All’indomani dell’OPA (conclusa) su Intermonte SIM, la banca punta a sviluppare servizi e prodotti sempre più innovativi. Con uno sguardo sia solo agli investimenti sia alla protezione
Marco Bernardi, vicedirettore di Banca Generali
Negli ultimi mesi Piazza Affari ha visto ben cinque offerte pubbliche su banche quotate. Il mercato si sta trasformando velocemente in una gara alla scalata più ambiziosa, coinvolgendo praticamente tutti gli attori del mondo finanziario italiano. E i prossimi mesi saranno cruciali per capire il nuovo assetto tanto del settore quanto del risparmio gestito nazionale. Tuttavia c’è un’OPA che è già andata a buon fine: quella di Banca Generali su Intermonte SIM. Il deal rappresenta un passo fondamentale nel piano di crescita della società guidata da Gian Maria Mossa, che punta a rafforzare la posizione nel settore del private banking sviluppando nuovi ambiti di business e valorizzando le competenze dell’acquisita in campi come il trading il digital advisory. “Crediamo che l’operazione su Intermonte sia trasformativa e rivoluzionaria”, dice subito Marco Bernardi, vicedirettore dell’istituto. “È la prima volta che una banca private, e in generale un operatore del wealth management, acquisisce una investments bank, un ribaltamento delle convenzioni del settore. L’operazione con Intermonte apre le porte a grandi opportunità per i nostri banker e per i loro clienti imprenditori, nella ricerca di risposte alle sfide d’impresa e alla loro competitività”, assicura.
Chiusa l’OPA, i progetti futuri di Banca Generali non si sono fermati e punta a sviluppare prodotti e servizi sempre più innovativi. In questo senso vanno, ad esempio, anche le attività della controllata svizzera, BG Suisse Private Bank, con il servizio BG International Advisory, che consente ai clienti italiani con risparmi oltreconfine di gestirli con l’aiuto del proprio banker di fiducia, garantendo maggiore controllo, trasparenza e timing nelle scelte di asset allocation. Ma ci sono anche nuove soluzioni in vista. “Abbiamo appena lanciato un’innovativa soluzione assicurativa multilinea che unisce l’eccellenza negli investimenti e nella protezione, con tutta una serie di servizi unici per stare al fianco delle famiglie, anche nel dialogo generazionale. E in primavera avremo un ulteriore finestra di novità nella nostra gamma Lux IM, dal lavoro della nostra fabbrica lussemburghese BGFML che è diventata un punto di riferimento nelle deleghe gestionali”, continua Bernardi.
… e alle esigenze dei clienti
D’altronde i clienti sono sempre più esigenti. Chiedono protezione del patrimonio, attenzione alle dinamiche di mercato e di impresa ma anche alle sfide successorie. “Guardano al futuro, in un’ottica di passaggio generazionale”, spiega il manager, “questo è un trend che crediamo continuerà per molti anni a venire”. Di fronte ai rischi attuali di mercato, si sta poi facendo sempre più forte da parte dei clienti la domanda di prodotti e servizi con un forte carattere di protezione. “Combinare copertura assicurativa e pianificazione finanziaria a lungo termine sarà sempre di più un vero valore aggiunto che il private banking potrà offrire ai clienti e noi, e in questo crediamo di avere una marcia in più, grazie alla competenza ed esperienza del Gruppo Generali”.
Guardando dai numeri, lo scorso anno per Banca Generali è stato un anno molto positivo. La raccolta netta ha raggiunto i 6,6 miliardi di euro con una crescita del 14%, un dato che ha permesso di superare i 103 miliardi di masse e l’obiettivo triennale di 18 miliardi di flussi netti. “Un risultato importante se consideriamo i target che erano stati fissati alla vigilia dell’esplosione dell’inflazione e del conseguente rialzo dei tassi che ha segnato il 2022 come uno dei peggiori anni per la finanza dal dopoguerra”, aggiunge Bernardi. “I dati confermano la nostra posizione di terza private bank italiana e di maggiore realtà italiana quotata nel private banking, grazie a una percentuale di masse riconducibili alla clientela private che si attesa al 70 per cento. Risultati che dobbiamo al costante lavoro dei nostri banker che si sono confermati ai vertici del settore grazie a portafogli pro-capite che mediamente superano i 44 milioni di euro”.
Spazio ai giovani
Anche il numero dei private banker è in continua crescita: 2.340 professionisti, con 300 wealth advisor e oltre 90 senior partner nella struttura dedicata che accoglie chi ha asset in gestione per oltre 150 milioni. Negli ultimi anni, poi, è aumentato il numero dei giovani consulenti. “Crediamo che sia cruciale non solo rafforzare la presenza delle nuove generazioni nella rete ma anche accompagnarli con percorsi strutturati che ne favoriscano l’inserimento e la crescita”, afferma il vicedirettore. Che continua: “In Banca Generali stiamo percorrendo questa strada puntando su un team interno, formato da professionisti e manager di grande esperienza e success che hanno scelto di mettersi in gioco per trasmettere il loro patrimonio di competenze ai colleghi junior. È il percorso di formazione e sviluppo BG People, guidato da Massimiliano Ruggiero, sales manager strategico con una grande esperienza negli inserimenti e nello sviluppo della professionalità delle persone. Non offriamo solamente un piano di tutela da un punto di vista economico per i primi anni, ma affianchiamo a questo supporto un piano di formazione teorica e un percorso di mentorship”. Un approccio che funziona, visto che negli ultimi quattro anni nessuno dei giovani inseriti, statistiche in mano, ha abbandonato la professione.
Parlando di sfide future, per Bernardi non c’è dubbio che il mondo del private banking debba fare i conti con la capacità di attrarre giovani clienti. “È la prima sfida, dobbiamo inserirli al meglio nelle complessità del nostro ambito di lavoro. Per questo stiamo accelerando nello sviluppo dei teams che sono già uno dei punti di forza della nostra realtà”, dice. Sullo sfondo c’è poi il dialogo con la tecnologia e la capacità di affiancare i benefici dell’intelligenza artificiale al lavoro quotidiano. “L’introduzione di soluzioni di AI generativa aiuterà i private banker a semplificare i flussi di lavoro e a ottimizzare l’utilizzo del tempo”, conclude il manager, “liberandoli da compiti a ridotto valore aggiunto e permettendo loro di concentrarsi sempre di più sulla relazione di fiducia col cliente”, conclude il manager
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