Guerre e transizione energetica hanno riacceso l’attenzione sulle materie prime. Ma, secondo McKinsey, questi asset sono in fibrillazione già da tempo. E offriranno opportunità d’investimento anche nei prossimi anni. Dal petrolio al gas fino all’oro e ai metalli, cosa aspettarsi
Le tensioni in Medioriente hanno riacceso l’attenzione sulle materie prime. Almeno all’apparenza, perché in realtà le commodities sono in fibrillazione ormai da molto tempo e non solo per ragioni geopolitiche. L’ultimo Global Energy Perspective di McKinsey rileva infatti come il trading di questi asset abbia generato oltre 100 miliardi di dollari di Ebit nel 2023, cifra che si traduce in 150 miliardi di margine lordo. Si tratta insomma di un mercato fiorente e che, per la società di consulenza, sarà attraversato da due macrotrend: una crescente interconnessione e la transizione energetica. Alla luce di queste dinamiche, il successo degli investitori di domani dipenderà sempre più dalla capacità di rispondere alle imprevedibili circostanze del quadro globale.
Matteo Ramenghi, chief investment officer di UBS WM in Italia
Fondamentale nella produzione di energia, ma anche in settori come trasporti (55% dei consumi nel 2022) e plastica (20%), il greggio rimarrà centrale per almeno un altro decennio. McKinsey stima infatti che si dovrà attendere il 2030 per vedere un rallentamento nella domanda. Nel frattempo, l’OPEC+ ha annunciato che non estenderà automaticamente i tagli alla produzione varati in passato per sostenere i prezzi: una scelta foriera di volatilità, che però non intaccherà le quotazioni. Per Matteo Ramenghi, CIO di UBS Wealth Management Italy, potranno dunque esserci oscillazioni di breve ma il basso livello di scorte farà tendenzialmente salire i prezzi. Quanto al Medioriente, anche se l’escalation pare ormai improbabile, non si possono escludere eventi isolati in grado d’influenzare le quotazioni. Ecco perché, in generale, è preferibile un’esposizione ai titoli del settore anziché alla commodity. E poiché la previsione del report è di un consolidamento all’insegna della capacità d’investimento o della specializzazione, player molto grandi o di nicchia possono risultare meno rischiosi.
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