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La “guerra fredda” commerciale tra Usa e Cina ha effetti tangibili sulle economie dei due Paesi e sui portafogli degli investitori. Ma la resilienza del Dragone non è in discussione. Ecco perché
L’impatto sugli investimenti della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti ha colpito duramente il sentiment generale. “Innanzitutto, potrebbe incidere negativamente sul pil cinese fino allo 0,5-1%, avendo conseguenze non solo di breve ma anche di lungo periodo con un mercato azionario cinese sempre più volatile, a fronte delle tensioni che rimangono elevate”, osserva Raymond Ma, portfolio manager di FF China Consumer Fund di Fidelity International, che in conversazione con FocusRisparmio analizza le possibili conseguenze di un braccio di ferro che tiene i mercati con il fiato sospeso.
Che impatto ha avuto finora la “trade war” sul fondo che gestisce?
Riguardo all’aumento delle tariffe commerciali ci si aspetta un progressivo declino nelle esportazioni e una riduzione dei guadagni delle imprese cinesi, visto che alcune di esse potrebbero decidere di spostare la propria base produttiva fuori dalla Cina.
Guardando, tuttavia, al portafoglio dell’FF China Consumer Fund, esso ha una bassa esposizione alle esportazioni focalizzandosi su aziende i cui ricavi provengono direttamente dal mercato domestico cinese.
In qualità di stock picker con un approccio bottom-up, crediamo che uno scenario macroeconomico incerto rappresenti spesso un momento in cui gli investitori hanno la possibilità di individuare aziende interessanti con valutazioni attraenti.
Xi Jinping ha un rebus da risolvere al tavolo con Trump: lasciare o raddoppiare? Ma in che modo la Cina può neutralizzare l’impatto delle tariffe commerciali degli Stati Uniti?
È probabile che il governo cinese introduca politiche di allentamento fiscale e monetario per supportare l’economia nazionale e il settore dei consumi. Di conseguenza, la riserva monetaria e le condizioni di liquidità del Paese dovrebbero migliorare col tempo. Potremmo anche osservare un’accelerazione della crescita degli investimenti obbligazionari, mentre la crescita dei consumi dovrebbe mostrare tendenzialmente una certa resilienza e capacità di ripresa.
Le riforme in corso sul fronte dell’offerta probabilmente spingeranno l’incremento dell’efficienza produttiva cinese portando a migliori utili aziendali. Rimaniamo dunque positivi nei confronti dei trend chiave in Cina. Ad esempio, nell’ambito dell’automazione, dell’ambiente, della digitalizzazione, dell’urbanizzazione e della mobilità vi sono aziende molto ben posizionate che possono beneficiare di questi interessanti trend.
I mercati azionari cinesi offrono ancora spazio di upside? Dove trova le migliori opportunità?
Manteniamo un sovrappeso ai settori della “Nuova Cina”, in quanto meno vulnerabili a venti macroeconomici contrari del breve periodo. Ad esempio, come menzionato, vediamo opportunità interessanti tra le aziende coinvolte all’interno del settore dell’automazione, in quanto la Cina è uno dei mercati dell’automazione più grandi e in più rapida crescita.
Anche nell’ambito della digitalizzazione, la penetrazione del commercio retail online in Cina è superiore a quella degli Stati Uniti. Continuiamo, quindi, a focalizzarci su azioni che possano fronteggiare la volatilità nel breve periodo e possano offrire una crescita sostenibile nei prossimi 3-5 anni.