Covered bond, S&P vede le emissioni europee in calo a 140 miliardi nel 2025
Nonostante i tassi in calo, l’agenzia stima maggiore incertezza per l’asset class. Ma l’outlook resta stabile grazie a una serie di fattori
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Nonostante le turbolenze, sui mercati si respira un certo ottimismo. Da una parte infatti gli istituzionali hanno aumentato la loro esposizione alle azioni, dall’altra la fiducia degli operatori di Borsa dell’Area euro è tornata in territorio positivo. Lo certificano agli Institutional Investor Indicators di State Street di maggio, che monitorano la propensione al rischio, e l’indice Sentix di giugno, che misura mensilmente il sentiment degli investitori del Vecchio Continente.
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Questo mese, secondo il sondaggio condotto dall’Istituto Sentix tedesco, l’indice di fiducia degli investitori UE si è attestato a +0,3 punti, dai -3,6 punti di maggio. Il dato è migliore delle attese degli analisti, che prevedevano un miglioramento dell’indicatore a -1,5 punti, e segna l’ottavo aumento consecutivo. In crescita anche l’ottimismo sulle condizioni correnti, salito a -9 punti dai -14,3 precedenti, mentre l’indice delle aspettative si attesta a quota 10, dai 7,8 punti del mese scorso.
Il barometro è precipitato in territorio negativo in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e il lento miglioramento che si sta registrando, secondo l’istituto, “è certamente uno degli argomenti principali per cui la BCE potrebbe tagliare ulteriormente i tassi di interesse”. Inoltre, “l’economia tedesca dovrebbe inviare un segnale per generare maggiore slancio. Tuttavia, questo segnale non si è ancora materializzato”, si legge nel report.
Quanto agli istituzionali, a maggio ha vinto il bicchiere mezzo pieno, nonostante le notizie macro contrastanti. L’indice di propensione al rischio di State Street è rimbalzato a 0,09, rivelando una modesta propensione al rischio nel corso del mese. Gli State Street Holdings Indicators mostrano infatti che le allocazioni degli investitori a lungo termine alle azioni sono aumentate di 33 punti percentuali, raggiungendo il 53,7%, mentre le disponibilità liquide sono scese di altri 0,4 punti percentuali, raggiungendo il 18,4%. È la prima volta in dieci mesi che queste ultime sono al di sotto del loro valore di lungo periodo. Sostanzialmente invariate, invece, le partecipazioni al reddito fisso dopo il forte aumento del mese scorso.
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“L’allocazione aggregata verso l’azionario a scapito della liquidità indica un chiaro desiderio di mantenere una certa percentuale di allocazione verso il rischio”, sottolinea Michael Metcalfe, head of Macro Strategy di State Street Global Markets. Che osserva come in questo contesto moderatamente risk-on gli istituzionali abbiano ricominciato a rivalutare il loro sovrappeso in dollari e riscoperto il loro appetito per gli strumenti a reddito fisso e valute a più alto rendimento. Allo stesso tempo, però, si è registrata anche una chiara esitazione nei confronti degli asset ciclici sia nell’equity che nelle esposizioni alle commodity. E una notevole dispersione nelle preferenze di rischio tra i mercati emergenti: la domanda di azioni cinesi continua infatti a essere robusta, ma gli investitori hanno alleggerito le loro partecipazioni alle azioni indiane in vista delle elezioni.
“L’andamento degli indicatori delle partecipazioni di State Street è stato incoraggiante a maggio. Nonostante le notizie macro contrastanti, gli investitori hanno lasciato che la loro allocazione alle azioni salisse insieme ai movimenti dei prezzi di mercato”, analizza Metcalfe. Facendo notare che l’esposizione aggregata all’equity è ora al livello più alto dal giugno 2008. Tale spostamento è poi stato interamente sostenuto da un ulteriore calo delle allocazioni in liquidità, che sono scese al minimo da dieci mesi a questa parte e sono ora al di sotto della loro media di lungo periodo. L’indicazione, secondo l’esperto, è che nonostante le incertezze sulle prospettive gli istituzionali sono disposti a investire in liquidità a livelli inferiori alla media per sfruttare le opportunità di rendimento dei mercati a reddito fisso o azionari. “Per quanto le azioni appaiano vulnerabili con un’allocazione così elevata, questa variazione a maggio è stata comunque incoraggiante”, conclude.
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