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Il vertice di Londra ha messo le ali a Leonardo e alle altre aziende Ue. Occhi puntati sul Consiglio europeo del 6 marzo: per gli analisti, siamo all’inizio di una nuova fase di crescita per il settore
La corsa al riarmo del Vecchio Continente si fa più concreta e continua a spingere i titoli europei della difesa. Dopo il passo indietro degli Usa, nel fine settimana i leader Ue riuniti a Londra hanno infatti definito le nuove prospettive di sostegno all’Ucraina, impegnandosi ad incrementare la spesa. Reduci da settimane di corsa, le principali società del comparto hanno quindi inaugurato marzo ancora sugli scudi accumulando, secondo i calcoli di Bloomberg, circa 30 miliardi di dollari di valore di mercato. Mentre gli indici si muovono in altalena, piovono infatti gli acquisti su Bae System a Londra, su Rheinmetall e Hensoldt a Francoforte, su Thales a Parigi e su Leonardo e Iveco a Piazza Affari, con l’indice europeo del settore aerospaziale e della difesa che ha toccato un nuovo massimo. E per gli analisti, il trend rialzista è destinato a proseguire: l’interpretazione praticamente unanime è che non si sia di fronte a un rally, ma piuttosto all’inizio di una nuova fase di crescita.
Bruxelles, Parigi, Londra, Berlino: in Europa è corsa al riarmo
A spingere gli acquisti sono state in particolare le parole della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che dal summit a 16 di Londra ha sottolineato il bisogno di riarmare “urgentemente” l’Europa, spiegando che Bruxelles proporrà un piano in tal senso al Consiglio europeo di giovedì prossimo. La presidente ha anche ribadito la necessità di “mettere l’Ucraina in una posizione di forza”, tramite “garanzie di sicurezza complete”, e sugli armamenti ha scandito che è necessario “davvero fare un passo avanti massiccio”. Per von der Leyen, infatti, “ora è estremamente importante aumentare gli investimenti nella difesa per un periodo di tempo prolungato”. “È per la sicurezza dell’Unione e dobbiamo, nell’ambiente geostrategico in cui viviamo, prepararci al peggio e quindi rafforzare le difese”, ha concluso. Il messaggio è stato poi ribadito dal presidente francese, Emmanuel Macron, che ha evidenziato la necessità per l’Europa di incrementare velocemente le spese in difesa al 3,5% del Pil: per Parigi dovrà essere proprio questo il fulcro del vertice straordinario del 6 marzo.
Intanto, il primo ministro britannico, Keir Starmer, ha annunciato di aver siglato un accordo da 1,6 miliardi di sterline per consentire a Kiev di acquistare cinquemila missili di difesa aerea utilizzando finanziamenti per l’esportazione. Il premier ha anche sottolineato come questi missili saranno prodotti a Belfast e creeranno posti di lavoro. Non solo. Secondo Reuters, a Berlino Cdu, Csu e Spd, cioè i partiti coinvolti nella formazione del nuovo governo, starebbero valutando la possibilità di istituire rapidamente due fondi speciali dal valore potenziale di centinaia di miliardi di euro, uno per la difesa e uno per le infrastrutture. Per gli economisti chiamati a studiarne la fattibilità, dovrebbero essere necessari circa 400 miliardi di euro per il primo e 400-500 miliardi il secondo. E la speranza è che entrambi vengano approvati a marzo dall’attuale parlamento, prima cioè della formazione del nuovo esecutivo.
Titoli della difesa: è l’inizio di una nuova fase di crescita
“Si percepisce un ampio consenso sul fatto che l’Europa prenda il suo futuro nelle proprie mani e che la spesa militare aumenterà”, commentano da Jp Morgan, che ha aumentato i target price del settore in media del 25%. Dello stesso parere Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, secondo cui “la tendenza rialzista è indubbiamente forte e potrebbe perdurare nel tempo soprattutto in caso di nuovo aumento delle tensioni geopolitiche”. A suo parere, nel brevissimo termine, potrebbero esserci dei movimenti correttivi sulla scia della cautela degli investitori sulle prossime decisioni che saranno prese nel Consiglio Europeo del 6 marzo. Tuttavia, precisa, “le prospettive di medio-lungo termine sono rialziste”.
“L’incontro di venerdì è stata una wake up call per i leader europei sul fatto che gli Stati Uniti avranno delle relazioni più fredde con il Vecchio Continente”, avverte infatti Diodovich. Che fa notare come le tensioni geopolitiche siano aumentate “notevolmente” dopo l’incontro controverso di venerdì tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky. “Questo ha rafforzato la determinazione dei Paesi europei a volere potenziare le proprie capacità difensive in modo autonomo, cercando di essere meno dipendente dallo scudo statunitense”, osserva.
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