Da uno spin off di Credito Fondiario nasce una Sgr specializzata in Npl
“Il fondo Gardant ha un obiettivo di raccolta di 500 milioni entro fine anno”, spiega Guido Lombardo, Ad di Gardant Investor Sgr
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La nascita di Gardant Investor Sgr nell’estate del 2021 ha sancito in maniera formale l’apertura a investitori terzi di una piattaforma di fondi di investimento che offre alla clientela la possibilità di contare sull’expertise maturata dal team in 8 anni di attività come Credito Fondiario nel settore del credito alternativo e distressed. “Lavoriamo in piena continuità con quello che già facevamo in termini di raccolta di risparmio mediante coinvestimento con investitori su singole operazioni”, spiega Guido Lombardo, amministratore delegato della società che ha comunicato il 22 dicembre scorso il closing suo primo fondo di credito con una raccolta di 500 milioni di euro presso investitori istituzionali. “Con la formalizzazione di una Sgr, manteniamo invariata la strategia e la presenza costante di un coinvestimento, ma con un passo in più, che consiste nella raccolta di capitali istituzionali in fondi. Questa raccolta è finalizzata alla creazione di strategie future che seguano le politiche e processi di allocazione consolidati nel tempo”.
Decisamente. Ci muoviamo, come abbiamo sempre fatto, in un campo complesso e specializzato come quello del credito distressed e special situation con una linearità che è riconosciuta e apprezzata dal mercato. Grazie alla struttura della Sgr oggi siamo in grado di avviare un fondo in continuità con investimenti realizzati nel 2021 prima dell’arrivo di altri sottoscrittori/investitori. Questi possono, quindi, valutare non solo la strategia e la consistenza storica della nostra competenza, ma anche il dettaglio degli attivi già contenuti all’interno del portafoglio nel fondo.
Si tratta di fondi illiquidi destinati agli investitori istituzionali. Sono soprattutto gli stranieri in questo momento a capire ed apprezzare le possibilità derivanti dagli investimenti alternativi. Ci sono interessamenti anche da parte di investitori italiani, ma la maggior parte degli investitori che prevedono una diversificazione su fondi di credito alternativo e distressed si trovano al di fuori dei confini nazionali. Nella maggior parte dei casi, secondo noi, in Italia viene considerata secondaria – quando invece dovrebbe essere di fondamentale importanza – un’analisi disciplinata e tecnica di questa tipologia di investimento. Gli alternativi sono interpretati e approcciati solo come “quasi garantiti” o come immobiliare. Speriamo che il nostro modello, che può contare su un’esperienza misurabile e verificabile e, insieme, sulla preesistenza dello strumento rispetto all’investimento di terzi, possa fare da acceleratore ad una maggiore considerazione per il comparto. Inoltre investiamo nell’economia Italiana e sarebbe coerente che i ricavi di tali investimenti restassero in istituzioni Italiane.
Siamo specialisti nei crediti non performing o deteriorati. Acquistiamo per la grande maggioranza da banche e in maniera minore da altri fondi di investimento pacchetti di Utp e Npl, proponendo una soluzione complessiva e non solo un’offerta in sede di asta competitiva. La valutazione dell’investimento viene fatta in maniera estremamente disciplinata su portafogli che molto spesso sono composti da varie posizioni che vanno numericamente da un minimo di 50 ad un massimo di 2.000/3.000. Un range che ci consente una valutazione puntuale delle singole posizioni, ma al tempo stesso un acquisto a pacchetto. L’analisi non è statistica ma linea per linea e questa si combina con la capacità di arrivare anche ad una previsione complessiva del comportamento del portafoglio nel corso dell’intera vita dell’investimento.
Medio-alto, ma non sono fondi speculativi. Ci vogliamo distinguere in modo netto da fondi con un target di rendimento superiore al 20%. Abbiamo come obiettivo quello di essere molto cauti sulla quota di rischio, perché il nostro primario obiettivo è insieme quello di fare performance ed evitare possibili perdite. Questa è una peculiarità fondamentale che deriva da un allineamento di interessi con gli investitori dei nostri fondi e rappresenta una delle caratteristiche distintive della nostra offerta. Abbiamo deciso di fare coinvestimento prima e indipendentemente dall’apprezzamento degli investitori per questa scelta e questo avviene sia a livello di Sgr sia a livello di chi gestisce l’attivo sottostante. I mandatari, sia interni che esterni al Gruppo, devono investire un multiplo delle eventuali commissioni di gestione attese per l’intera vita dell’investimento. Un parametro che garantisce un effettivo allineamento di interessi lungo tutta la catena degli attori coinvolti nella vita del fondo.
I crediti in difficoltà aumenteranno certamente. Non parliamo in questo caso necessariamente di non performing loans ma soprattutto dello stadio precedente ancor prima della classifica a NPE. Con la crisi causata dalla pandemia e tenendo in considerazione le varie forme di aiuto ricevute da privati e imprese fino ad oggi, andiamo verso uno scenario in cui si scoprirà chi ce la farà e chi no a restare sul mercato. Indicatori come aziende in moratoria e quantità di crediti tripla C dicono che la massa di attivi che potrebbe entrare in difficoltà è certamente significativa. Questo significa possibilità di investimento ma anche una funzione sistemica di un gestore di fondi su credito alternativo in grado di trattare in maniera efficiente questa tipologia di asset con lo scopo di ristrutturare e rilanciare le situazioni dove la componente finanziaria, se gestita con consapevolezza e flessibilità può permettere un rilancio/rimessa in careggiata del debitore.
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