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Per Marzotto Investment House, la price action continua ad essere positiva. “Finché i prezzi resteranno al di sopra di tali livelli, l’impostazione degli indici rimarrà bullish”
Inizio di giugno all’insegna dell’ottimismo per i mercati, che nonostante le tensioni internazionali sulla tratta Washington-Pechino e le previsioni funeste di una seconda ondata di pandemia, continuano testardamente a ostentare il segno più. E così, mentre gli occhi sono puntati sulla Bce, nella speranza che giovedì 4 giugno madame Lagarde aumenti la potenza di fuoco del suo Pepp, l’indice EuroStoxx 50 in avvio della prima seduta del mese sale dello 0,7%, con il Ftse Mib che ha segnato i nuovi massimi da inizio marzo a 18.520 punti.
A rinfrancare gli investitori sembrerebbe essere al momento l’analisi tecnica, unica bussola nella difficoltà di comprendere le prospettive future dei principali indici azionari in un contesto fondamentale così complicato. A sottolinearlo gli analisti di Marzotto Investment House, che evidenziano come dopo Nasdaq, S&P e Nikkei, hanno recentemente rotto i massimi di periodo anche il Russel e il Dax e sembrerebbero in procinto di farlo anche parte degli indici europei, Ftse Mib incluso. “Inutile dire che la price action a fine maggio continua ad essere positiva. Fino a che i prezzi resteranno al di sopra di tali livelli, l’impostazione degli indici rimarrà Bullish”, assicurano prima di passare ad analizzare i singoli indici.
Si parte dal Nasdaq. Dopo il crollo iniziale è stato il primo indice a rimbalzare. “Già pochi giorni dopo la pandemia il mercato ha compreso che gruppi High Tech come Microsoft, Zoom, Netflix, Amazon, Facebook escono ancora una volta vincitori – osservano gli analisti -. I multipli rimangono elevatissimi, così come ci sono issues regolamentari (fiscalità, antitrust etc.) che prima o poi si dovranno affrontare, ma la loro crescita futura sembrerebbe assicurata nel post Covid”.
8000 è stato il livello chiave, toccato più volte nel 2019. Il 6 aprile 8000 è stato superato e da allora il prezzo non è mai tornato indietro. Per gli esperti il prossimo livello da monitorare attentamente è il massimo assoluto a 9745: un’eventuale rottura si tradurrebbe in nuovi massimi assoluti. Al contrario, potremmo avere una prolungata fase di consolidamento, dominata dal trading, tra i due livelli.
A differenza del Nasdaq che ha avuto un rialzo lineare con una V shape perfetta, l’S&P ha tergiversato soprattutto tra aprile e maggio, indeciso se tornare indietro o continuare ad andare in avanti. L’anima value è stata tendenzialmente ribassista, quella tech ha tirato al rialzo. Nel momento in cui il mercato ha ricominciato a comprare anche il value, l’indice è andato a rompere al rialzo il trading range di breve in cui era inserito.

“Come possiamo osservare nel grafico – spiegano -, l’S&P potrebbe apparire con ampi margini di rialzo a fronte di un indebolimento degli effetti negativi del Covid, come invece sarebbe esattamente il contrario in caso di eventuali recrudescenze dei contagi nei prossimi mesi. Nel primo caso si potrebbe puntare alla resistenza a 3400, nel secondo monitoreremmo area 2800 che è il primo supporto importante. Detto questo, 2950 è la parte alta del trading range di breve e l’impostazione rimane rialzista fino a che il prezzo si mantiene al di sopra del livello”.
Tra gli indici europei più rilevanti il Dax è quello che ha avuto la reazione migliore, sebbene inferiore come ampiezza e in sensibile ritardo come tempistica, rispetto ai principali indici statunitensi.

Per gli analisti di Marzotto Investment House nel grafico annuale si possono notare diverse cose interessanti: “In primis due gap ribassisti (9 e 12 marzo), entrambi ricoperti. Il secondo dei due gap (quello con la resistenza tra 10000 e 10390) ha resistito per alcune sedute prima di essere superato, dopo una fase di consolidamento fino a maggio avanzato. Il primo gap posto tra 11000 e 11500, è invece stato superato con slancio nell’ultima settimana di maggio”.
La seconda cosa interessante, a detta degli esperti, è stato il trading range che ha contraddistinto il Dax per la maggior parte di aprile e maggio, con un range di circa 1000 punto (da 10200 a 11200). “In questo caso il prezzo si è mantenuto costantemente sopra la ‘vecchia’ resistenza a 10000, diventata supporto – fanno notare – . Segno che all’avvicinarsi di tale livello, rientravano i compratori. Positiva quindi la rottura in ‘velocità’ del gap e il posizionamento tra la media a 100 e 200 giorni. Fino a che il prezzo dovesse rimanere sopra la linea orizzontale che indica il supporto, livello tra l’altro minimo nell’agosto 2019, il trend rialzista del Dax rimane intatto”.
Infine Milano, in genere il ‘laggard’ tra gli indici. “In realtà nel 2020 non siamo il fanalino di coda, considerando la performance dell’Ibex”, provano a rassicurare gli esperti, secondo cui purtroppo ancora una volta i fondamentali come il debito e la bassa crescita penalizzano le aziende italiane che a livello micro, spesso, hanno un magnifico posizionamento nella rispettiva industria.

Per gli analisti dal grafico si può notare che il rimbalzo dopo il crollo si è trasformato in un periodo di consolidamento iniziato a fine marzo e per il momento non ancora terminato. “18300 è il punto chiave, che l’indice ha tentato di rompere al rialzo nella ultima settimana di maggio – puntualizzano -. Per il momento non è riuscito ma, a fronte della eventuale buona tenuta degli altri indici azionari, il prossimo tentativo potrebbe essere decisivo”.
La lontananza dalle medie a 100 e 200 giorni evidenzia, stando agli analisti, come l’indice sia rimasto indietro a causa della sua composizione a prevalenza di finanziari: “In settimana le banche sono andate meglio, ed è questo il motivo principale per cui l’indice ha tentato di migliorare la sua impostazione grafica. Per le prossime settimane in caso di rottura decisa di 18300, l’indice potrebbe ambiziosamente puntare sopra 19000 verso la media verde a 100 giorni. Al contrario, in caso di fallimento della resistenza, il supporto in area 16400 rischierebbe di venire testato nuovamente”.
Insomma, per Nasdaq e S&P500, sebbene in ipercomprato, l’impostazione rimane positiva; il Dax ha faticato un po’ di più degli indici Usa, per poi rompere con grande decisione al rialzo il trading range in cui è stato inserito tra aprile e maggio; Il Ftse Mib insieme all’Ibex e al Cac40 rimane uno dei pochi indici che non sono ancora riusciti ad assumere una decisa intonazione positiva. Benché molto prossimi alla resistenza, sono ancora inseriti nel trading range di periodo.
Cosa succederà quindi nelle prossime settimane? Per gli esperti la situazione sembra essere abbastanza fluida. “Da un lato potremmo avere un esito positivo con una sostanziale tenuta degli indici statunitensi e con gli indici europei, incluso il Ftse Mib, pronti a recuperare parte del gap di performance degli ultimi due mesi. Al contrario, in caso di maggiore debolezza di S&P e Nasdaq, temiamo che l’attuale trading range possa continuare. La terza ipotesi, ovvero la ripresa del trend discendente, per il momento è la meno accreditata e tornerebbe in auge solo con la rottura al ribasso di supporti chiave”, concludono.