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Formazione, lavoro in team, nuovi modelli di retribuzione: a ConsulenTia 2021 i protagonisti del settore analizzano le strategie per non lasciare i giovani fuori dagli spazi della consulenza
Il ricambio generazionale è uno dei temi più importanti sul tavolo delle società di consulenza finanziaria e delle associazioni di categoria di questa industria. È per questo che Anasf ha messo l’argomento al centro dell’agenda della seconda tappa di ConsulenTia2021.
“Abbiamo attivato un tavolo Anasf-Assoreti per l’inserimento delle nuove leve nella professione di consulente finanziario. Il nostro obiettivo è incoraggiare i giovani talenti del nostro territorio ad avviare una professione che oggi ha valore non solo economico ma anche e soprattutto sociale”, dice il presidente Anasf Luigi Conte prendendo la parola nella plenaria introduttiva dell’evento. Secondo il numero uno dell’associazione, il problema dei consulenti finanziari deriva direttamente da un tema demografico nazionale.
La fotografia della professione
Oggi l’età media dei consulenti finanziari iscritti all’Albo Ocf supera i 50 anni, con punte vicine ai 60 per le reti storiche. I consulenti sotto i 40 anni sono circa il 12% mentre quelli con meno di 30 sono sotto il 2%.
Percentuali confermate dalla ricerca dell’osservatorio Finer che rileva la stessa di problematica tipica del settore imprenditoriale. Nei prossimi 20 anni – dice lo studio – almeno 800 miliardi di euro di patrimonio mobiliare, immobiliare o aziendale saranno interessati dal trasferimento dalla generazione dei boomers (nati dal 1946 al 1964) a quella dei millennial (nati dal 1980 al 2000).
“La pandemia ha acuito la necessità di non rimandare oltre questi temi”, osserva Nicola Ronchetti, fondatore e Ceo di Finer. “L’aspetto su cui focalizzarsi è la formazione di tipo imprenditoriale del consulenti – aggiunge l’esperto – sono tanti i punti di contatto fra la professione di consulente finanziario e imprenditore”.
Come in boutique
Per Ronchetti la strada da battere è quella di una formazione imprenditoriale: “il posto fisso è da tempo passato di moda, anche in banca. E non tornerà”. Spazio quindi alle competenze, come avviene nelle piccole boutique di artigiani “il segreto è riuscire a traferire le competenze di generazione in generazione” chiosa Ronchetti.
Ed è su questo concetto che si basa anche l’intervento del segretario generale di Assoreti, Marco Tofanelli, che richiama il concetto di lavoro di squadra: “Un aspetto per noi importante su cui le associate stanno lavorando è il lavoro in team”. Tofanelli sottolinea il tasso di abbandono dei giovani che vorrebbero iniziare ma non trovano le risorse per farlo: “il 30% degli under 30 che partecipano all’esame da consulente poi non prosegue la professione. Il settore deve compattarsi per ridurre questa caduta verticale”. Come? “Puntando sull’affiancamento fra figure senior e junior in modo da facilitare il trasferimento di competenze e così il ricambio generazionale”.
I consulenti dentro gli Atenei
Per Anasf il punto di partenza è la formazione negli Atenei. “L’Università è lo snodo fondamentale perché è il luogo dove si forma il professionista del futuro”, dice Conte, che auspica che “la legge consenta passaggi più fluidi fra mondo accademico e professione”. E aggiunge: “Quest’anno vedremo i nuovi laureati del nostro primo corso dedicato alla consulenza. È un mondo possibile”.
Come ravvivare l’interesse degli studenti verso la consulenza finanziaria?
Emanuela Giacomini, professoressa di economia degli intermediari finanziari all’Università di Macerata – intervenuta a ConsulenTia – suggerisce alle associazioni di aumentare la presenza e la partecipazione negli Atenei attraverso eventi, seminari, career day.
“Oggi i dati sull’interesse dei giovani studenti verso il mondo della consulenza non sono incoraggianti”, afferma. C’è bisogno di maggior prossimità fra i consulenti e gli studenti, “creare occasioni di networking per coinvolgere e ingaggiare attraverso il contatto diretto con i consulenti senior e junior che portino le loro esperienze dentro le Università”.
Nuovi modelli retributivi e dimensione del portafoglio
Fra i principali ostacoli all’accesso dei giovani alla professione – emerge nel corso dell’evento – si annoverano la difficoltà iniziali nel far fronte ad una ridotta dimensione del portafoglio clienti.
Gli operatori del settore ne sono consci, per questo sui tavoli di lavoro interassociativi fra Assoreti ed Anasf di discute dell’introduzione di una garanzia di reddito nei primi anni della professione; “l’industria interverrà” aggunge Tofanelli, “ma un incentivo ai giovani anche da parte del Governo è ben atteso.”
Ma la dimensione del portafoglio sarà sempre meno un problema per i giovani ragazzi, grazie alla digitalizzazione. “È un mestiere difficile – ammette Conte – certamente impegnativo e per questo molto stimolante”. Il presidente Anasf pone l’accento sulle nuove logiche orientate alla digitalizzazione dei servizi: “è un fenomeno che porta valore, non lo distrugge. Le nuove tecnologie permettono al consulente di liberare tempo e gli consente di potersi dedicare ai rapporti umani con il cliente con maggior dedizione. Con il passare degli anni la dimensione del portafoglio clienti sarà un problema sempre meno avvertito dai consulenti”.
“L’importante per un giovane consulente – conclude Conte – è non perdere mai l’entusiasmo”.
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