La sincronizzazione al ribasso dell’andamento delle diverse asset class e l’effetto dell’inflazione hanno esposto i portafogli a rischi più elevati. Una dinamica che favorisce il ricorso a gestioni multi asset e prodotti alternativi
Claudio Marsala, Head of Multi Asset Solutions di Allianz Global Investors
Ci troviamo alla fine di un anno che si è rivelato molto complesso per i mercati, e di fronte alla prospettiva che per il 2023 a tenere banco saranno le stesse dinamiche del 2022: il binomio tra lotta tra inflazione e azione delle banche centrali, la correlazione tra le asset class. Ma sarà anche importante monitorare le valutazioni.
In un contesto come questo, osserva Claudio Marsala, Head of Multi Asset Solutions di Allianz Global Investors, portano sotto i riflettori l’importanza di ricorrere a gestioni multi asset attive, che consentano di avere mano libera e di spostarsi dai benchmark cogliendo con maggiore efficacia le opportunità di mercato, e i prodotti alternativi, come per esempio quelli con posizioni long short, che consentono di ottenere valore anche in una fase di alta correlazione tra le asset class.
Al 30 settembre Allianz GI aveva asset in gestione per 521 miliardi di euro. Di questi, 147 miliardi (28%) sono investiti in strategie multi asset.
Qual è il vostro outlook sui mercati per il 2023 e quali vi aspettate che saranno le maggiori sfide da affrontare per gli investitori?
Il 2022 per il team Multi Asset di Allianz Global Investors è stato fondamentalmente un anno di prudenza con temi di investimenti dominati dall’accelerazione nell’inflazione, dal rallentamento economico e dal conseguente posizionamento difensivo su mercati sia azionari che obbligazionari.
Guardando al 2023, riteniamo che molti di questi temi rimarranno attuali e determinanti per il posizionamento dei portafogli. In particolare, il binomio tra lotta all’inflazione e conseguente azione delle banche centrali resta l’elemento cruciale per determinare il potenziale dei mercati rischiosi. Se da un lato alcune delle frizioni legate alle dislocazioni nelle catene di approvvigionamento stanno progressivamente risolvendosi, dall’altro i livelli di inflazione restano ampiamente sopra i target stabiliti dalle banche centrali.
Negli Stati Uniti, livelli storicamente bassi di disoccupazione e risparmio ancora elevato limitano l’interesse della Federal Reserve ad una inversione di rotta e rendono la lotta all’inflazione l’obiettivo numero uno anche per il 2023. In Europa, nonostante la situazione di approvvigionamento energetico sia in miglioramento, le conseguenze dei rincari sia sul lato produzione che sulla domanda restano rilevanti ed aumentano il rischio di una recessione economica.
Elemento da monitorare attentamente durante l’anno sarà quello legato alle valutazioni; la revisione al ribasso degli utili durante la prima fase delle recessioni ha infatti storicamente offerto punti di ingresso attraenti per investire in attività rischiose.
Il 2022 si è rivelato un anno decisamente difficile, che ha causato perdite trasversali sulle asset class. È il momento di riscoprire le strategie multi-asset?
Il 2022 è stato caratterizzato da una sincronizzazione al ribasso nei prezzi di molte asset class. In particolare, i mercati azionari ed obbligazionari hanno manifestato una correlazione positiva che ha sorpreso molti investitori, storicamente abituati a considerare i mercati fixed income come un’asset class difensiva in grado di compensare parte delle perdite azionarie in caso di mercati volatili. Nel 2022, livelli elevati e persistenti di inflazione hanno invertito questa proprietà ed hanno esposto i portafogli a rischi spesso più elevati di quanto atteso.
La particolarità di questo fenomeno ha, a nostro avviso, riportato all’attenzione l’importanza di soluzioni di gestione multi asset ampiamente attive, caratterizzate dall’opportunità di modificare sostanzialmente la composizione di portafoglio, discostandosi anche significativamente da benchmark o da asset allocation strategiche e facendo anche tatticamente uso di elevate quantità di cash.
Il contesto di mercato ha anche riacceso l’attenzione sui prodotti alternativi, come ad esempio le strategie multi asset long short, che tramite ampia libertà gestionale e la possibilità di un posizionamento corto si pongono l’obiettivo di generare risultati caratterizzati da ridotti livelli di correlazione rispetto ai mercati tradizionali come azioni ed obbligazioni.
In che modo vi state posizionando e com’è cambiato il vostro approccio di gestione nell’ultimo anno? Dove vedete oggi le opportunità più interessanti sull’azionario?
Anche se gli ultimi mesi dell’anno hanno portato ad un miglioramento nella performance dei mercati azionari, il nostro posizionamento rimane comunque caratterizzato da prudenza in particolare nell’area europea. Il Giappone, grazie a valutazioni attraenti e ad una politica monetaria stabile, rimane uno dei nostri mercati preferiti. Per quanto riguarda i Paesi emergenti, si intravedono alcune opportunità ed è particolarmente importante seguire l’evoluzione degli eventi in Cina. Una lieve distensione nelle relazioni con gli Stati Uniti, unitamente ad un progressivo allentamento delle politiche restrittive Covid ed un supporto al mercato immobiliare dovrebbero sostenere il mercato. In attesa di rilevare dati economici migliori, restiamo comunque cauti sul Paese.
Il reddito fisso è un mercato complesso da affrontare in un momento di rialzo dei tassi. Tuttavia, proprio la salita dei rendimenti potrebbe consentire a questa classe di attivo di riacquistare una funzione di protezione e diversificazione del portafoglio? Su quali segmenti del mercato vedete maggiore valore?
Dopo un anno particolarmente difficile, il mercato obbligazionario riparte da condizioni sicuramente più favorevoli con tassi di interesse più elevati ed un maggior potenziale difensivo. Ciò che è certo è che la cosiddetta fase “TINA” – “there is no alternative” – ovvero l’assenza di alternative ad assumere investimenti rischiosi in un mondo con tassi estremamente bassi o negativi, è attualmente venuta meno. Rendimenti dei titoli di obbligazionari statunitensi a circa il 4% ed una Fed con un ciclo di rialzo dei tassi in fase più avanzata rispetto alla Bce ci hanno spinto ad aggiungere un po’ di esposizione sui titoli governativi USA.
AllianzGI ha anche una strategia multi-asset dinamica che offre anche diversificazione sugli asset non tradizionali. Qual è la filosofia di investimento di questa strategia e quali sono i suoi punti di forza?
Il team Multi Asset di AllianzGI si è tradizionalmente distinto per un’ampia offerta di strategie caratterizzate da asset allocation dinamica, come ad esempio la famiglia di prodotti Allianz Dynamic Multi Asset Strategy SRI 15-50-75 (o Dmas). I fondi Dmas si basano su un processo di investimento che abbina elementi sistematici e fondamentali, e che mira a definire portafogli con un elevato livello di flessibilità che consentano di adattarsi a mutevoli condizioni di mercato. Tale flessibilità è raggiunta modificando nel tempo l’esposizione azionaria ed obbligazionaria, ma anche inserendo in portafoglio investimenti satellite e non tradizionali con tematiche specifiche a particolari contesti economici. Esempi di investimenti di questo tipo sono stati in anni passati attività di tipo ciclico collegate alla tecnologia, o più recentemente nel corso di quest’anno prodotti specializzati in materie prime.
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