Allarme Consob: “L’Opa ha ormai come solo obiettivo il delisting”
Tra il 2007 e il 2019 oltre il 60% delle offerte sono finite con l’addio alla Borsa. Intanto nel 2020 le operazioni di M&A in Italia sono aumentate del 37% a 75,6 miliardi di dollari
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Una decisa ripresa partita nel secondo trimestre del 2020 e destinata a proseguire quest’anno. Il mercato M&A prova a dimenticare la pandemia e dopo aver toccato il suo minimo nel secondo trimestre 2020, ha messo a segno una significativa accelerazione sia in termini di numero di operazioni che di deal value, riuscendo a contenere la contrazione totale rispetto al 2019 a -9% in volumi e -3% a valore. Lo rivela l’ultimo report targato PwC, secondo cui a salvare l’Italia in particolare ci hanno pensato i “mega deal” nell’ultimo trimestre dell’anno.
Stando agli esperti PwC, a beneficiare della situazione sono stati in particolare i comparti fintech e telecom, media e technology (digital e infrastructure), dove oltre all’aumento delle transazioni a volume e valore, si registra anche un aumento dei multipli impliciti. Più volatile a valore, seppure in crescita come volumi, l’healthcare, che nel 2019 era stato impattato da significativi “megadeals” (con valore superiore a 5 miliardi di dollari).
Dalle analisi emerge che anche i prossimi 6/12 mesi saranno caratterizzati da una attività di M&A molto intensa: le aziende che sono riuscite a cavalcare la crisi e i fondi di investimento hanno accumulato una potenza di fuoco di oltre7.600 miliardi di dollari di liquidità, i tassi di interesse sono rimasti ai minimi e la domanda repressa dei consumatori stimolerà la ripartenza. Rimangono comunque le incertezze legate alle varie ondate e varianti di Covid-19 e ai conseguenti lockdown, all’aumento della disoccupazione, soprattutto femminile, che agirà da freno alla ripartenza dei consumi, e alle tensioni nei rapporti internazionali.
Intanto, l’accelerazione delle attività di M&A ha riguardato tutte le aree geografiche con punti di massimo toccati nell’ultimo trimestre nell’area Asia-Pacific e, in ambito europeo, in Italia. Sia a livello globale che italiano, le operazioni del 2020 hanno visto una maggiore prudenza da parte degli investitori strategici (-7% e -34% rispettivamente a valore), compensata da un’accelerazione da parte degli investitori finanziari, che da noi rappresentano il 37% del numero di operazioni e il 59% del valore, con una marcata accelerazione dal secondo trimestre.
Entrando nel dettaglio del nostro Paese, le dimensioni più ridotte del mercato, la presenza di mega-deal guida importanti fluttuazioni nel deal value e quindi una maggiore volatilità a livello trimestrale. Nel 2020 si registra un significativo calo a volumi (-22%), ma un incremento del valore (oltre 70 miliardi di dollari) guidato da una marcata accelerazione dell’ultimo trimestre con le operazioni Nexi/Nets (7.4 miliardi di dollari), Nexi/SIA (5.3 miliardi di dollari), CVC/Advent/FSI – Serie A (2.0 miliardi di dollari), Moncler/Stone Island (1.5 miliardi di dollari), il cui completamento è atteso nella prima metà del 2021.
A livello di settore, l’unico con un incremento di attività M&A sia a volumi che a valore è risultato il TMT (25 miliardi di dollari di deal value nel 2020, +317%, operazioni KKR/Telecom, Macquarie/Open Fiber, Bain / Engineering), seguito solo a valore dal consumer (8.5 miliardi di dollari, +181% spinto dalle operazioni Permira / Golden Goose e Moncler / Stone Island) e dai financial services ($28bn, +75%, Nexi/Nets, Nexi/SIA, CDP Euronext/Borsa Italiana).
“Complessivamente – osserva Emanuela Pettenò, Partner PwC Italia e Markets Deals Leader -: vediamo un incremento nell’attività di M&A nel 2021, caratterizzato sia da operazioni opportunistiche che trasformazionali, polarizzazione sui settori ‘vincenti’ (fintech, digital, healthcare) e sugli asset migliori, su cui ci sarà un incremento di competizione e aumento delle valutazioni, bilanciato da una riduzione di volumi e multipli sui settori più negativamente impattati dal Covid-19 o con modelli di business che non hanno saputo rispondere ai cambiamenti strutturali richiesti dal cosiddetto ‘new normal’ (fashion, food service). Su questi ultimi, prevediamo un incremento di operazioni di ristrutturazione, soprattutto nei settori che non hanno beneficiato di sussidi e in generale al termine delle misure straordinarie”.
Per gli esperti PwC, le operazioni di Ipo, anche tramite Spac, possono costituire un’alternativa interessante di exit per i fondi o di finanziamento per le aziende, soprattutto nei mercati e settori dove la ripresa sarà più veloce. Nel secondo semestre 2020, circa 1000 Ipo a livello globale hanno catalizzato oltre 250 miliardi di dollari di liquidità, con un aumento nell’utilizzo delle Spac sul mercato americano (circa il 50% delle quotazioni realizzate su questo mercato nel 2020 per un controvalore di 70 miliardi di dollari sono avvenute tramite Spac). Secondo l’analisi, si prevede quindi un crescente utilizzo di questo strumento anche nel 2021, in particolare sui settori di investimento più innovativi (veicoli elettrici, tecnologia, healthcare).
Gli investitori istituzionali, i fondi di private equity, i board delle aziende daranno inoltre una crescente importanza, in ambito M&A, agli aspetti collegati ad ambiente, rispetto sociale, governance, con conseguenti riflessi nell’allocazione generale degli investimenti. Questo implica considerazioni su fonti di energia utilizzate, sostenibilità della filiera, diversity, sicurezza, privacy. Gli aspetti Esg sono poi diventati una chiara determinante delle decisioni di investimento in tutti i settori e per tutte le tipologie di investitori ed una opportunità di creazione di valore, accanto a quelle più tradizionali di efficienza produttiva, commerciale e finanziaria.
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