Moda sostenibile, Millennials e iGen disposti a pagare di più
Il 90% dei giovani italiani pagherebbe un premium price per prodotti fashion etici e sostenibili. L’analisi di PwC
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Più di 16 miliardi di dollari sono bastati a Tiffany per cedere alle avance di Lvmh, tornata alla carica per ben due volte prima di arrivare alla valutazione monstre di 135 dollari per azione. Una cifra che ha convinto tutti e fa di questa operazione la più grande mai conclusa dal colosso francese del lusso verso un’azienda target.
“Il prezzo a cui è stata approvata l’operazione (135 dollari per azione) è il 10% al di sotto del valore che prevedevamo sarebbe stato accettato dal board e rende questo accordo interessante sia dal punto di vista finanziario che da quello strategico per Lvmh”, commenta Swetha Ramachandran, investment manager, responsabile della gestione del fondo GAM Global Luxury Brands.
Dal punto di vista fondamentale, la somma messa sul piatto da Lvmh per acquistare Tiffany supera di 25 volte il rapporto prezzo utili (p/e, ndr) attesi da Tiffany per il prossimo anno.
La strategia dell’azienda francese è chiara: l’acquisizione del brand Tiffany apre le porte del mercato del lusso statunitense e, strategicamente, consente di presidiare il segmento di alta fascia della gioielleria dove Lvmh è già forte in Europa dove la sua divisione orologi e gioielleria comprende Tag Heur, Zenith, Fred, Hublot, Chaumet e l’italiana Bulgari che fino ad ora deteneva lo scettro di “preda più costosa” nel reame di Bernard Arnault. Ruolo ora scalzato dalla casa di gioielli newyorkese.
In termini relativi l’operazione è infatti stata chiusa con un multiplo simile a quello di Bulgari, che era stata acquisita per un prezzo pari a 3,6 volte il suo fatturato, anche se il dato relativo all’Ebitda risulta molto più elevato dato che all’epoca dell’acquisizione la profittabilità della gioielleria romana era molto più bassa.
“Sulla base di un tasso di interesse dell’1,5%, l’operazione dovrebbe rivelarsi accrescitiva, con l’utile per azione in aumento tra il 4% e il 5% su base annua per il 2020 e il 2021”, spiega Ramachandran, secondo cui l’ondata di m&a cui stiamo assistendo dovrebbe proseguire. “Ci aspettiamo che questo sia il punto di partenza per un ulteriore ciclo di consolidamento dell’industria del lusso nei prossimi 12-18 mesi, con la significativa polarizzazione che continuiamo a vedere tra i marchi più forti e quelli più deboli”, ragiona l’asset manager.
Lo scenario dipinto dal gestore sembra concordare con l’opinione degli operatori che oggi premiano i due titoli su entrambe le sponde dell’Atlantico. A New York Tiffany ha aperto la settimana in rialzo di oltre sei punti, mentre a Parigi Lvmh sale di 1,5% non molto lontano dai massimi storici aggiornati a metà anno.
Prospettive positive che fanno sorridere gli investitori istituzionali che detengono posizioni sul titolo parigino. In totale sono circa 4.958 mutual funds posizionati su Lvmh (Morningstar Direct), appartenenti primariamente alle categorie azionario Europa e tematici sul settore lusso.
L’ondata di aggregazioni nel settore, spinta dalla necessità dei player più grandi di razionalizzare i bilanci ha di fatto polarizzato i più grandi marchi mondiali (anche tanti italiani) in conglomerati giganteschi capaci di competere su scala internazionale su tutti i mercati. Ecco le operazioni più importanti concluse negli ultimi anni ricostruite da Reuters:
-Lvmh dal 2013 a oggi ha messo a segno diversi colpi: dall’azienda di cashmere Loro Piana acquisita per 2 miliardi di euro ($ 2,20 miliardi) al più recente ingresso nella catena di hotel di lusso Belmond ($ 3,2 miliardi) passando per l’operazione che portò il marchio Christian Dior (6,5 miliardi di dollari) in forze all’imprenditore Arnault.
-La metamorfosi che ha trasformato Michael Kors in Capri Holdings in una casa globale di marchi di alta moda con due importanti acquisizioni per assumere concorrenti europei più grandi: l’italiana Versace per 2,2 miliardi di dollari e l’azienda di calzature di lusso Jimmy Choo per $ 1,2 miliardi l’anno precedente.
–Tapestry è impegnata in un riposizionamento strategico verso clienti di fascia alta. Prima la ridenominazione (precedentemente era Coach Inc,) poi due importanti acquisti dal 2015: prima il produttore di borse di lusso Kate Spade per $ 2,4 miliardi e successivamente le calzature di Stuart Weitzman per $ 574 milioni nel 2015.
-Ancora Francia dove Richemont ha acquistato il portale italiano di e-commerce Yoox Net-a-Porter per 2,8 miliardi di euro nel 2018 per competere meglio nel mercato online in espansione anche per i beni di lusso.
-Sull’asse Italia-Francia la creazione del colosso EssilorLuxottica, un deal da 46 miliardi di euro che ha poi a sua volta acquistato il gruppo di ottica olandese GrandVision per 7,2 miliardi di euro all’inizio di quest’anno.