi e che di deal value è stato il Tmt (technology, media e telecommunications) che include i megadeal Activision-Microsoft e VMware-Broadcom. I megadeal, cioè le operazioni superiori al miliardo di dollari, da inizio anno sono state 395 rispetto a 692 di un anno fa, mentre i gigadeal, quelle oltre i 5 miliardi, si sono fermati a 55, contro i precedenti 112.
Secondo l’analisi PwC, il calo registrato nei primi 9 mesi del 2022 ha riguardato in particolare le operazioni condotte da investitori finanziari che, pur restando allineate in termini di numero rispetto allo stesso periodo del 2021 (38-39%), sono diminuite a valore (41% contro 44% del totale dello stesso periodo del 2021). Le operazioni cross border dei primi 9 mesi del 2022 hanno totalizzato circa il 31% del totale controvalore delle operazioni annunciate, in linea con la media storica degli ultimi 4 anni del 30%.
“Il 2021 è stato un anno record per l’attività di M&A a livello mondiale, che riflette la ripresa post- pandemica, l’accresciuto interesse per i settori Tmt, Financial Services e Healthcare e la liquidità accumulata dai fondi di private equity e della Spac nel mercato Us”, spiega Emanuela Pettenò, deals market leader e consumer markets leader di PwC Italia, che sottolinea come il 2022 fosse iniziato all’insegna di un forte ottimismo, con l’accelerazione di processi di exit da parte dei fondi di private equity per cogliere il momentum favorevole di mercato.
“L’invasione dell’Ucraina in febbraio, la crescente pressione inflattiva sui prezzi delle materie prime e dell’energia, l’andamento delle valute, le condizioni meno favorevoli dell’indebitamento hanno portato ad una generale incertezza e conseguente contrazione dell’attività di M&A, sia a volumi che a valore, con un atteso impatto anche sulle valutazioni. Le aspettative del mercato sono in un rimbalzo a partire dal secondo semestre 2023, anche se difficilmente con un ritorno ai livelli record del 2021”, afferma la Pettenò.
Per quanto riguarda il mercato italiano, le attività di M&A nei primi 9 mesi del 2022 sono rimaste in linea con lo stesso periodo del 2021 a volumi, con oltre 1.000 operazioni annunciate, ma il deal value è sostanzialmente raddoppiato, arrivando a circa 88 miliardi di dollari grazie principalmente all’Opa di Blackstone su Atlantia.
Escludendo quest’ultima operazione, si registra invece un calo a valore del 14% con 12 operazioni con deal value superiore a un miliardo di dollari, contro le 11del 2021, tra cui Irca-Advent, Yoox-Farfetch, Autogrill-Dufry nel consumer markets (+63%); Doc Generici-Tpg e Biofarma-Ardian nell’healthcare (+54%); Facile-Silver Lake e Inwit-Ardian in Tmt e Centrotec-Ariston nell’industrial manufacturing & automotive.
Sempre in Italia, le operazioni annunciate da investitori finanziari nei primi 9 mesi di quest’anno sono state 395, pari al 37% sul totale dei deals del periodo, in aumento rispetto al 2021 sia a volumi (+3,9%) che a valore (dal 34% al 44% del totale escludendo Atlantia-Blackstone). Le operazioni cross border sono state infine 450, di cui 282 sponsorizzate da investitori finanziari, contro le 421 dello sorso anno. Di queste 164 sono state promosse da investitori istituzionali, a conferma dell’interesse in costante aumento degli investitori esteri, in particolare dei fondi.
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