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Nel primo trimestre 2023, solo 18 startup in tutto il mondo hanno superato il miliardo di dollari di valutazione. Siamo lontani dal record del 2021 e si fanno sentire i rialzi dei tassi e le turbolenze dei mercati finanziari. Ma non mancano le storie di successo
Anche gli unicorni soffrono a cause delle tante turbolenze finanziarie. Secondo i dati Pitchbook (società del gruppo Morningstar), da gennaio a marzo ne sono nati solo 18 in tutto il mondo, per una valutazione complessiva di 27,1 miliardi di dollari, il livello trimestrale più basso dal 2017. Dopo un 2022 molto sfidante a causa del rialzo dei tassi di interesse, che ha ridotto i flussi di capitali, un ulteriore colpo ai mercati privati è infatti arrivato dal fallimento della Silicon Valley Bank, partner di riferimento per gli operatori Usa del settore da quasi 40 anni.
Gli unicorni non sono più una rarità, ma il 2023 è iniziato sottotono
Gli unicorni, ossia le startup private che hanno raggiunto una valutazione di oltre un miliardo, un tempo erano molto pochi. Il termine, infatti, era stato coniato nel 2013 dalla venture capitalist, Aileen Lee, che aveva scelto il mitico animale con il corpo di cavallo e un unico corno in mezzo alla fronte per sottolineare la rarità statistica delle iniziative imprenditoriali di successo.
Oggi realtà di questo tipo sono molto più comuni. Il 2021 è stato un anno di svolta, con un livello record di 590 debuttanti nel mondo per un valore di 1,5 mila miliardi di dollari. La maggior parte delle operazioni è avvenuta negli Stati Uniti, dove quell’anno i nuovi unicorni erano stati 340, un numero superiore a quello dei precedenti cinque anni messi insieme, e i volumi dei deal è triplicato rispetto all’anno precedente. Anche in Europa, il picco è stato toccato nel 2021, ma i numeri sono molto più piccoli: 68 debuttanti per un valore di 180,4 miliardi di dollari.
L’anno scorso, il numero di nuovi unicorni è diminuito in tutto il mondo (339), anche se il primo trimestre del 2022 era stato molto più promettente di quello del 2023 con 153 debutti per una valutazione complessiva di 304,4 miliardi di dollari. Successivamente, le attività si sono ridotte, fino al minimo toccato a marzo di quest’anno.
La fotografia della frenata
Il numero dei nuovi unicorni nel mondo per trimestre. Dati al 31 marzo 2023. Fonte: Pitchbook.
Unicorni, decacorni o dragoni?
In ogni caso, il numero di unicorni nel mondo rimane elevato (1.279 secondo Pitchbook), per un valore intorno ai 4 mila miliardi di dollari (al 3 aprile 2023). Gli Stati Uniti fanno la parte del leone, seguiti dall’Asia e dall’Europa. E, proprio perché non sono più così rari, sono state avanzate diverse proposte per distinguere quelli più grandi dagli altri. Ad esempio, il termine decacorno viene utilizzato per indicare le startup con oltre 10 miliardi di dollari. Il giornalista di Axios, Dan Primack, ha suggerito, inoltre, il termine dragone per le aziende dei private markets che valgono oltre 12 miliardi.
In effetti, i più grandi unicorni al mondo hanno raggiunto dimensioni notevoli. Tra i big c’è ByteDance, che sviluppa applicazioni per telefoni cellulari utilizzando l’intelligenza artificiale per fornire agli utenti contenuti in linea con i loro interessi (360 miliardi). Da menzionare anche AntGroup, che offre servizi di cloud computing agli operatori finanziari (200 miliardi), e Stripe, che è specializzata nelle piattaforme per i pagamenti (152 miliardi).
Nonostante il calo dei volumi, nel primo trimestre 2023 non sono mancati i grandi deal, come ad esempio Adept, che ha ricevuto un finanziamento di 350 milioni di dollari per lo sviluppo dei suoi sistemi di machine learning e ha così varcato la soglia degli unicorni. Oppure Kindbody, che fornisce servizi per la salute e la fertilità delle donne ed è valutata 1,8 miliardi di dollari.
I big d’Europa
In Europa, il più grande unicorno, tra le società che hanno acquisito questo status nel 2023, è Ledger, che opera nel settore della sicurezza delle transazioni con criptovalute e vale 3,8 miliardi di dollari. La seconda new entry in termini di valutazioni (2,5 miliardi) è Enpal, che produce pannelli solari e fornisce installazioni personalizzate.
Le perfomance non deludono
Se da un lato i dati confermano il calo degli unicorni, dall’altro la performance dell’indice Morningstar Pitchbook Global Unicorn è stata positiva nel primo trimestre (+2,7% in euro, che si confronta con il +1,08% messo a segno nell’intero 2022). Il benchmark è rimasto indietro rispetto all’azionario globale nella prima parte dell’anno, mentre ha sovraperformato nel triennio.
*Editorial manager di Morningstar
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